Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli occhi offrono una finestra sull'Alzheimer

retinal imaging

Mentre si è detto che gli occhi sono una finestra sull'anima, un nuovo studio mostra che potrebbero essere un mezzo per comprendere le malattie del cervello.


Secondo una nuova ricerca eseguita al Weill Institute for Neurosciences della Università della California di San Francisco, le scansioni della retina possono rilevare cambiamenti chiave nei vasi sanguigni, che possono essere un segno precoce del morbo di Alzheimer (MA), offrendo al contempo importanti informazioni sul modo in cui uno dei geni di rischio più comuni del MA contribuisce alla malattia.


"Il rischio genetico più prevalente per il MA è una variante del gene APOE, chiamato APOE4", ha detto la prima autrice Fanny Elahi MD/PhD. "Ancora non capiamo in che modo questa variante aumenta il rischio di degenerazione del cervello, sappiamo solo che lo fa e che questo rischio è modificato da sesso, razza e stile di vita. La nostra ricerca fornisce nuove intuizioni su come l'APOE4 impatta sui vasi sanguigni e può fornire un percorso per avanzare nel rilevamento precoce della malattia neurodegenerativa".


Gli studi nei topi hanno esplorato l'effetto dell'APOE4 sui capillari nel cervello. La Elahi, assistente professoressa di neurologia, che fa parte del Memory and Aging Center (MAC) della UCSF, sospetta da tempo che questi minuscoli vasi sanguigni possano avere un ruolo significativo nel MA, poiché consegnano sostanze nutritive e ossigeno, portano via i rifiuti e controllano le risposte del sistema immunitario attraverso lo scudo protettivo noto come barriera emato-cerebrale. I danni a questi vasi sanguigni potrebbero causare una serie di problemi, dice, compreso l'accumulo di proteine ​​e il declino cognitivo visto nelle persone colpite dal MA.


Poiché non esiste la tecnologia per visualizzare singoli capillari nel cervello delle persone viventi, la Elahi e i suoi colleghi si sono rivolti all'occhio. Nel nuovo studio, pubblicato il 15 maggio 2021 su Alzheimer’s and Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, la Elahi e il suo team hanno dimostrato che i cambiamenti capillari associati all'APOE4 possono essere rilevati negli esseri umani attraverso una scansione oculare facile e confortevole.


I ricercatori credono che, come tessuto in cui penetra la luce che condivide la biologia con il cervello, la retina può aiutare a determinare cosa potrebbero fare le varianti APOE4 ai capillari simili all'interno del cervello, anche nelle persone senza demenza.


Il team, che include Ari Green MD, neuro-oftalmologo, professore e direttore del Centro Neurodiagnostico dell'UCSF, e Amir Kashani MD/PhD, professore associato di oftalmologia alla Johns Hopkins, ha usato una tecnica avanzata di scansione retinica chiamata 'angiografia con tomografia a coerenza ottica' (OCTA) per scrutare gli occhi di anziani con e senza mutazioni APOE4, per valutare i vasi sanguigni più piccoli sul retro dell'occhio.


Il team ha sfruttato coorti ben caratterizzate di persone iscritte a studi in corso sull'invecchiamento cerebrale e le malattie neurodegenerative al MAC. Aggiungendo le scansioni OCTA ai dati di scansioni MRI e PET esistenti, ottengono informazioni comparative, senza provocare ulteriori disagi ai partecipanti volontari. "Questa è la bellezza di questa tecnica", ha detto la Elahi. "È molto facile, non invasiva e amichevole con il partecipante".


Analizzando le scansioni della retina, i ricercatori hanno trovato una riduzione della densità dei capillari nei portatori di APOE4, un effetto che aumenta con l'età del partecipante. Per verificare se tali scansioni riflettono accuratamente ciò che stava accadendo nel cervello, la squadra ha poi confrontato le anomalie osservate nelle scansioni OCTA dei capillari retinici con le misurazioni della perfusione cerebrale, che è il flusso di sangue nel cervello, misurato tramite risonanza magnetica. Hanno scoperto che le persone con una maggiore densità capillare retinica hanno anche un flusso sanguigno più grande nel cervello.


Infine, il team ha esaminato i partecipanti con scansioni PET precedenti dell'amiloide-beta, la proteina associata al MA, per vedere come le loro misurazioni dei capillari retinici si collegano all'onere di placche amiloidi nel cervello, che è il maggiore punto focale di diagnosi, ricerca e trattamento del MA fino ad oggi.


Hanno scoperto che la densità capillare non si differenziava tra gruppi con e senza placche amiloidi, né variava con il carico amiloide. Secondo la Elahi, tale indipendenza suggerisce che è improbabile che le anomalie capillari siano guidate dalla patologia amiloide, o che la loro relazione possa al massimo essere indiretta:

"Questa è la prima volta che abbiamo dimostrato negli esseri umani viventi e asintomatici che i vasi sanguigni più piccoli sono influenzati nei portatori di geni APOE4. Questo è importante, perché suggerisce che l'aumento del rischio di degenerazione del cervello e di MA nei portatori APOE4 può esercitarsi attraverso il suo effetto sui vasi sanguigni".


La Elahi e i suoi colleghi hanno intenzione di seguire i partecipanti allo studio per comprendere meglio la disfunzione dei vasi sanguigni a livello molecolare. Quel lavoro potrebbe aiutare a rilevare l'insorgenza del MA prima che avvenga un danno significativo al cervello e a identificare nuovi obiettivi vascolari per il trattamento precoce.


"Questo è solo l'inizio", ha detto la Elahi. "Ma le implicazioni per il rilevamento precoce e il possibile intervento possono essere significative nel combattere il MA e altri disturbi neurodegenerativi. È molto più difficile rigenerare i neuroni che impedirne la degenerazione. Come nel cancro, il rilevamento precoce può salvare la vita".

 

 

 


Fonte: Vicky Stein in University of California - San Francisco (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Fanny Elahi, Senyo Ashimatey, Daniel Bennett, Samantha Walters, Renaud La Joie, Xuejuan Jiang, Amy Wolf, Yann Cobigo, Adam Staffaroni, Howie Rosen, Bruce Miller, Gil Rabinovici, Joel Kramer, Ari Green, Amir Kashani. Retinal imaging demonstrates reduced capillary density in clinically unimpaired APOE ε4 gene carriers. Alzheimer's & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, 11 May 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.