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Anziane con demenza che si perdono hanno maggiori probabilità di sopravvivere

Perdersi in un luogo sconosciuto è una sensazione inquietante che la maggior parte di noi ha provato. Ritrovare la strada e arrivare in sicurezza a destinazione richiede abilità cognitive e fisiche e potenzialmente altre risorse. Questo è il motivo per cui fino al 60% delle persone con demenza arriverà a perdersi nel corso della vita con la malattia.


Abbiamo condotto uno studio sui casi di ricerca e soccorso negli Stati Uniti e abbiamo scoperto che le persone over-65 che si perdono subiscono un danno (a volte fatale) più grande di quanto ci aspettavamo. Tuttavia, i risultati per le persone anziane con demenza sono stati sorprendenti e controintuitivi.

 

Cosa sappiamo degli anziani e del perdersi

Gli anziani (quelli di oltre 65 anni) sono più vulnerabili a perdersi. Il declino nella funzione fisica e cognitiva legato all'età influisce sulla capacità di muoversi, resistere nell'ambiente e chiedere assistenza.


Perdersi è molto angosciante sia per la persona dispersa che per i suoi cari. Le persone con demenza hanno un rischio maggiore di perdersi a causa dei problemi di memoria, perdita di giudizio e capacità visiva percettiva ridotta (potrebbero dimenticare i punti di riferimento, confondersi sulla direzione o non riconoscere i luoghi).


La fragilità e l'aumento del rischio di malattia man mano che si invecchia implicano che per gli anziani aumenta il rischio di subire una lesione, a volte fatale.

 

Cosa ha trovato il nostro studio

Il nostro studio ha esaminato i rapporti sui casi di persone anziane che si sono perse negli Stati Uniti e il cui problema è stato denunciato alla polizia o direttamente a una squadra di ricerca e soccorso. Abbiamo esaminato 1.703 incidenti che hanno richiesto un'operazione di ricerca e soccorso per individuare la persona. Abbiamo usato i dati degli Stati Uniti perché erano di più e più dettagliati di quelli che abbiamo in Australia.


Dei 1.703 casi, 208 (12%) persone sono state trovate morte. Questo era più di quanto ci aspettassimo, ma il numero esatto di decessi è difficile da prevedere poiché alcune persone muoiono dopo essere state trovate a causa delle lesioni, e alcune vengono trovate rapidamente prima di coinvolgere la polizia.


Abbiamo scoperto che la morte era più probabile in situazioni in cui c'erano attività legate all'acqua (come la nautica e la pesca), in condizioni di clima freddo (pioggia, temporale, neve) e tra i maschi. E coloro che non sono sopravvissuti avevano maggiori probabilità di trovarsi in acqua o in zone umide rispetto alle persone trovate vive.


È importante sottolineare che, per coloro che non sono sopravvissuti, il tempo impiegato per avvisare le squadre di ricerca e soccorso è stato tre volte più lungo. Il tempo di ricerca è stato sei volte più lungo. È interessante notare che le persone con demenza avevano maggiori probabilità di essere trovate vive rispetto a quelle senza demenza.

 

Perché le persone con demenza avevano maggiori probabilità di sopravvivere?

Anche se sembra una scoperta controintuitiva, la spiegazione del perché quelli con demenza andavano meglio potrebbe essere nel nostro approccio alle cure e i metodi di soccorso applicati agli anziani con demenza.


I caregiver delle persone con demenza possono usare con più regolarità dispositivi tecnologici di tracciamento o il blocco delle porte, per impedire alla persona anziana con demenza di lasciare la casa.


È anche plausibile che le maggiori preoccupazioni per la sicurezza e il benessere delle persone con demenza possono essere una spinta per i caregiver a coinvolgere prima le squadre di ricerca e soccorso, rispetto a quando si nota la scomparsa della persona senza demenza.


In alternativa, può anche riflettere le strategie impiegate dai team di ricerca e soccorso. Le ricerche delle persone perse con demenza danno spesso la priorità e ricevono la massima urgenza dalle squadre di ricerca e soccorso.


Questa attenzione alle persone con demenza può trascurare altre persone anziane che necessitano di interventi. Potremmo non provare lo stesso livello di urgenza o addirittura non riconoscere che esiste un rischio reale di danno per le persone senza demenza.

 

Cosa significano i risultati?

Questo studio, sebbene focalizzato sugli Stati Uniti, è probabilmente trasferibile a paesi con autorità di ricerca e soccorso, climi e terreno simili. Certamente, paesi come Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti possono imparare gli uni dagli altri e sappiamo che condividono informazioni di ricerca e soccorso con l'obiettivo di migliorare gli sforzi di ricerca.


Ci ricorda con forza che dobbiamo concentrarci su tutte le persone anziane e non limitare la nostra attenzione a un gruppo di popolazione. Se si nota che una persona cara è scomparsa, è importante contattare presto la polizia. Più a lungo manca una persona, maggiore è il rischio di morte.


Per le persone con demenza, le famiglie dovrebbero considerare l'uso di dispositivi di tracciamento personale come orologi GPS o targhette. Questo intervento può aiutare a individuare rapidamente la persona e rispetta anche il proprio diritto alla libertà di movimento.


Spesso, le persone vengono trovate nelle immediate vicinanze del luogo in cui sono state viste l'ultima volta e quindi la ricerca nei paraggi può essere efficace. Infine, dobbiamo comprendere i pericoli delle attività legate all'acqua. Questo pericolo si estende a tutte le persone anziane, con e senza demenza. Garantire che la famiglia sappia quando e dove una persona anziana va in luoghi con acqua e che indossi un dispositivo di tracciamento può semplicemente salvare una vita.

 

 

 


Fonte: Marta Woolford (dottoranda e responsabile ricerca medicina forense) e Joseph Ibrahim (professore Medicina Forense), Monash University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MH Woolford et al. Search and rescue incidents among persons 65 years and older in the USA: Examination of factors associated with death. Int J Geriatr Psychiatry, Nov 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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