Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gran parte dei pazienti di demenza non riceve diagnosi o cure specialistiche (solo in USA?)

Nel primo grande studio che ha esaminato le diagnosi di demenza degli anziani americani nel tempo, i ricercatori hanno scoperto che la stragrande maggioranza non incontra mai uno specialista in demenza, che viene invece diagnosticata e curata in modo schiacciante da non specialisti.


I ricercatori della University of Southern California, della Johns Hopkins University e dell'Università di Washington hanno analizzato i dati Medicare (ndt: assicurazione sanitaria pubblica in USA) per tracciare le diagnosi di demenza di quasi un quarto di milione di persone in cinque anni.


Il team ha scoperto che l'85% delle persone a cui è stata diagnosticata la demenza per la prima volta hanno avuto la diagnosi da un medico non-specialista di demenza, di solito un medico di base, e che era comune una diagnosi di 'demenza non specificata'. Un anno dopo la diagnosi, meno di un quarto dei pazienti aveva visto uno specialista di demenza. Dopo cinque anni, la percentuale di pazienti era arrivata solo al 36%.


Lo studio, che ha anche riscontrato che l'uso della cura della demenza era particolarmente basso per i pazienti ispanici e asiatici, è stato pubblicato mercoledì su Alzheimer & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association.


"Gli specialisti di demenza hanno più familiarità con i sottotipi di demenza e possono avere meno probabilità, ad esempio, di diagnosticare erroneamente la demenza da corpi di Lewy come morbo di Alzheimer (MA) e di prescrivere erroneamente farmaci antipsicotici ai pazienti", ha affermato la coautrice Julie Zissimopoulos, direttrice del programma Aging and Cognition dell'USC.

 

 

Differenze nella diagnosi di demenza e nel follow-up

Nell'ampia base di dati Medicare, i ricercatori hanno esaminato i tipi di medici che diagnosticano la demenza, quali diagnosi di sottotipo di demenza sono state inizialmente date e come sono cambiate nel tempo, la misura in cui le persone hanno avuto accesso alle cure specialistiche e come variava per genere, razza ed etnia.


Hanno scoperto che, tra quelli diagnosticati da un non-specialista di demenza, il 33% dei pazienti ha avuto una diagnosi che mancava del tipo specifico di demenza, rispetto al 22% dei pazienti diagnosticati da uno specialista. Le diagnosi di MA tra i pazienti che hanno visto uno specialista nel primo anno di diagnosi erano oltre il 42% rispetto al 29% tra coloro che non avevano visto uno specialista. Gli specialisti della demenza comprendono neurologi, psichiatri, neuropsichiatri e geriatri.


"Senza identificare il tipo di demenza, i pazienti e le loro famiglie stanno potenzialmente perdendo importanti discussioni sulle cure e la gestione di questa diagnosi con altre condizioni croniche, nonché informazioni sugli studi clinici"
, ha spiegato la Zissimopoulos.


Il team ha anche scoperto che i pazienti ispanici e asiatici avevano meno probabilità di avere una visita successiva sulla diagnosi rispetto ai pazienti bianchi e afroamericani. Circa il 37% degli ispanici e il 40% degli asiatici con una diagnosi iniziale non hanno ricevuto cure successive entro il primo anno di diagnosi, rispetto ai bianchi e agli afroamericani che avevano ciascuno un tasso di circa il 33%.


Il team di ricerca ha affermato che sono necessari ulteriori studi per identificare i fattori alla base di queste differenze, come la gravità della diagnosi, la complessità delle cure e le barriere o le differenze nella ricerca di cure da parte degli specialisti.

 

 

L'importanza dei sottotipi di demenza

Esistono molti tipi diversi di demenza, come il MA, la demenza vascolare e la demenza frontotemporale. Gli autori dello studio affermano che un'identificazione più accurata del tipo di demenza può portare a un trattamento migliore per i sintomi, migliorare la conoscenza dei farmaci che possono peggiorare i sintomi, informare sulla progressione della malattia nel tempo e incoraggiare la pianificazione dell'assistenza.


L'identificazione dei sottotipi di demenza può anche aiutare a sviluppare e valutare nuovi farmaci e ottenere l'accesso a trattamenti efficaci quando saranno disponibili.


"Anche se lo studio mostra che gli specialisti sembrano essere in grado di identificare meglio il sottotipo, ciò a cui siamo veramente interessati è se ciò porta a migliori esiti sanitari e finanziari", ha detto la Zissimopoulos. "Se, in futuro, queste diagnosi saranno gestite in gran parte da non-specialisti di demenza, potrebbero aver bisogno di una migliore formazione e strumenti".

 

 

Una popolazione che invecchia, un onere in rapida crescita

Il peso del MA e delle altre demenze è elevato e in rapida crescita con l'invecchiamento della popolazione. La demenza colpisce circa 7 milioni di americani e si prevede che cresca fino a quasi 12 milioni nei prossimi 20 anni, trainata dall'invecchiamento della popolazione e dall'aumento dell'aspettativa di vita. Il team di ricerca cita un recente sondaggio dell'Alzheimer's Association che ha rilevato che solo la metà degli anziani riceve una valutazione per la demenza, nonostante il fatto che gli screening siano ora servizi rimborsabili.


Anche i fattori di mercato possono guidare l'uso specialistico della sanità per la demenza. Ad esempio, il team di ricerca ha trovato 3,9 neurologi per ogni 100.000 residenti nei codici postali dei beneficiari che non hanno mai visto uno specialista di demenza nel primo anno dopo la diagnosi. Al contrario, hanno trovato 5 neurologi per ogni 100.000 residenti tra i beneficiari che hanno avuto una visita specialistica. I ricercatori osservano che tassi bassi di assistenza specialistica per la demenza sono coerenti con le recenti informaizoni sulla carenza di neurologi regionali in USA.


Gli autori dello studio spiegano che i loro risultati non rispondono alla domanda se aumentare o meno l'uso dell'assistenza sanitaria specializzata nella demenza debba essere un obiettivo politico. Dicono che l'uso di servizi specialistici può aumentare i costi dell'assistenza sanitaria e, senza prove sufficienti che migliorino gli esiti sanitari, potrebbero non essere un approccio economico alle cure per la demenza.


"Non specialisti e specialisti possono essere complementari nella diagnosi e nella cura della demenza", ha detto la Zissimopoulos. "I medici di medicina generale e altri non-specialisti di demenza svolgono un ruolo importante nello screening perché spesso sono il primo punto di contatto, mentre gli specialisti sono fondamentali per fare distinzioni più sottili tra i sottotipi di demenza".


I ricercatori affermano che i risultati dello studio aiuteranno negli sforzi per migliorare la diagnosi - specialmente tra i pazienti e le famiglie che non ricevono cure post-diagnostiche tempestive o cure specialistiche per la demenza - e possono informare gli sforzi per puntare meglio le risorse ai medici e migliorare la preparazione necessaria per collegare i pazienti ai nuovi trattamenti appropriati, non appena disponibili.

 

 

 


Fonte: Jenesse Miller in University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emmanuel Fulgence Drabo, Douglas Barthold, Geoffrey Joyce, Patricia Ferido, Helena Chang Chui, Julie Zissimopoulos. Longitudinal analysis of dementia diagnosis and specialty care among racially diverse Medicare beneficiaries. Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, 4 Sep 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.