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Gli integratori antiossidanti dovrebbero essere presi SOLO sotto controllo

La stampa generalista, e migliaia di prodotti nutrizionali, mettono in guardia dai radicali di ossigeno o dallo stress ossidativo e suggeriscono di prendere i cosiddetti antiossidanti per prevenire o curare le malattie.


Il professore Pietro Ghezzi, della Brighton and Sussex Medical School e il professore Harald Schmidt dell'Università di Maastricht, hanno analizzato le prove alla base di questi suggerimenti. Il risultato è un chiaro avvertimento: non prendere questi integratori a meno che non sia diagnosticata una carenza evidente da un professionista sanitario.


Gli esseri umani dipendono dall'ossigeno per produrre energia, ma l'ossigeno ha anche il potenziale di generare i cosiddetti «radicali di ossigeno», che possono causare stress ossidativo e malattie. I marcatori dello stress ossidativo sono stati correlati alle malattie cardiovascolari, al cancro, al diabete, e ad altre condizioni.


A causa di queste associazioni, gli integratori antiossidanti sono presi da milioni di persone e tuttavia nessuno degli antiossidanti testati in studi clinici randomizzati ha dimostrato un qualsiasi beneficio. Al contrario, alcuni di essi possono causare danni.


Questo perché i radicali dell'ossigeno non solo innescano le malattie, ma hanno anche molte funzioni importanti nel corpo, come la difesa immunitaria e la sintesi ormonale. Perciò gli antiossidanti interferiscono con le molecole di ossigeno, sia quelle sane sia quelle che scatenano le malattie.


"Lo stress ossidativo potrebbe essere importante in alcune condizioni e solo in una piccola percentuale di pazienti", ha detto il Prof. Ghezzi. "Può essere affrontato in un modo del tutto diverso, con farmaci che puntano solo le fonti di molecole di ossigeno che sono fattori scatenanti della malattia e non toccano quelle sane", ha aggiunto il Prof. Schmidt.


La revisione è stata pubblicata sul British Journal of Pharmacology.

 

 

 


Fonte: Wiley via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pietro Ghezzi, Vincent Jaquet, Fabrizio Marcucci, Harald H.H.W. Schmidt. The oxidative stress theory of disease: levels of evidence and epistemological aspects. British Journal of Pharmacology, 2016; DOI: 10.1111/bph.13544

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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