Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca supporta il trapianto di cellule cerebrali per trattare alcuni disturbi neurologici

Healthy and diseased astrocyteSopra un astrocita sano e sotto uno malato in diverse malattie degenerative (Fonte: AH Fok e S Chierzi, CC BY)

Gli astrociti - così chiamati per la loro forma a stella - sono un tipo di cellula cerebrale abbondante come i neuroni nel sistema nervoso centrale, ma si sa poco sul loro ruolo nella salute e nelle malattie cerebrali. Molte malattie neurologiche sono causate dalla perdita di cellule nel sistema nervoso centrale, o la provocano.


Alcune di esse sono il risultato della perdita di cellule specifiche, come i motoneuroni nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA), i neuroni dopaminergici nel Parkinson e i neuroni gabaergici nell'Huntington. Per altre condizioni neurodegenerative, come l'Alzheimer, una caratteristica cruciale è la perdita generale di cellule nelle regioni cerebrali responsabili della formazione della memoria.


Sebbene molte malattie cerebrali siano contrassegnate dalla perdita di cellule specifiche, un legame comune tra queste malattie è la perdita di astrociti. È interessante notare che, in alcuni studi su animali che coinvolgono casi come la SLA, l'introduzione di mutazioni che causano la malattia in modo selettivo, solo negli astrociti, produce sintomi e progressione della SLA.

 

Terapia del trapianto

Evidenze emergenti indicano che gli astrociti prendono parte alle principali funzioni del cervello, incluse l'omeostasi e la modulazione della rete neurale, essenziali per la cognizione quotidiana. Un cervello funzionante richiede astrociti sani e trovare strategie per guarire o sostituire gli astrociti danneggiati potrebbe aiutare a trattare le malattie neurologiche.


La terapia sostitutiva cellulare prevede il trapianto di cellule funzionali nei pazienti. Negli ultimi anni ci sono stati sviluppi entusiasmanti in questo settore rispetto al trapianto di astrociti nei modelli animali di malattie, con un approccio per passare alla sperimentazione clinica preliminare nei pazienti con SLA. Sebbene ci siano stati alcuni risultati promettenti, il successo del trattamento varia da uno studio all'altro.


Il nostro studio più recente (vedi rif.), pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha esaminato come gli astrociti trapiantati si integrano nel sistema nervoso centrale ricevente. Abbiamo studiato i tipi di astrociti trapiantati, i tempi del trattamento e le rotte del trapianto.

 

Preparazione degli astrociti

Innanzitutto, abbiamo preparato colture di astrociti nelle piastre di Petri estraendo astrociti immaturi dalla corteccia cerebrale di topi neonati ed espandendo la popolazione cellulare. Per tracciare lo sviluppo di astrociti trapiantati dopo l'introduzione nei topi riceventi, abbiamo usato astrociti di topi geneticamente modificati in cui gli astrociti brillano di rosso e sono trapiantati nel cervello dei topi in cui gli astrociti brillano di verde.


Abbiamo scoperto che gli astrociti trapiantati potrebbero sopravvivere fino a un anno dopo il trapianto, sviluppandosi normalmente e integrandosi nel cervello ricevente proprio come gli astrociti nativi, con solo piccole differenze.


Gli astrociti dipendono dalla loro capacità di rilevare segnali e scambiare materiali all'interno dell'ambiente cerebrale attraverso molecole, come recettori e canali ionici, situati sulla loro superficie cellulare. Gli astrociti trapiantati mostravano numeri comparabili di tali recettori e canali e possedevano dimensioni e complessità simili rispetto agli astrociti nativi.


Gli astrociti trapiantati sembrano impiegare un po' di tempo per recuperare e corrispondere perfettamente agli astrociti nei topi destinatari in termini di produzione di questi recettori e canali ionici.

 

Fonte, tipo e posizione

Curiosamente, abbiamo anche scoperto che l'integrazione degli astrociti trapiantati nel destinatario è influenzata dall'età del topo, che riflette la maturità dell'ambiente cellulare in cui vengono trapiantati gli astrociti. Quando gli astrociti venivano trapiantati in un topo infante, potevano migrare e diffondersi più ampiamente nel cervello dell'ospite. Invece quando gli astrociti venivano trapiantati in un topo giovane adulto, restavano confinati nel sito del trapianto.


Gli astrociti in diverse regioni del cervello e nel midollo spinale mostrano caratteristiche molto diverse. Eravamo interessati a vedere come gli astrociti da una regione del cervello si integravano in una regione diversa. Gli astrociti preparati dalla corteccia cerebrale finirono per diventare astrociti corticali anche se collocati nel cervelletto.


Pertanto, la fonte e il tipo di astrociti trapiantati fanno la differenza e questa programmazione intrinseca degli astrociti deve essere considerata quando si pensa alla terapia sostitutiva degli astrociti.

 

Potenziale entusiasmante

Negli ultimi anni sono state condotte sempre più ricerche per studiare il potenziale del trapianto di astrociti. Come nel nostro caso, si è scoperto che gli astrociti trapiantati formano contatti normali con sinapsi neuronali e funzionano normalmente. È stato anche dimostrato che il trapianto di astrociti promuove la plasticità e la rigenerazione cerebrale a seguito di lesioni e in diversi modelli animali di malattie neurologiche.


Pertanto, questa tecnica si presenta come strategia promettente ed entusiasmante per il trattamento delle malattie neurologiche. Rispondendo alle domande di principio su come gli astrociti trapiantati si integrano nell'ospite, la nostra ricerca può supportare lo sviluppo di terapie cellulari più efficaci che possono migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

 

 


Fonte: Albert Hiuka Fok (post-dottorato in neuroscienze) e Sabrina Chierzi (ricercatrice di neuroscienze), McGill University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Chierzi, AHK Fok, et al. Astrocytes Transplanted during Early Postnatal Development Integrate, Mature, and Survive Long Term in Mouse Cortex. J Neurosci, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.