Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire il dolore dei familiari per una persona cara ancora in vita

I sintomi di dolore che le persone sentono per una persona cara che ha di fronte una malattia che limita la vita, fluttuano nel tempo, secondo un nuovo studio, suggerendo che gli individui possono adattarsi al dolore emotivo, ma anche rivelando fattori che possono rendere più grave il dolore pre-perdita.


I ricercatori hanno esaminato i cambiamenti di gravità dei sintomi del dolore pre-perdita nelle persone i cui familiari avevano un cancro o una demenza avanzata.


Lo studio è il primo a documentare il dolore pre-perdita in due punti del tempo e ha rilevato che circa il 70% dei sintomi dei partecipanti è diminuito nel corso di un mese. Tuttavia, rispetto ai sintomi iniziali riportati dai partecipanti, le donne e quelli con un onere pesante di caregiving erano più propensi a sperimentare sintomi più intensi un mese dopo.


I risultati hanno anche dimostrato che i familiari dei pazienti con demenza, per i quali non esiste un trattamento o una cura a lungo termine, avevano una probabilità significativamente maggiore dei familiari dei pazienti affetti da cancro ad avere dolore pre-perdita grave, ma anche che alcune persone che prevedevano di perdere un proprio caro al cancro avevano livelli inaspettatamente elevati di dolore pre-perdita.


I partecipanti hanno riferito sintomi simili, indipendentemente da quanto tempo erano consapevoli che il loro caro aveva una malattia limitante la vita, un'altra scoperta sorprendente per Jonathan Singer, primo autore della ricerca, della Ohio State University:

"Le persone in questo studio avevano dolore pre-perdita ad un tasso molto alto dopo molti anni. Questo era scioccante, perché uno potrebbe pensare che nel tempo si attenui. Ma con l'Alzheimer, può diventare più difficile, e con il cancro ci potrebbe essere una traiettoria simile, che comincia con la speranza all'inizio, ma peggiora nel tempo.

"Cosa succede a questi familiari ancora in difficoltà: è l'onere del caregiver, è che hanno perso la loro identità, è che non sono più coinvolti in attività piacevoli? Questo è ciò che vogliamo capire in seguito".


Lo studio è stato pubblicato di recente nel Journal of Health Psychology.


Sebbene il dolore pre-perdita non sia una diagnosi clinica, il 'disturbo del dolore prolungato' nelle persone che sono in lutto per la morte di una persona amata è stato aggiunto al Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5) rilasciato quest'anno. I criteri clinici per una diagnosi comprendono la preoccupazione con pensieri o ricordi del familiare perduto, combinata con una serie di sintomi come dolore emotivo intenso, senso di scetticismo e difficoltà a andare avanti nella vita.


L'aggiunta del disturbo di dolore prolungato al DSM-5 rappresenta un progresso, ha detto Singer, ma l'area relativamente nuova di ricerca sul dolore pre-perdita dimostra la necessità di considerare terapie che possono alleviare i sintomi nelle persone che sono in lutto per una persona cara ancora viva.


"Ci sono molte ricerche sul dolore anticipatore, che coinvolge la preoccupazione del futuro. Ma il dolore pre-perdita in quel momento è piuttosto ignorato", ha detto Singer, che tratta i pazienti al centro medico Wexner della Ohio State. "Con i progressi medici, le persone vivranno più a lungo con malattie limitanti la vita, quindi ci sarà un problema sempre più grande con il dolore prima del decesso della persona. I sintomi del dolore pre-perdita possono prevedere esiti negativi a lungo termine dopo la morte di una persona cara, quindi questo è un buon obiettivo di intervento che dovremmo delineare ora".


Anche se è troppo presto per dire quali tipi di terapie potrebbero funzionare meglio, Singer ha notato due approcci che sono promettenti: 'attivazione comportamentale' che incoraggia le persone a impegnarsi in attività piacevoli e 'psicoterapia centrata sul significato' progettata per migliorare il benessere spirituale e la qualità della vita.


Per questo studio, i ricercatori hanno reclutato familiari di pazienti con cancro avanzato (100) e demenza (38) che hanno completato i questionari di valutazione dei sintomi di dolore, depressione, stress post-traumatico e onere di caregiving. Di questi, 33 familiari di pazienti con cancro e 28 familiari di pazienti con demenza hanno completato una valutazione successiva un mese dopo.


La valutazione iniziale ha dimostrato che i partecipanti stavano sperimentando un dolore pre-perdita sostanziale. Le donne e i partecipanti con un onere più elevato di caregiving erano più propensi a sperimentare dolore più intenso un mese dopo. Nel complesso, il 69% dei partecipanti ha riferito un calo dei sintomi un mese dopo la prima valutazione, un fenomeno che Singer vuole esplorare negli studi successivi.


Non c'erano differenze nel dolore pre-perdita al basale o un mese dopo sulla base della natura della malattia limitante la vita. Ma in un'analisi secondaria della gravità dei sintomi riferiti, i ricercatori hanno scoperto che il 10,5% dei familiari dei pazienti con demenza e il 2% dei familiari di pazienti con cancro hanno soddisfatto i criteri per una diagnosi di 'disturbo di dolore prolungato'.


"Ci aspettavamo di vedere questa gravità nei familiari di pazienti con demenza", ha detto Singer. "Ma c'è molta speranza nella comunità del cancro, quindi è stata una grande sorpresa vedere così tanto dolore pre-perdita nei familiari di malati di cancro".


Singer ha guidato uno studio recente progettato per aiutare a capire meglio come la preparazione alla morte di un familiare può prevenire problemi di salute mentale per i sopravvissuti. Attualmente è coinvolto in uno studio sul dolore pre-perdita con traiettoria a lungo termine ed è interessato ad indagare sui suoi effetti biologici.

 

 

 


Fonte: Emily Caldwell in Ohio State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jonathan Singer, Rosie Shrout, Anthony Papa. Rates and prospective psychosocial correlates of pre-loss grief in cancer and dementia family members. Journal of Health Psychology, 12 Feb 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)