Una ricerca recente eseguita alla Mayo Clinic, e pubblicata su Alzheimer's & Dementia, ha studiato episodi di lucidità nelle persone con fasi avanzate di demenza, fornendo spunti su come si manifestano questi eventi. I risultati mostrano che il 75% delle persone con episodi di lucidità aveva il morbo di Alzheimer piuttosto che altre forme di demenza.
I ricercatori definiscono gli episodi di lucidità come una comunicazione inaspettata, spontanea, significativa e pertinente da una persona che si presume abbia perso permanentemente la capacità di interagire con coerenza, sia a parole che con gesti e azioni.
Sono stati intervistati caregiver familiari di persone con demenza, che hanno riferito sugli episodi di lucidità ai quali hanno assistito. I ricercatori hanno quindi classificato gli episodi in diversi tipi. Lo studio mirava a determinare se esistono schemi distinti o tipi di episodi lucidi che potevano essere usati per capire perché o quando accadono.
"Abbiamo determinato i tipi di episodi in base alle circostanze che circondavano l'episodio, la qualità della comunicazione durante l'episodio, per quanto tempo è durato, il livello di cognizione della persona con demenza prima dell'episodio e la vicinanza alla morte", afferma Joan Griffin PhD, prima autrice dello studio.
I risultati hanno rivelato che, di coloro che hanno episodi lucidi, il 61% erano donne e il 31% viveva nella stessa famiglia del caregiver che ha risposto al sondaggio.
"Sappiamo che questi episodi lucidi accadono, ma non sapevamo se ci sono diversi tipi di episodi che si verificano in momenti diversi o in circostanze diverse", afferma la dott.ssa Griffin. "Questo studio ha contribuito a chiarire che esistono tipi diversi di episodi".
Contrariamente ai risultati di ricerche precedenti, le conclusioni di questo studio sfidano l'idea che gli episodi di lucidità possano segnalare la morte imminente.
"È importante che le persone sappiano che questi non sono necessariamente presagi di morte", afferma la dott.ssa Griffin. "Penso che le persone possano diventare ansiose quando accadono, quindi è bene sapere che ci sono diversi tipi di episodi che non significano necessariamente che la morte è imminente".
La dott.ssa Griffin osserva che ora i ricercatori stanno conducendo uno studio longitudinale per comprendere meglio gli episodi lucidi e come i caregiver vi reagiscono e che significato ne deducono. Gli studi longitudinali consentono ai ricercatori di tenere traccia dei cambiamenti o dei comportamenti nel tempo e di identificare eventuali relazioni tra questi cambiamenti.
"Con questo nuovo studio, saremo in grado di capire meglio quali schemi esistono e determinare le conseguenze dell'episodio nel tempo", spiega la dott.ssa Griffin.
Mostrare compassione per i caregiver e i loro cari
La dott.ssa Griffin sottolinea la necessità di comprendere questi episodi per aiutare i caregiver nel loro lavoro e ricordare loro il potenziale cognitivo ed emotivo delle persone con demenza:
"I caregiver di persone con demenza devono gestire una lunga lista di sfide, che può essere opprimente. Forse capire questi episodi può aiutare ad alleggerire quel carico. Abbiamo scoperto nelle nostre ricerche, e dalle storie dei caregiver, che questi tipi di episodi cambiano il modo in cui interagiscono e supportano i loro cari, di solito in meglio.
"Questi episodi possono servire da promemoria del fatto che il caregiving è una sfida, ma possiamo sempre cercare di prenderci cura con un po' di più umanità e grazia".
Fonte: Vincent Jacobbi in Mayo Clinic (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: JM Griffin, [+], T Frangiosa. Developing and describing a typology of lucid episodes among people with Alzheimer's disease and related dementias. Alzheimer's Dement., 2024, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.