Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quale parte del cervello influisce sulla memoria e sul comportamento?

Quale parte del cervello influisce sulla memoria e sul comportamento?

L'ippocampo, una parte del sistema limbico del cervello, è il custode delle nostre storie di vita ed è la sede della memoria a breve termine.


Tutto ciò che sentiamo, percepiamo, tocchiamo, annusiamo e proviamo, è elaborato inizialmente nell'ippocampo, dove viene smistato e inviato alle aree di conservazione a lungo termine in altre parti del cervello. L'ippocampo è la prima area ad essere danneggiata dal Morbo di Alzheimer (MA), quindi quando funziona male, o i dati vengono interrotti e non sono inviati alle aree di memoria a lungo termine del cervello, le informazioni sono sostanzialmente cancellate. Pertanto, queste informazioni si perdono in pochi istanti (memoria a breve termine) ed è come se non fossero mai esistite.


Il lobo temporale, situato nella parte anteriore del cervello, o lobo frontale, è come un dizionario. Aiuta l'individuo a decidere cosa dire e a trovare le parole per esprimere il pensiero. Il danno al cervello in chi ha l'MA si sposta in genere dall'ippocampo al lobo temporale, e questo causa problemi nella comunicazione e nella ricerca di parole. Ad esempio, l'individuo interessato avrebbe difficoltà a nominare oggetti comuni come una tazza o un orologio o le chiavi della macchina.


Lavorare con i numeri, conoscere la data, leggere una mappa, mettere le cose in schemi - queste abilità sono ospitate nel lobo parietale del cervello. Colpisce il pensiero e le abilità visuo-spaziali di chi ha l'MA. Se il danno della malattia si verifica nel lobo parietale, egli avrà problemi con l'orientamento diurno e temporale, difficoltà nel seguire le indicazioni e si perde in luoghi familiari e non familiari. Inoltre, avrà difficoltà a seguire sequenze in progetti o ricette.


Il lobo frontale è responsabile del giudizio e della pianificazione ed è la sede della nostra personalità. Questa è la sede della 'funzione esecutiva', che include prendere buone decisioni, avviare attività e avere un dialogo appropriato in contesti sociali. Quando il lobo frontale è danneggiato, l'individuo colpito perde quel sistema di filtraggio, il che significa che può iniziare a imprecare, dicendo cose sbagliate in situazioni sociali o a spogliarsi in pubblico. Inoltre, l'individuo affetto diventerà più apatico e irritabile.


Si dice che l'amigdala, situata vicino all'ippocampo, sia la parte del cervello che non dorme mai e viene anche definita la parte 'emotiva' del cervello. Può allertare sui pericoli, così che l'individuo può agire rapidamente per proteggersi e dare alla vita il suo contenuto emotivo come gioia, tristezza e rabbia. Poiché l'amigdala è danneggiata dalla progressione della malattia, l'individuo sperimenterà rabbia e agitazione per gli incidenti più piccoli e meno consequenziali.


La corteccia prefrontale è l'«interruttore smorzatore» dell'amigdala, e si trova tra l'amigdala e il lobo frontale, ed è spesso chiamata sede della 'cognizione sociale e morale'. Questa area del cervello rallenta la reazione emotiva forte e immediata scatenata dall'amigdala e consente alla capacità di ragionamento di decidere se la prima reazione è socialmente appropriata. Per gli individui affetti, il danno alla corteccia prefrontale può lasciare alterazioni cognitive sociali e l'individuo può comportarsi in modo improprio in pubblico o usare linguaggio offensivo contro gli altri, ma non provare rimorso o empatia in merito.


L'Alzheimer danneggia parti del cervello in modo diverso in ogni individuo. Tuttavia, è di aiuto capire il funzionamento delle varie parti del cervello e come sono influenzate dalla malattia.

 

 

 


Fonte: Dana Territo su The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)