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Molti anziani si aspettano la demenza, ma non chiedono ai medici come prevenirla

Secondo un nuovo sondaggio nazionale, molti americani tra i 50 e i 60 anni sono preoccupati per il declino della salute del cervello, specialmente se hanno persone care con perdita di memoria e demenza.


Ma mentre la maggior parte degli intervistati afferma di prendere integratori o di fare enigmistica nel tentativo di evitare il declino del cervello, pochissimi di loro parlano con il loro medico dei metodi basati sull'evidenza per prevenire la perdita di memoria.


Di conseguenza, potrebbero non usare strategie comprovate per mantenere a posto il cervello negli anni più avanti, afferma il team del sondaggio dell'Università del Michigan.


Complessivamente, quasi la metà degli intervistati del National Poll on Healthy Aging (sondaggio nazionale sull'invecchiamento in buona salute) ritiene che probabilmente svilupperà la demenza man mano che invecchia e quasi altrettanti sono preoccupati per questa prospettiva.


In realtà, la ricerca suggerisce che meno del 20% delle persone che raggiunge i 65 anni continua a perdere capacità cognitive per l'Alzheimer, la demenza vascolare o per altre condizioni.


Nonostante le preoccupazioni relative al cervello di così tanti intervistati, solo il 5% dell'intero gruppo e il 10% di coloro che hanno dichiarato di avere una storia familiare di demenza, ha affermato di aver parlato con un professionista sanitario su come prevenire i problemi di memoria.


Allo stesso tempo, il 73% ha dichiarato di fare cruciverba o giochi del cervello, o di prendere integratori, per cercare di mantenere la propria mente acuta. Però nessuna delle due strategie ha dimostrato di avere un effetto benefico in alcun importante studio di ricerca.


Il sondaggio, condotto dall'Institute for Healthcare Policy and Innovation dell'Universtà del Michigan, con il supporto di AARP e Michigan Medicine, ha posto a 1.028 adulti tra i 50 e i 64 anni una serie di domande sulla salute del cervello.


"Mentre molte persone in questa fascia d'età hanno espresso preoccupazione per la perdita di memoria e sostengono di adottare misure attive per prevenirla, la maggior parte non ha chiesto consiglio ai professionisti medici, che potrebbero aiutare a capire quali azioni sono supportate effettivamente da prove scientifiche", dice Donovan Maust MD/MS, psichiatra geriatrico della U-M che ha contribuito a progettare il sondaggio e ad analizzare i risultati. "Molte persone non si rendono conto che potrebbero preservare la salute del cervello gestendo la pressione sanguigna e la glicemia, facendo più attività fisica, dormendo meglio e smettendo di fumare".


Maust ha lavorato con la direttrice del sondaggio Preeti Malani MD, il ricercatore di demenza Kenneth Langa MD/PhD, e il gruppo del sondaggio.

 

 

Effetti dell'esperienza

Il team ha riscontrato forti differenze nelle percezioni e nei punti di vista nel terzo di intervistati che ha dichiarato di avere una storia familiare di demenza, o che è stato caregiver di una persona cara con demenza, rispetto a coloro che non hanno tale esperienza o legami familiari.


Ad esempio, il 73% di coloro che hanno una storia familiare di demenza ha affermato che avrà, o che ha una grande probabilità di avere, la condizione in vecchiaia, rispetto a solo il 32% di quelli senza storia familiare. Il divario tra i due gruppi era quasi altrettanto grande quando il team di ricerca ha chiesto ai partecipanti se erano preoccupati di avere la demenza più tardi nella vita.


"Restare mentalmente forti è la preoccupazione numero uno per gli anziani", afferma Alison Bryant PhD, vicepresidente senior della ricerca dell'AARP. "Secondo il Global Council on Brain Health, le persone dovrebbero concentrarsi sulle cose risapute per migliorare la salute del cervello: seguire una dieta sana, dormire adeguatamente, fare attività fisica e socializzare con amici e familiari".

 

 

Atteggiamenti verso la ricerca sulla demenza

Anche quando i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti se intendono partecipare a ricerche sulla demenza sono emerse differenze tra coloro che avevano la demenza nella loro famiglia e quelli che non l'avevano.


Il 71% di quelli con una storia familiare di demenza ha dichiarato che sarebbe disposto a fornire ai ricercatori un campione di DNA, rispetto al 51% degli altri intervistati. Quasi il doppio di quelli con una storia familiare ha dichiarato che avrebbe partecipato a un test di un nuovo farmaco volto a prevenire la demenza o un nuovo trattamento per le persone con diagnosi di demenza.


Il sondaggio suggerisce anche che i ricercatori che cercano modi migliori per prevenire, diagnosticare o trattare la demenza potrebbero dover lavorare sodo per attrarre partecipanti. Il 39% di coloro che non sarebbero disposti a dare un campione di DNA ha detto che era perché non volevano che il loro DNA fosse conservato in un deposito.


Allo stesso modo, il 37% di coloro che hanno affermato di non prendere parte a studi su nuove strategie di prevenzione o trattamento ha espresso preoccupazione per essere una cavia e un quinto è preoccupato per i danni potenziali.

 

 

Vita sana, atteggiamento sano

Il sondaggio mostra anche che una maggiore percentuale di adulti tra i 50 e i 60 anni che dicono di dormire e fare attività fisica, mangiare in modo sano ed erano attivi socialmente almeno diverse volte alla settimana, sentono che ora la loro memoria è nitida come quando erano più giovani, rispetto a quelli che non si impegnano in questi comportamenti sani così frequentemente.


Ma quelli che dicevano che la loro salute era accettabile o scadente, o che riferivano di non impegnarsi spesso in pratiche di stile di vita sano, erano molto più propensi a dire che la loro memoria era diminuita da quando erano più giovani. Complessivamente, il 59% degli intervistati ha dichiarato che la loro memoria era leggermente peggiore di quanto non fosse in passato.


"Per chiunque desideri rimanere più acuto possibile con l'età, le prove sono chiare: concentrati sulla dieta, sull'esercizio, sul sonno e sulla pressione sanguigna", dice la Malani. "Non concentrarti sulla preoccupazione per ciò che potrebbe accadere, o sui prodotti che puoi acquistare che promettono di aiutare, ma concentrati sulle cose che puoi fare ora, dimostrate dalla ricerca".

 

Cliccami per il rapporto completo

 

 

 


Fonte: Donovan Maust, Preeti Malani e Ken Langa in University of Michigan (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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