Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaci comuni per la demenza potrebbero causare una perdita di peso dannosa

Secondo i ricercatori della University of California di San Francisco i farmaci usati di solito per trattare la demenza potrebbero provocare una dannosa perdita di peso, e i medici devono tenere conto di questo rischio quando prescrivono questi farmaci agli anziani.


Il loro studio è stato pubblicato on-line e nel numero di agosto del Journal of the American Geriatrics Society.


"Questo è molto rilevante per la cura del paziente perché la perdita di peso non intenzionale degli anziani è associata a molti esiti avversi, tra cui l'aumento dei tassi di istituzionalizzazione e di mortalità, il declino dello stato funzionale, e una peggiore qualità di vita", ha detto l'autrice Meera Sheffrin MD, geriatra nella Facoltà di Medicina della UCSF al San Francisco VA Medical Center affiliato all'UCSF. "Il nostro studio fornisce la prova in una grande popolazione del mondo reale che gli inibitori della colinesterasi possono contribuire a una perdita di peso clinicamente significativa, in una parte sostanziale di anziani con demenza".


L'Alzheimer e altre forme di demenza sono prevalenti, colpendo una persona su sei oltre gli 80 anni. I principali trattamenti farmacologici, formati dalla classe di farmaci chiamati inibitori della colinesterasi (donepezil, galantamina, rivastigmina), sono marginalmente utili per la maggior parte dei pazienti e possono avere seri effetti collaterali, come i sintomi gastrointestinali.


Anche la perdita di peso è un problema significativo nei pazienti affetti da demenza ed è legato a un aumento della mortalità. I dati provenienti da studi randomizzati e controllati suggeriscono che questa perdita di peso può essere un effetto collaterale sotto-riconosciuto degli inibitori della colinesterasi, ma l'evidenza è limitata e conflittuale.


In questo studio, la Sheffrin ed i suoi colleghi hanno usato i dati nazionali VA del periodo 2007-2010 per valutare i pazienti over-65 con diagnosi di demenza che hanno ricevuto una nuova prescrizione di un inibitore della colinesterasi o un altro nuovo farmaco cronico. L'obiettivo primario era programmato a una perdita di peso di 4,5kg su un periodo di 12 mesi, dal momento che rappresenta un grado di perdita che sarebbe notato da un medico e forse sufficiente a suggerire ulteriori azioni nel considerare le cause e i trattamenti potenziali.


1.188 Pazienti sono stati messi su inibitori della colinesterasi, abbinati a 2.189 pazienti su altri farmaci. Dopo 12 mesi, il 78 per cento era ancora sugli inibitori, rispetto al 66 per cento degli altri farmaci. Circa il 29,3 per cento dei pazienti trattati con inibitori ha sperimentato una perdita di peso significativa, rispetto al 22,8 per cento del secondo gruppo.


Questi risultati dimostrano che i pazienti avviati sui farmaci in questione avevano un rischio più elevato di perdita di peso clinicamente significativa nel corso di 12 mesi, rispetto ai controlli appaiati, ha detto la Sheffrin. In particolare, un paziente trattato su 21 ha sperimentato una perdita di peso di almeno 4,5kg.


Sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare questi risultati e superare i limiti dello studio, compreso scoprire se c'è un sottogruppo specifico al quale l'inizio dell'assunzione degli inibitori della colinesterasi pone un rischio più elevato di perdita di peso, poiché questo studio potrebbe essere stato sottodimensionato per trovare queste differenze. I ricercatori hanno detto anche che il campione comprendeva soprattutto veterani anziani maschi, rendendo perciò incerta la generalizzabilità dei risultati alle donne.


"I medici dovrebbero tener conto del rischio di perdita di peso nel valutare i rischi e i benefici della prescrizione degli inibitori della colinesterasi ai pazienti con demenza", scrivono gli autori. "Inoltre, i medici dovrebbero monitorare la perdita di peso quando prescrivono questi farmaci e prendere in considerazione la sospensione degli inibitori della colinesterasi se insorge una perdita di peso significativa".

 

********
Hanno collaborato: l'autore senior Mike Steinman MD, professore associato; Yinghui Miao MD/MPH, statistico, della geriatria; e W. John Boscardin PhD, professore di epidemiologia e biostatistica. Il finanziamento è stato fornito dal National Institute on Aging e dall'American Federation on Aging Research.

 

 

 


Fonte: University of California - San Francisco via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Meera Sheffrin, Yinghui Miao, W. John Boscardin, Michael A. Steinman. Weight Loss Associated with Cholinesterase Inhibitors in Individuals with Dementia in a National Healthcare System. Journal of the American Geriatrics Society, 2015; DOI: 10.1111/jgs.13511

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.