Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della memoria nell'Alzheimer

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la perdita di memoria, fornendo l'enzima ODC1 come nuovo obiettivo terapeutico per trattare l'Alzheimer.

Astrocytic urea cycleIl sequenziamento dell'RNA e l'analisi dei metaboliti rivelano che il metabolismo non ciclico dell'urea degli astrociti si trasforma in uno stato ciclico in condizioni reattive simili all'Alzheimer. (Fonte: Yeon Ha Ju et al.)

Il numero di anziani che soffrono di morbo di Alzheimer (MA) è aumentato rapidamente negli ultimi decenni. Da molto tempo, gli scienziati credono che gli aggregati mal ripiegati di proteina amiloide-beta (Aβ) si accumulano e formino placche nel cervello, portando alla perdita di memoria e alla morte neuronale.


Tuttavia, i recenti fallimenti degli studi clinici di farmaci legati a questa ipotesi indicano la necessità urgente di comprendere il legame mancante tra le placche di proteina Aβ e i sintomi della malattia, un fenomeno che è studiato da decenni.


Ricercatori guidati dal direttore Justin Lee del Center for Cognition and Sociality dell'Institute for Basic Science (IBS), in Corea del Sud, stanno approfondendo questo argomento e hanno pubblicato nel 2020 sulla rivista Nature Neuroscience le prove che le cellule a forma di stella nel cervello, chiamate astrociti, sono molto coinvolte nel MA e nella sua progressione.


Spinto da questa scoperta, il gruppo ha cercato di esplorare ulteriormente la connessione molecolare alla base della risposta  degli astrociti. Dopo aver studiato i percorsi cellulari di base e come cambiano negli astrociti del cervello, il team IBS ha ora scoperto il collegamento mancante: la conversione dell'Aβ in urea nel cervello.


Il ciclo dell'urea è ampiamente studiato come percorso metabolico importante nel fegato e nei reni, parte dei nostri processi digestivi ed escretori. Nel fegato, il ciclo dell'urea converte l'ammoniaca, un prodotto tossico della digestione delle proteine, nell'urea, che è facilmente escreta dai nostri reni come urina.


Sorprendentemente, studi precedenti avevano riferito un aumento dell'urea nel cervello dei pazienti con MA, il che ha portato il team IBS a chiedersi se il ciclo dell'urea abbia un ruolo nella patologia della malattia. Con sorpresa, ha scoperto che il ciclo dell'urea è 'acceso' negli astrociti del cervello di MA, per ripulire gli aggregati tossici di Aβ e rimuoverli sotto forma di urea.


Tuttavia, questo non è positivo come sembra: il gruppo ha scoperto che l'accensione del ciclo dell'urea provoca la produzione di ornitina, un altro metabolita che si accumula nella cellula e che deve essere espulso. Gli astrociti producono instancabilmente l'enzima ornitina decarbossilasi 1 (ODC1) in questa condizione, per gestire l'ornitina accumulata e convertirla in putrescina.


Ciò aumenta di conseguenza i livelli del neurotrasmettitore acido γ-aminobutirrico (GABA), nonché di sottoprodotti tossici come il perossido di idrogeno (H2O2) e l'ammoniaca nel cervello. Questa ammoniaca si alimenta ulteriormente nel ciclo dell'urea e continua questo processo, causando sempre più accumulo di sottoprodotti tossici.


Gli alti livelli di GABA rilasciati da questi astrociti hanno un'azione inibitoria sulla trasmissione dei neuroni, contribuendo alla perdita di memoria spia del MA.


Nello studio del 2020 citato sopra, dello stesso gruppo, il perossido di idrogeno è risultato essere il fattore primario causa della grave reattività degli astrociti malati, che provoca la morte delle cellule neuronali. Ora, i nuovi risultati di questo studio spiegano con precisione come l'aumento di GABA, H2O2 e ammoniaca contribuiscono ed esacerbano la perdita di memoria e la morte delle cellule neuronali associate al MA.


Il primo autore Ju Yeon ha dichiarato:

“Per anni, gli scienziati hanno discusso del ruolo benefico e dannoso degli astrociti reattivi e con i risultati di questo studio, il nostro gruppo è in grado di delimitare chiaramente il ciclo benefico dell'urea e la conversione dannosa di ornitina in putrescina e GABA, fornendo così le prove della duplice natura degli astrociti nel cervello del MA".


Il gruppo ha fatto ulteriori esperimenti per sfruttare questa nuova conoscenza, scoprendo che il silenziamento genico specifico negli astrociti dell'enzima ornitina decarbossilasi 1 in topi transgenici modello di MA è riuscito a fermare l'eccessiva produzione di GABA e l'inibizione neuronale nell'ippocampo del cervello di topo.


Questi animali si sono comportati meglio in compiti comportamentali legati alla memoria, riprendendosi quasi completamente dalla perdita di memoria associata al MA dopo la rimozione dell'ODC1. In più, il numero di placche di Aβ era significativamente inferiore nel cervello dei topi con il gene ODC1 silenziato, indicando che il ciclo dell'urea stava lavorando con più efficienza per liberare la proteina accumulata senza causare l'accumulo di sottoprodotti dannosi come H2O2, GABA e ammoniaca.


L'autore senior dello studio Justin Lee ha osservato:

“Con i risultati di questo studio, siamo finalmente in grado di delineare il percorso che collega le placche Aβ alla reattività astrocitica, scoprendo per la prima volta la presenza di un ciclo di urea funzionale negli astrociti reattivi.

"Abbiamo anche trovato livelli più alti di enzima ODC1 nel cervello dei pazienti umani con MA, aumentando la possibilità di applicare all'uomo i risultati del nostro studio sui topi e indicando che l'ODC1 può essere un nuovo e potente bersaglio terapeutico contro la malattia; inibendolo potremmo eliminare le placche di Aβ e migliorare la memoria".


Questa ricerca è stata pubblicata su Cell Metabolism. Grazie alla significatività e alla novità dello studio, il primo autore dott. Ju Yeon Ha è stato invitato a presentare lo scorso aprile i risultati al simposio Metabolites in Signalling and Disease della rivista a Lisbona in Portogallo.

 

 

 


Fonte: Institute for Basic Science (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yeon Ha Ju, ...[+13], Justin Lee. Astrocytic urea cycle detoxifies Aβ-derived ammonia while impairing memory in Alzheimer’s disease. Cell Metabolism, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.