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Attività fisica regolare per avere un 'invecchiamento in salute'

IMG 0126-15Non è mai troppo tardi per diventare fisicamente attivi; anche quelli che iniziano relativamente tardi nella vita possono raccogliere significativi benefici per la salute, secondo una ricerca pubblicata online sul British Journal of Sports Medicine.I...

Le differenze nel cervello dei bambini con rischio genetico di AD

Ricercatori della Brown University e del Banner Alzheimer's Institute hanno scoperto che i bambini portatori di un gene (associato a un maggiore rischio di Alzheimer) tendono ad avere differenze nello sviluppo del cervello rispetto ai bambini senza il...

La buona notizia in quelle cattive

La psicologia dimostra che non ci vuole molto a metterci di cattivo umore. Basta la lettura delle notizie del mattino per farlo. Ed essere di cattivo umore rallenta i tempi di reazione, e colpisce le abilità cognitive di base come la parola, la scrittura, e...

Le microglia non sono poi così stupide

Le cellule cerebrali misteriose chiamate microglia, stanno iniziando a rivelare i loro segreti grazie a una ricerca condotta al Weizmann Institute of Science.Fino a poco tempo fa, la maggior parte della gloria nella ricerca sul cervello era andata ai...

Orologio cellulare "guasto" collegato a danni cerebrali

Una nuova scoperta può aiutare a spiegare i legami sorprendentemente forti tra i disturbi del sonno e le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. La perdita di sonno aumenta il rischio di Alzheimer, e gli schemi di sonno interrotto sono tra i primi...

Oltre il cervello: ruolo delle alterazioni vascolari del collo in AD

Gli studi sull'Alzheimer e le altre forme di demenza sono da tempo concentrati su ciò che accade all'interno del cervello.Ora, un gruppo di ricerca internazionale, che studia l'Alzheimer e il deterioramento cognitivo lieve, segnala delle scoperte...

Le proteine cattive si diramano

Un metodo sviluppato da ricercatori della Rice University per modellare il modo in cui le proteine si ripiegano, bene o male, rivela comportamenti di ramificazione che possono avere implicazioni per l'Alzheimer e le altre malattie da aggregazione. I...

Nuove scoperte utili per il trapianto di cellule nervose

Un approccio per il trattamento di pazienti affetti da Parkinson o da Huntington è sostituire le cellule cerebrali difettose con cellule fresche.A questo scopo, sono impiantate nei cervelli malati delle cellule precursori immature da neuroni, e queste...

Marijuana: solo i benefici senza le controindicazini

Oltre ad essere usata come droga, la marijuana è stata usata per secoli per trattare una serie di condizioni, dal dolore cronico all'epilessia. Tuttavia, la sua utilità medica è fortemente limitata dagli effetti collaterali debilitanti.Uno studio...

Vivere nella recessione in mezz'età alza rischio di declino cognitivo più tardi

Licenziamenti, part-time forzato, paghe ridotte e lavori impoveriti (mobilità del lavoro verso il basso), innescati dalla recessione, possono spiegare il tributo preso alle capacità cognitive come memoria, fluenza verbale, orientamento temporale, e far di...

Variante del gene ApoE può proteggere dall'Alzheimer

Essere portatori di una particolare versione del gene dell'apolipoproteina E (APOE) è il principale fattore conosciuto di rischio genetico per la forma ad esordio tardivo sporadica dell'Alzheimer, ma è controverso tra i ricercatori il modo esatto in cui...

Grande studio collega consumo di noci a tasso di mortalità più basso

Il più grande studio di questo genere ha constatato che le persone che avevano mangiato una certa quantità di noci al giorno, hanno avuto un 20 per cento in meno di probabilità di morire per una qualsiasi causa nel corso di un periodo di 30 anni, rispetto a...

Chi impara dalla carota, e chi dal bastone?

Per affrontare in modo flessibile il nostro mondo in continua evoluzione, abbiamo bisogno di imparare dalle conseguenze sia negative che positive del nostro comportamento. In altre parole, dalle punizioni e dalle ricompense.Hanneke den Ouden...

Malattia rara fornisce indizi su patologie cerebrali più diffuse

La malattia di Alexander è una patologia devastante del cervello di cui quasi nessuno sente parlare, a meno che qualcuno in famiglia non ne sia afflitto.Questa infermità colpisce giovani o vecchi, e nei bambini distrugge la materia bianca nella parte...

Enzima ancestrale facilita riparazione DNA e migliora invecchiamento

Il corpo umano produce ogni giorno nuove cellule per rigenerare i tessuti e riparare quelli che hanno subito un danno. Ogni volta che questo accade, le cellule fanno delle copie del loro DNA che passano alle cellule figlie risultanti. Questo processo di...

Destinazione post-dimissioni determina probabilità di ri-ospedalizzazione per pazienti con deterioramento cognitivo

Gli anziani con deterioramento cognitivo che alla dimissione dall'ospedale vanno in una casa di cura hanno meno probabilità di essere ri-ospedalizzati entro 30 giorni di chi torna a casa propria o da un famigliare, secondo uno studio del Regenstrief...

ApoE nel plasma legato al rischio di demenza

Un nuovo studio dimostra che i livelli plasmatici di apolipoproteina E (ApoE) sono associati al rischio di Alzheimer (AD) e di demenza, indipendentemente dal genotipo ApoE.Usando due grandi coorti della popolazione generale, ricercatori danesi hanno...

Meditazione e yoga rallentano davvero la progressione della demenza?

Prenderci un po' di tempo nella nostra settimana frenetica, per mettersi alle spalle lo stress e meditare, può effettivamente aiutare a preservare la nostra mente, secondo un nuovo studio. I ricercatori sanno da tempo che la meditazione cambia il...

Trovati nuovi benefici del resveratrolo, la "molecola del vino rosso"

Troati nuovi benefici del resveratrolo, la "molecola del vino rosso"La progressione delle scoperte sull'aumento della longevità (= % Increased lifespan) dall'uso di resveratrolo, in specie sempre più evolute (cellule lievito > moscerini della frutta > vermi nematodi > killifish > roditori)Gli studi dimostrano...

Coerenza nei tempi del sonno legata a peso corretto

Ricerche precedenti avevano dimostrato che dormire poco può influenzare il nostro peso, ma una nuova ricerca della Brigham Young University (BYU) riferisce che anche la coerenza del tempo a letto e nell'orario della sveglia può influenzare il grasso...

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Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

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4.08.2017 | Ricerche

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