Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​tau aggregate e migliorano i sintomi della neurodegenerazione nei topi.

Neurons green with tau aggregates red Neuroni (verde) con aggregati tau (rosso). Fonte: Sophie Sanford, UK-DRI / Università di Cambridge

Il team era formato da scienziati del laboratorio di biologia molecolare del Medical Research Council (MRC-LMB) e dell'UK Dementia Research Institute (UK-DRI) all'Università di Cambridge. Loro dicono che questo approccio promettente per il morbo di Alzheimer (MA) potrebbe anche essere applicato in futuro ad altri disturbi cerebrali guidati dall'aggregazione proteica all'interno delle cellule, come la malattia del motoneurone, l'Huntington, il Parkinson e il MA stesso.


In due studi, pubblicati su Cell e su Science, hanno dimostrato che usare le capacità uniche di una proteina chiamata TRIM21 offre alle potenziali terapie due vantaggi chiave: primo, distruggono solo gli aggregati di tau legati alla malattia, lasciando intatte le proteine ​​tau sane, e secondo, le terapie rimuovono aggregati di tau già formati nei topi, oltre a prevenire la formazione di nuovi.

 

Grovigli di tau

Esistono due proteine ​​principali che si ripiegano erroneamente e si accumulano in aggregati nel cervello delle persone colpite dal MA: tau e amiloide. Gli aggregati di amiloide si formano negli spazi tra le cellule cerebrali, dove sono puntati dalle nuove terapie anticorpali, come il lecanemab. Al contrario, i 'grovigli' di tau si formano in gran parte all'interno delle cellule nervose, e si diffondono da una cellula all'altra, fatto fortemente associato al declino cognitivo man mano che la malattia avanza.


È difficile per le terapie anticorpali accedere alle cellule tau dentro le cellule, quindi non rimuovono gli aggregati di tau esistenti. Nella migliore delle ipotesi ne impediscono la diffusione.


Altre tecniche per puntare la tau all'interno delle cellule, come gli oligonucleotidi anti-senso (ASO), hanno dimostrato di ridurre la tau in studi clinici preliminari promettenti, ma agiscono su tutta la tau del cervello e quindi rimuovono anche quella 'sana', con effetti collaterali a lungo termine non ancora noti. La proteina tau 'sana' di norma aiuta a fornire supporto strutturale all'interno delle cellule nervose nel cervello, agendo come impalcatura.

 

Tagliare le proteine ​​legate al MA

Questa nuova tecnica per puntare i grovigli di tau usa una scoperta del 2010 del laboratorio del dott. Leo James al MRC-LMB sul ruolo di una proteina unica chiamata TRIM21, che è una parte fondamentale della risposta immunitaria ai virus. Al di fuori della cellula, il corpo produce anticorpi che si legano ai virus invasori. Quando il virus legato dall'anticorpo entra in una cellula, la TRIM21 lo rileva e lo marca come 'immondizia', ​​consegnandolo allo 'scarico rifiuti' della cellula, il proteasoma, per essere distrutto.


Lo stesso team, che lavora sia al UK-DRI che al MRC-LMB, ha dimostrato nel 2023 che la TRIM21 potrebbe essere riutilizzata per distruggere gli aggregati di proteine ​​tau associati al MA. Cambiando gli anticorpi che legano i virus con anticorpi che si legano alla tau, la TRIM21 è stata ri-istruita a inviare gli aggregati di tau alla distruzione da parte del proteasoma.


La TRIM21 è particolarmente adatta a questo, per una sua caratteristica speciale, una parte della proteina chiamata 'RING' (anello) che viene attivata solo quando due o più proteine ​​TRIM21 si raggruppano insieme. Ciò significa che attiva e segna il suo obiettivo per la distruzione solo quando le proteine ​​TRIM21 sono legate a proteine ​​tau aggregate adiacenti.

 

Nuova terapia 'cavallo di Troia' per aggregati tau

Nei nuovi studi, gli scienziati hanno usato la TRIM21 per creare due nuove terapie che puntano gli aggregati di tau:

  1. La prima terapia, "RING-Nanobody", combina un nano-corpo legante la tau, una versione in miniatura di un anticorpo, con il RING della TRIM21.
  2. La seconda terapia, 'RING-Bait' (esca), vede il RING della TRIM21 unito a una copia della stessa proteina tau. La proteina tau legata al RING funge da esca. Gli aggregati la incorporano e incorporano anche il RING della TRIM21. Una volta che diverse RING-Bait sono aggiunte all'aggregato, si attivano e provocano la sua completa distruzione.


I ricercatori hanno introdotto il DNA che codificava le terapie TRIM21 in cellule contenenti tau aggregati e hanno scoperto che ha eliminato i grovigli tau. Come sperato, la tau 'sana' è rimasta intatta. Il dott. Will McEwan, primo coautore degli studi, dell'UK-DRI all'Università di Cambridge, ha dichiarato :

"Gli aggregati di tau sono nascosti all'interno delle cellule cerebrali e molto difficili da degradare. Criticamente, queste nuove terapie basate sulla TRIM21 possono essere consegnate direttamente all'interno delle cellule, dove risiedono la maggior parte degli aggregati di tau.

