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La stimolazione cerebrale profonda come trattamento per l'Alzheimer

Uno studio su un piccolo gruppo di persone con sospetto Alzheimer lieve (AD) suggerisce che un dispositivo che invia impulsi elettrici continui a specifiche regioni di "memoria" del cervello sembra aumentare l'attività neuronale.

I risultati dello studio con la stimolazione cerebrale profonda, una terapia già utilizzata in alcuni pazienti con morbo di Parkinson e depressione, può dare speranza ad almeno alcuni pazienti con AD, una malattia incurabile.


"Pur essendo il nostro studio progettato principalmente per garantire sicurezza, e con il coinvolgimento solo di sei persone (dovendo quindi essere replicato su una scala più ampia), non abbiamo un altro trattamento per l'AD al momento che mostri tali effetti promettenti sulla funzionalità del cervello", ha detto il primo autore dello studio Gwenn Smith (foto), Ph.D., professore del Dipartimento di psichiatria e Scienze Comportamentali alla Johns Hopkins University School of Medicine.


La ricerca, pubblicata su Archives of Neurology, è stata condotta mentre la Smith era all'Università di Toronto, e sarà continuata a Toronto, alla Hopkins e in altri luoghi degli Stati Uniti in futuro. Lo studio è stato diretto da Andres M. Lozano, presidente del Dipartimento di Neurochirurgia dell'Università di Toronto.


Tredici mesi dopo l'impianto di un dispositivo che permette di inviare continui impulsi elettrici al cervello, la Smith e i suoi colleghi hanno eseguito scansioni PET, capaci di rilevare i cambiamenti nel metabolismo delle cellule cerebrali di glucosio, ed ha trovato che i pazienti con forme lievi di AD hanno mostrato un aumento sostenuto nel metabolismo del glucosio, un indicatore dell'attività neuronale. Gli aumenti, dicono i ricercatori, erano maggiori di quelli riscontrati nei pazienti che hanno assunto i farmaci attualmente in commercio per combattere la progressione dell'AD. Altri studi di imaging hanno dimostrato che una diminuzione nel metabolismo del glucosio nell'arco di un anno è tipico in AD. L'Alzheimer può essere diagnosticato esattamente attraverso biopsie cerebrali solo dopo la morte.


Il team ha osservato circa il 15 / 20 per cento di aumento nel metabolismo del glucosio dopo un anno di continua stimolazione. Gli aumenti sono stati osservati, in misura maggiore, nei pazienti con risultati migliori nella cognizione, nella memoria e nella qualità della vita. Inoltre, la stimolazione ha aumentato la connettività nei circuiti cerebrali associati con la memoria.


La stimolazione cerebrale profonda (DBS) richiede un intervento chirurgico per impiantare un pacemaker cerebrale, che invia impulsi elettrici a parti specifiche del cervello. Per lo studio, i chirurghi hanno impiantato un piccolo elettrodo in grado di fornire un debole impulso elettrico vicino al fornice, un tratto di nervo cruciale nei circuiti di memoria cerebrali. I ricercatori - la maggior parte dell'Università di Toronto - hanno riferito pochi effetti collaterali nei sei soggetti testati. Altrettanto importante, dice la Smith, è stato vedere che la DBS è apparsa invertire il rallentamento del metabolismo del cervello che viene in genere dall'AD.


L'Alzheimer è una demenza progressiva e letale che colpisce principalmente gli anziani, danneggiando la memoria, il pensiero e il comportamento. Le stime variano, ma gli esperti suggeriscono che almeno 5.1 milioni di americani possono avere la malattia e che, come l'invecchiamento dei baby boomer, la prevalenza salirà alle stelle. La Smith dice che decenni di ricerca non hanno ancora portato a capire le sue cause o i trattamenti di successo che fermano la progressione.


Il test con la DBS è nato, dice la Smith, quando Lozano ha utilizzato la DBS del fornice per trattare un uomo obeso. La procedura, creata per identificare le regioni del cervello coinvolte nella soppressione dell'appetito, ha portato inaspettatamente miglioramenti significativi alla sua memoria. Ispirati da ciò, gli scienziati hanno cercato rigorose approvazioni etiche e scientifiche, prima di iniziare in sicurezza lo studio di fase 1 di AD.


La Smith, che è anche direttrice della Divisione di Psichiatria e Neuropsichiatria Geriatrica del Johns Hopkins Bayview Medical Center, è un'autorità sulla mappatura del metabolismo del glucosio del cervello nell'invecchiamento e nelle malattie psichiatriche. Sono state le precedenti analisi della Smith sulle scansioni PET dei pazienti con AD che hanno rivelato il loro modello distinto di ridotto metabolismo cerebrale. Ha determinato che parti specifiche della corteccia temporale e parietale (aree di teri di memoria del cervello dove appare inizialmente la patologia di AD), diventano sempre più lente con il tempo.


Il nuovo studio è stato sostenuto anche da finanziamenti della Neurosurgical Research and Education Foundation, dalla Dana Foundation e dalla Krembil Neuroscience Discovery Fund. Ha contribuito a questa ricerca anche Clifford I. Workman, BS, della Johns Hopkins.

 

 

 

 

 


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Riferimento: http://www.hopkinsmedicine.org/psychiatry/expert_team/faculty/S/SmithG.html

Pubblicato da Bob De Marco in Alzheimer's Reding Room il 7 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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