Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come si stabilizzano i nostri ricordi mentre dormiamo

human brainwaves chartI diversi tipi di onde cerebrali umane: Gamma (alta percezione, apprendimento, soluzione dei problemi, elaborazione cognitiva), beta (veglia, coscienza vigile, pensiero, eccitazione/interesse), alfa (rilassamento fisico e mentale), theta (creatività, intuizione, stati profondi, sogni, meditazione profonda, ridotta coscienza) e delta (sonno profondo senza sogni, mancanza di consapevolezza corporea, riparazione).

Gli scienziati del Centro Interdisciplinare di Ricerca in Biologia (CNRS / Collège de France / INSERM) hanno dimostrato che le onde delta emesse mentre dormiamo non sono periodi generalizzati di silenzio, durante i quali la corteccia riposa, come si dice da decenni nella letteratura scientifica.


Al contrario, esse isolano gruppi di neuroni che hanno un ruolo essenziale nella formazione della memoria a lungo termine. Queste scoperte sono state pubblicate il ​​18 ottobre 2019 su Science.


Mentre dormiamo, l'ippocampo si riattiva spontaneamente generando un'attività simile a quella che abbiamo mentre siamo svegli. Esso invia le informazioni alla corteccia, che a sua volta reagisce. Questo scambio è spesso seguito da un periodo di silenzio chiamato «onda delta» e poi da un'attività ritmica chiamata «fusi del sonno» (o picchi). Questo succede quando i circuiti corticali si riorganizzano per formare ricordi stabili.


Tuttavia, il ruolo delle onde delta nella formazione di nuovi ricordi era ancora un enigma: perché un periodo di silenzio interrompe la sequenza di scambi di informazioni tra l'ippocampo e la corteccia, e la riorganizzazione funzionale della corteccia?


Gli autori di questo studio hanno guardato più da vicino ciò che accade durante le onde delta stesse. Hanno scoperto, con sorpresa, che la corteccia non è del tutto silenziosa ma che pochi neuroni rimangono attivi e formano degli «insiemi», cioè piccoli gruppi coattivi che codificano le informazioni.


Questa osservazione inaspettata suggerisce che i pochi neuroni che si attivano quando tutti gli altri restano tranquilli possono effettuare calcoli importanti, restando al riparo da possibili disturbi. E le scoperte di questo lavoro vanno anche oltre!


Le riattivazioni spontanee dell'ippocampo determinano quali neuroni corticali rimangono attivi durante le onde delta e rivelano una trasmissione delle informazioni tra le due strutture cerebrali. Inoltre, i complessi attivati ​​durante i periodi di onde delta sono formati di neuroni che hanno partecipato all'apprendimento del compito di memoria spaziale durante il giorno.


Insieme, questi elementi suggeriscono che questi processi sono coinvolti nel consolidamento della memoria. Per dimostrarlo, gli scienziati hanno indotto nei ratti delle onde delta artificiali per isolare i neuroni associati alla riattivazione nell'ippocampo, oppure di neuroni casuali. Risultato: quando sono stati isolati i neuroni giusti, i ratti sono riusciti a stabilizzare i loro ricordi e ad avere successo nei test spaziali del giorno successivo.


Questi risultati cambiano sostanzialmente il modo di capire la corteccia. Le onde delta sono quindi un mezzo per isolare selettivamente gruppi di neuroni scelti, che inviano informazioni cruciali tra i periodi di dialogo ippocampo-corteccia e per la riorganizzazione dei circuiti corticali, per formare ricordi a lungo termine.

 

 

 


Fonte: CNRS (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ralitsa Todorova & Michaël Zugaro. Isolated cortical computations during delta waves support memory consolidation. Science, 18 Oct 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)