Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove scoperte contraddicono la teoria dominante nell'Alzheimer

Per decenni l'ipotesi "amiloide" ha dominato il campo di ricerca nell'Alzheimer. La teoria descrive come un aumento della secrezione dei peptidi beta-amiloidi porta alla formazione di placche, grovigli tossici di proteine danneggiate tra le cellule, con il risultato finale della neurodegenerazione.

Gli scienziati dell'Università di Lund, in Svezia, hanno presentato uno studio che rivolta questa premessa da capo a piedi. I dati del gruppo di ricerca danno una ipotesi opposta, suggerendo che in realtà è l'incapacità dei neuroni a secernere il beta-amiloide, al centro della patogenesi dell'Alzheimer.

Lo studio, pubblicato nel numero di ottobre del Journal of Neuroscience, mostra un aumento di beta-amiloide intracellulare indesiderata che si verifica nelle prime fasi dell'Alzheimer. L'accumulo di beta-amiloide all'interno del neurone è qui dimostrato essere causato dalla perdita della normale funzione di secernere beta-amiloide. Al contrario della teoria dominante, che considera gli aggregati extracellulari di beta-amiloide il principale colpevole, lo studio dimostra invece che l'inizio della malattia è segnato da una ridotta secrezione di beta-amiloide. Il danno al neurone, creato dagli aggregati di beta-amiloide tossici all'interno della cellula, si crede che sia un passo precedente alla formazione delle placche, da lungo tempo biomarcatori o segno distintivo della malattia.

Il professor Gunnar Gouras, il ricercatore principale dello studio, si augura che i nuovi e sorprendenti risultati possano contribuire a spingere il campo di ricerca in una nuova direzione. "Molti ricercatori e aziende farmaceutiche che ricercano i composti per ridurre la secrezione di beta-amiloide stanno cercando nel modo sbagliato. Il problema è piuttosto il contrario, che [il beta-amiloide] non è sempre secreto. Per trovare la radice della malattia, ora dobbiamo focalizzarci su questo gruppo intracellulare critico di beta-amiloide".

"Stiamo dimostrando qui che l'aumento di beta-amiloide intracellulare è uno dei primi eventi che si verificano nell'Alzheimer, prima della formazione delle placche. I nostri esperimenti mostrano chiaramente una secrezione ridotta di beta-amiloide nel nostro modello primario di malattia dei neuroni. Questo è probabilmente perché il metabolismo delle cellule e le vie della secrezione sono interrotte in qualche modo, portando il beta-amiloide ad accumularsi all'interno della cellula invece di essere secreto naturalmente", dice Davide Tampellini, primo autore dello studio.

La teoria dell'accumulazione iniziale di beta-amiloide all'interno della cellula offre una spiegazione alternativa per la formazione delle placche. Quando inizia a formarsi una quantità in eccesso di beta-amiloide all'interno della cellula, è anche immaganizzato nelle sinapsi. Quando le sinapsi non possono più tenere la quantità crescente del peptide tossico, rompe la membrana, rilasciando i rifiuti nello spazio extracellulare. The toxins released now create the seed for other amyloids to gather and start forming the plaques. Le tossine rilasciate, ora creano il seme perchè altri amiloidi si raccolgano e inizino a formare le placche.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale della Università di Lund.

Riferimento: D. Tampellini, N. Rahman, MT Lin, E. Capetillo-Zarate, GK Gouras. Impaired -Amyloid Secretion in Alzheimer's Disease Pathogenesis. Journal of Neuroscience, 2011; 31 (43): 15384 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.2986-11.2011.

Pubblicato in ScienceDaily il 28 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)