Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mantenere la stessa infermiera per le visite a casa può prevenire nuovi ricoveri alle persone con demenza

Le persone con demenza che ricevono le visite di assistenza sanitaria a domicilio hanno meno probabilità di essere riammesse in ospedale quando c'è coerenza nello staff infermieristico, secondo un nuovo studio di ricercatori della New York University, pubblicato su Medical Care.


L'assistenza sanitaria a casa (in cui i professionisti sanitari, principalmente infermieri, visitano i pazienti a casa loro per dare assistenza) è diventata una fonte importante di servizi domestici e basati sulla comunità che si prendono cura delle persone con demenza.


Questi individui hanno spesso diverse condizioni croniche, prendono diversi farmaci e hanno bisogno di assistenza per le attività della vita quotidiana. Nel 2018, oltre 5 milioni di beneficiari Medicare (ndt: assicurazione sanitaria pubblica USA) hanno ricevuto assistenza sanitaria in casa, compresi 1,2 milioni con morbo di Alzheimer (MA) e altre demenze correlate.


"Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale nel fornire assistenza sanitaria in casa", ha detto Chenjuan Ma PhD/MSN, assistente professoressa della NYU e prima autrice dello studio. "Con l'invecchiamento della popolazione e gli anziani che scelgono di 'invecchiare sul posto' il più a lungo possibile, la domanda di assistenza sanitaria a domicilio per le persone con demenza dovrebbe crescere rapidamente".


Per la maggior parte dei pazienti, l'assistenza sanitaria in casa spesso inizia dopo una dimissione dall'ospedale. Dato che i nuovi ricoveri sono un problema significativo, per qualità, sicurezza e finanze, nell'assistenza sanitaria, Ma e i suoi colleghi volevano capire se la continuità delle cure, cioè mantenere la stessa infermiera a ogni visita a casa, potrebbe aiutare a impedire nuovi ricoveri dei pazienti.


Usando i dati di diversi anni di un'agenzia di assistenza a domicilio di grandi dimensioni, i ricercatori hanno studiato 23.886 anziani con demenza che hanno ricevuto assistenza sanitaria a domicilio a seguito di un ricovero in ospedale. Hanno misurato la continuità delle cure in base al numero di infermieri e visite durante l'assistenza a domicilio, con un punteggio più alto che indica una migliore continuità delle cure.


Circa un anziano su quattro (24%) con demenza nello studio è stato ricoverato di nuovo dopo l'assistenza sanitaria in casa. Infezioni, problemi respiratori e malattie cardiache erano le tre ragioni più comuni per essere riammessi in ospedale.


I ricercatori hanno trovato ampie variazioni nella continuità delle cure infermieristiche nelle visite a domicilio per le persone con demenza. L'8% non ha avuto continuità di assistenza, con un'infermiera diversa a ogni visita, mentre il 26% ha ricevuto tutte le visite dalla stessa infermiera. Hanno anche scoperto che maggiore è l'intensità della visita, o più sono le ore di cura fornite ogni settimana, minore è la continuità delle cure.


"Questo può suggerire che è difficile raggiungere la continuità quando un paziente richiede più cura, anche se non possiamo escludere la possibilità che un'elevata continuità di cura comporti un'assistenza più efficiente e quindi meno ore di cura", ha spiegato la MA.


In particolare, la maggiore continuità della cura in casa ha portato a un rischio inferiore di nuovo ricovero, anche dopo che i ricercatori hanno controllato altri fattori di rischio clinico e l'intensità dell'assistenza sanitaria a domicilio (le ore medie di cura alla settimana). Rispetto a quelli con un'elevata continuità di cura infermieristica, le persone con demenza con una continuità bassa o moderata di cura infermieristica avevano il 30-33% in più di probabilità di essere nuovamente ricoverato.


"La continuità delle cure infermieristiche è preziosa per l'assistenza sanitaria in casa, a causa del suo modello decentralizzato e intermittente", ha affermato la MA. "Mentre la continuità può dare benefici a ogni paziente di assistenza a domicilio, può essere particolarmente cruciale per le persone con demenza. Avere la stessa persona che offre assistenza può aumentare la familiarità, instillare fiducia e ridurre la confusione per i pazienti e le loro famiglie".


Per migliorare la continuità delle cure infermieristiche, i ricercatori raccomandano di affrontare la carenza di infermieri domiciliari, migliorando il coordinamento delle cure e abbracciando la telemedicina nell'assistenza sanitaria a domicilio.


"Ci sono molteplici fattori strutturali a sfidare la continuità delle cure per gli infermieri a domicilio e per l'altro personale. Questi possono includere lunghi tempi di pendolarismo, poco personale a tempo parziale o pieno, agenzie che si affidano per lo più a operatori giorno-per-giorno e culture organizzative che non promuovono la conservazione del personale sanitario a domicilio", ha affermato Allison Squires PhD/RN/FAAN, professoressa associata della NYU, autrice senior dello studio. "La legislazione proposta nel Congresso, che cerca di aumentare i salari degli operatori delle case di riposo e a domicilio, si ripagherà da sola perché le agenzie possono migliorare la continuità della cura, e quindi ridurre i costi associati ai ripetuti ricoveri ospedalieri".


Anche un modello di assistenza ibrida, fatto di visite in persona e visite di telemedicina, potrebbe aiutare a raggiungere una maggiore continuità delle cure, secondo i ricercatori, che incoraggiano i responsabili della politica a considerare la possibilità di espandere la copertura per le visite di telemedicina nell'assistenza domiciliare.

 

 

 


Fonte: New York University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chenjuan Ma, Margaret McDonald, Penny Feldman, Sarah Miner, Simon Jones, Allison Squires. Continuity of Nursing Care in Home Health. Medical Care, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)