La realtà aumentata (AR) è pronta a rivoluzionare il modo in cui le persone completano i compiti quotidiani essenziali, ma gli anziani - che hanno molto da guadagnare dalla tecnologia - saranno esclusi dal suo uso, a meno che nel progettare il software non si pensi di più a dare un senso per loro.
Il pericolo che gli anziani restino esclusi è stato evidenziato dalla ricerca condotta dagli scienziati dell'Università di Bath in collaborazione con i progettisti di Designability, organizzazione no-profit di Bath. Un documento che descrive il loro lavoro ha ricevuto una menzione speciale alla Human Computer Interaction Conference (CHI2021) di quest'anno, la più grande del mondo nel suo genere.
Lo studio conclude che gli over-50 hanno maggiori probabilità di avere successo nel completare compiti suggeriti dall'AR (come "raccogli il cubo" seguito da "sposta il cubo all'area blu") quando i passaggi sono mostrati da una 'ghosthand' (mano digitale) che mostra l'azione, piuttosto che dalla freccia normale, o da qualche altro aiuto visivo.
Secondo il team di ricerca, molti produttori di software AR ignorano le esigenze e le preferenze delle persone anziane nei loro progetti.
"Non possiamo aspettarci che le persone traggano benefici della tecnologia AR se non possono seguire le istruzioni che vengono loro date", ha detto il dott. Christof Lutolath dal Dipartimento di Informatica dell'Università.
Thomas Williams, laureando di ingegneria che ha condotto la ricerca, ha dichiarato:
"Serve pensare molto di più a cosa richiedono gli anziani dalla realtà aumentata, così gli utenti di questo gruppo possono capire subito le istruzioni date. La tecnologia AR ha un grande potenziale per migliorare la vita degli anziani, ma la maggior parte dei progettisti AR danno poca o nessuna attenzione al tipo di miglioramenti da applicare per questa popolazione".
A supervisionare il progetto c'era il dott. Lutteroth e il dott. Simon Jones, anch'egli del Dipartimento di Informatica della Bath, la dott.ssa Elies Dekoninck del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e la dott.ssa Hazel Boyd della Designability.
Per lo studio, i partecipanti sono stati invitati a sollevare, spostare, abbassare, aprire e chiudere forme 3D su un pannello schiumato, in risposta a quattro diversi tipi di istruzioni visive mostrate su un computer portatile che eseguiva l'applicazione AR. Nel complesso, i partecipanti hanno preferito la ghosthand rispetto agli altri suggerimenti dell'AR, ed erano più veloci a completare i compiti e più fiduciosi nelle loro azioni.
Assistiti dalla mano, hanno risposto con velocità quasi doppia e con accuratezza doppia rispetto a quando hanno avuto un altro tipo di suggerimento usato più di frequente. I partecipanti hanno commentato di potersi relazionare con la mano e che era più chiara per loro degli altri suggerimenti visivi.
Le dimostrazioni date con altri tre 'potenziamenti' (una freccia, una copia trasparente dell'oggetto e una pulsazione trasparente), hanno portato spesso i partecipanti ad esitare prima di agire e a rivedere le istruzioni visive più spesso per completare il compito. Ha anche portato i partecipanti ad essere meno sicuri di aver fatto il lavoro giusto.
"Anche se la tecnologia AR ha un grande potenziale per migliorare la vita degli anziani, questo gruppo di utenti è raramente considerato un obiettivo per lo sviluppo di AR", ha affermato il dott. Lutteroth. "Penso che questo sia il primo studio a indagare sull'accessibilità della tecnologia AR per gli utenti anziani".
Come può aiutare nella demenza e i problemi di memoria
I ricercatori prevedono che l'AR sarà presto adottata per aiutare le persone a:
- capire come potrebbe essere vivere con un deterioramento cognitivo come la demenza;
- fare migliori valutazioni delle modifiche per prevenire le cadute degli anziani in casa;
- ridurre gli errori relativi alla direzione e alle distrazioni nei sistemi di navigazione in auto;
- dare formazione per migliorare la direzionalità spaziale.
I team di ricerca vedono un enorme potenziale per la tecnologia AR usata in aiuto alle persone con demenza e altre difficoltà di memoria. Con l'AR, compiti come preparare i pranzi, lavarsi le mani o prepararsi una tazza di tè, possono essere suddivisi nei singoli passaggi, ognuno dei quali rappresentato semplicemente e chiaramente su uno schermo o su occhiali/visore di AR, rendendolo molto più facile da completare bene. L'AR è anche esplorata come strumento diagnostico per rilevare i primi segni di declino cognitivo e fornire alle persone una diagnosi di demenza più precoce.
"Le attività della vita quotidiana che diamo per scontate possono essere più difficili per le persone con demenza, e i suggerimenti dell'AR potrebbero fare una grande differenza per loro se progettati in modo appropriato", ha detto il dott. Boyd.
Inclusività
Allora perché gli anziani sono lasciati fuori dalla ricerca sull'AR? Secondo il dott. Jones:
"I progettisti spesso trovano difficile sapere come pensano i non addetti e le persone anziane, se non sono grandi utenti di tecnologia.
"Un altro problema comune è che i progettisti spesso prioritizzano in un modo non inclusivo: si preoccupano più dell'estetica di un'applicazione che della facilità d'uso per tutti. Va bene se sei un utente regolare di un'applicazione, ma viola un principio essenziale di usabilità: non dovresti leggere un manuale per realizzare ciò che stai cercando di realizzare".
L'AR sta guadagnando popolarità in medicina, nel turismo del patrimonio culturale, nell'assemblaggio industriale e più di recente, in casa. Permette alle persone di usare il loro smartphone o degli occhiali speciali per immergersi in un ambiente reale in cui gli oggetti nelle loro immediate vicinanze sono migliorati dai contenuti digitali (come la ghosthand). Nel prossimo decennio, gli informatici si aspettano che questa tecnologia sia sempre più integrata nella vita quotidiana di tutti noi.
"Usereremo l'AR per tutto, dal riparare la lavatrice al decidere se è meglio prendere il bus alla fermata 1 o 2 mentre camminiamo per strada", ha detto la dott.ssa Dekoninck.
Molte persone hanno incontrato l'AR per la prima volta nel 2016 con il rilascio di Pokémon Go. Questo gioco migliorato dall'AR permetteva ai giocatori di usare lo schermo del loro smartphone per individuare le creature dell'universo Pokémon sovrapposto al mondo reale.
Fonte: University of Bath (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Thomas J. Williams, Simon L. Jones, Christof Lutteroth, Elies Dekoninck, Hazel C Boyd. Augmented Reality and Older Adults: A Comparison of Prompting Types. Conference on Human Factors in Computing Systems, 6 May 2021, DOI
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