"Abbiamo trovato un modo che non solo degrada gli aggregati tau, ma lascia intatta la tau sana per fare il suo lavoro. La nuova strategia va oltre ciò che può essere ottenuto con le attuali terapie ASO ora sperimentate, in quanto potrebbe evitare qualsiasi potenziale effetto collaterale a lungo termine dell'eliminazione della tau normale".


Poiché malattie neurodegenerative diverse possono avere tipi diversi di tau mal ripiegata, hanno testato le terapie su cellule contenenti proteine ​​di tau aggregate prese dal tessuto cerebrale donato da persone che avevano il MA o la paralisi sopranucleare progressiva (PSP), che hanno diverse strutture di tau mal ripiegata.


La terapia RING-Bait è riuscita a prevenire l'aggregazione di tau indotta da proteine ​​del cervello di pazienti sia di MA che di PSP. Il dott. Leo James, coautore degli studi, del MRC-LMB di Cambridge, ha dichiarato:

"Le malattie neurodegenerative possono avere proteine ​​tau che si sono mal ripiegate in molti modi diversi, aumentando la possibilità di trattamenti diversi per ogni malattia. Un aspetto utile della RING-Bait è che, essendo attaccata a una proteina tau, è un cavallo di Troia universale che dovrebbe essere incorporato in diversi tipi di aggregati tau esattamente come la stessa proteina tau mal ripiegata della cellula".

 

I topi camminano meglio dopo la terapia

Affinché il trattamento funzioni in un animale, deve non solo entrare nel cervello, ma anche entrare all'interno delle sue cellule. Per fare ciò, i ricercatori hanno usato un virus innocuo sviluppato in precedenza per trasportare terapie come questa, chiamato 'virus adeno-associato' (AAV). che invia istruzioni al DNA per realizzare le proteine ​​personalizzate all'interno delle cellule cerebrali.


I topi anziani con aggregati di proteine ​​tau hanno avuto una iniezione con una singola dose del vettore della terapia genica contenente il trattamento, o un placebo. Nel giro di poche settimane, c'è stata una significativa riduzione della quantità di tau aggregata nelle cellule cerebrali degli animali trattati.


È importante che, nei topi che hanno ricevuto il trattamento RING-Bait, la progressione dei sintomi di neurodegenerazione è rallentata e hanno mostrato una funzione motoria significativamente migliore, come valutato da un programma di intelligenza artificiale che ha dato un punteggio al loro funzionamento. La dott.ssa Lauren Miller, una autrice dello studio, che ha lavorato sia all'UK-DRI che al MRC-LMB, ha dichiarato:

"Non sapevamo se la rimozione specifica di aggregati di tau all'interno della cellula fosse sufficiente per fermare la progressione della malattia. È incoraggiante che RING-Bait riduca la gravità della malattia nei nostri sistemi modello, poiché ciò suggerisce che la rimozione selettiva degli aggregati di tau è un approccio terapeutico valido. Saranno necessari ulteriori lavori per dimostrare che questo effetto benefico si ottiene su altri modelli di malattie umane".


Il dott Guido Papa, un autore dello studio, dell'MRC-LMB, ha dichiarato:

"La bellezza del RING-Bait sta nella sua ampia adattabilità e nel potenziale di affrontare altre condizioni caratterizzate dall'accumulo di gruppi patologici di proteine. Altre malattie neurodegenerative sono causate da aggregati formati da altre proteine, come la TDP43 nella malattia del motoneurone e l'alfa-sinucleina nel Parkinson. Si spera che RING-Bait consenta di sviluppare terapie che mirano direttamente al processo di aggregazione in queste malattie".


Gli scienziati avvertono che queste terapie richiedono ancora molto sviluppo prima che possano essere testate nell'uomo, in particolare lo sviluppo di un vettore AAV che possa fornire terapie RING-Nanobody o RING-Bait in modo sicuro ed efficace alle cellule in tutto il cervello umano. Il dott. Jonathan Benn, un autore dello studio, dell'UK-DRI all'Università di Cambridge, ha dichiarato:

"È importante sottolineare che, sebbene abbiamo dimostrato che funzioni in un modello di topo, questo è molto lontano da una terapia per l'uomo. Dovremmo determinare che è sicuro usare terapie basate sulla TRIM21 nel cervello umano e che i trattamenti sono efficaci sia per rimuovere aggregati che per migliorare il corso della malattia.

"Alcuni vettori AAV sono già approvati per l'uso nell'uomo, ad esempio nelle malattie degenerative degli occhi e nelle malattie genetiche come l'atrofia muscolare spinale. Tuttavia, introdurre AAV a sufficienza nel cervello adulto rimane una sfida significativa: il cervello umano è circa 1.000 volte più grande di quello del topo. Ma questo è un campo in rapido movimento e ci sono metodi di trasporto genico all'avanguardia che speriamo possano consentire alle nostre terapie di essere consegnate su larga scala in futuro".

 

 

 


Fonte: UK Research and Innovation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • LVC Miller. [+13], WA McEwan, LC James. Co-opting templated aggregation to degrade pathogenic tau assemblies and improve motor function. Cell, 2024, DOI
  • J Benn, [+14], WA McEwan. Aggregate-selective removal of pathological tau by clustering-activated degraders. Science, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.