Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Oltre placche e grovigli: varianti genetiche possono aumentare il rischio di declino cognitivo

Una variante genetica in alcune persone può essere associata al declino cognitivo non giustificabile dai depositi di due proteine ​​chiave associate al morbo di Alzheimer (MA), l'amiloide-beta (Aß) e la tau, secondo uno studio pubblicato il 16 settembre 2020 su Neurology®.


Questa variante genetica, che si trova nel sesto cromosoma, porta ad alterazioni nel metabolismo del glutatione (un antiossidante), e possono essere associate con l'assottigliamento della corteccia cerebrale, secondo lo studio.


L'amiloide è una proteina che si aggrega in placche, mentre la tau è una proteina che forma grovigli. Entrambe si trovano nel cervello delle persone con MA, ma anche in quello di persone anziane con funzioni cognitive normali. Le varianti genetiche, dette 'singoli polimorfismi nucleotidici', sono comuni e possono servire da marcatori biologici, contribuendo ad individuare i geni che sono associati alla malattia.


“Il nostro studio ha identificato un significativo polimorfismo a singolo nucleotide collegato al declino cognitivo, indipendente dai depositi di proteine Aß e ​​tau nel cervello, ha detto l'autore senior dello studio Yong Jeong MD/PhD del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) di Daejeon in Corea del Sud. “Abbiamo dimostrato che questa variante genetica influisce negativamente sulle capacità di pensiero e di memoria, in parte perché è associata al diradamento nella corteccia del cervello”.


I dati dello studio sono stati tratti da 486 persone che avevano tutti depositi di Aß nel cervello, ma alcuni avevano capacità normali di pensiero e di memoria, alcuni avevano un lieve decadimento cognitivo, e alcuni avevano la demenza di MA. I ricercatori hanno usato l'analisi genetica per localizzare varianti geniche associate con la funzione cognitiva, indipendentemente da Aß e tau.


I ricercatori hanno stimato che il 5% della quantità di varianza nella funzione cognitiva è spiegato dai polimorfismi a singolo nucleotide.


Anche se le persone con la variante genetica avevano quantità di depositi Aß e ​​tau simili a quelli senza la variante genetica, hanno ottenuto risultati peggiori nei test cognitivi, rispetto a quelli senza la variante genetica. Su un test cognitivo in cui il punteggio più alto è 30, le persone con la variante hanno ottenuto in media 25 punti, rispetto ai 27 di quelli senza la variante.


Tra quelli con la variante, l'11% aveva cognizione normale, rispetto al 25% di quelli senza la variante. Il 40% di quelli con la variante aveva un lieve deterioramento cognitivo, rispetto al 46% di quelli senza la variante; e il 49% di quelli con la variante aveva la demenza di MA, rispetto al 29% di quelli senza la variante.


Per misurare lo spessore della corteccia cerebrale di ogni persona, un valore comune della salute del cervello, i ricercatori hanno esaminato le scansioni cerebrali. Le persone che non avevano la variante genetica, in media, avevano uno spessore corticale maggiore rispetto alle persone con la variante genetica.


“Per una diagnosi di MA possono essere necessari i depositi di Aß e tau ​​nel cervello, ma attualmente si pensa che non sono di per sé sufficienti a causare il declino cognitivo e la demenza
, ha dichiarato Jeong. “La comprensione dei meccanismi genetici alla base dello sviluppo del MA può portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per questa malattia devastante”.


Un limite dello studio è che, poiché nello studio sono state incluse solo persone con certi livelli di proteina Aß nel cervello, il campione era di piccole dimensioni.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hang-Rai Kim, Taeyeop Lee, Jung Kyoon Choi, Yong Jeong. Genetic variants beyond amyloid and tau associated with cognitive decline: A cohort study. Neurology, 15 Sep 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)