Il funzionamento cognitivo e la demenza possono essere influenzati notevolmente dalle condizioni della salute orale, secondo la tesi proposta dalla ricercatrice Helena Nilsson dopo aver partecipato ad uno studio globale unico sull'invecchiamento.
“La parodontite è un chiaro fattore di rischio, come le malattie cardiovascolari o il forte consumo di alcol”, dice la specialista dentale Nilsson, la cui ricerca include uno studio fatto in Svezia su invecchiamento e assistenza agli anziani, che ha lo scopo di identificare i fattori medici, psicologici, sociali, che favoriscono un buon invecchiamento.
La Nilsson ha studiato se la perdita dei denti e la periodontite sono legate al deterioramento cognitivo, che può essere indicativo di demenza incipiente, con esami clinici e radiologici su 1.147 individui, attraverso gli stessi strumenti di test impiegati per la valutazione / esame di individui a rischio di demenza.
“Volevo vedere se la parodontite può predire un deterioramento cognitivo nelle persone che sono state inizialmente caratterizzate come cognitivamente sane. Quali fattori possono prevedere che si verificherà un tale deterioramento?", dice la Nilsson.
Gli individui studiati sono stati seguiti per sei anni. Anche considerando fattori di rischio come età avanzata e livello basso di istruzione, la parodontite ha mostrato un impatto significativo sul rischio di deterioramento cognitivo.
Il legame tra parodontite e demenza può essere che questi individui non riescono più a prendersi cura della propria salute dentale a causa della demenza. Ci sono tuttavia altre ipotesi di una relazione potenziale, come fattori infiammatori comuni e funzione alterata della masticazione.
In una delle ricerche collegate, la Nilsson ha seguito per 12 anni gli anziani, dimostrando che la parodontite aumenta il rischio di perdita di diversi denti. I suoi risultati indicano l'importanza di diagnosticare e trattare la parodontite, anche tra gli anziani: “È importante che le cure dentistiche mantengono i contatti con i pazienti più anziani”.
Fonte: Magnus Jando in Malmö University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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