Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Voglia di dolci potrebbe essere un segno di demenza (frontotemporale)?

Stavo frequentando un gruppo di supporto per caregiver quando ho sentito la seguente storia:

"Mio marito ha avuto la diagnosi a 55 anni. Tutto è cominciato diventando lui brusco. Per esempio, non solo non mi teneva più aperta la porta, ma passava per primo e me la sbatteva in faccia. Se non gli piaceva quello che stavo guardando in TV, cambiava canale senza chiedermelo. Ha acquistato una nuova macchina stravagante che non potevamo permetterci. Poi ha cominciato a mangiare cose - come una vaschetta di gelato o un'intera scatola di biscotti - a letto mentre cercavo di dormire.

Ma la cosa che mi ha davvero sconvolto è che in quel periodo mi è stato diagnosticato un cancro; ora va bene, sto bene. Ma il punto è che a lui non importava davvero. Si è solo lamentato del fatto che il mio programma di chemioterapia interferiva con il suo golf. Non mi vergogno a dire che ho pianto quella notte.

Da un lato, tutto questo mi ha colto di sorpresa, perché mio marito era sempre stato così dolce. Dall'altro, il cambio è stato così lento che ho pensato: 'Ecco la crisi di mezza età che attraversano gli uomini, di cui mia madre mi parlava'. E tutto questo sta accadendo intorno ai cinquant'anni; non mi è mai passato per la mente che fosse un tipo di demenza.

Alla fine ho capito che c'era qualcosa di sbagliato in lui quando ha smesso di giocare a golf, e poi ha smesso di andare al lavoro. Tutto quello che voleva era sedersi sul divano, guardare la TV e mangiare qualcosa: una scatola di dolci misti, un barattolo di glassa o uno di maionese. E non gli importava nemmeno che la TV fosse accesa o no - la fissava comunque. Fu allora che lo portai dal suo dottore.

Mi sento così in colpa per aver pensato che era solo un cretino e per non averlo portato prima dal dottore! Il problema più grande di cui mi sto occupando ora è che quando vuole urinare, lo fa semplicemente dovunque si trovi. Non si preoccupa di andare in bagno o di tirarsi giù i pantaloni. E quando gli dico che dobbiamo mettere vestiti puliti, litiga con me!"


La demenza frontotemporale di solito appare in modo diverso dall'Alzheimer e da altre forme di demenza. La maggior parte delle persone con demenza frontotemporale inizia a mostrare sintomi a un'età compresa tra 45 e 65 anni, anche se in circa un quarto degli individui la malattia viene rilevata per la prima volta dopo i 65 anni.


Inoltre, i sintomi più importanti sono i cambiamenti di personalità e di comportamento, e la difficoltà a eseguire attività complicate. Amici e familiari di individui con demenza frontotemporale dicono spesso che si comportano come 'persone diverse'. Spesso mostrano comportamenti socialmente inappropriati, hanno brutte maniere, prendono decisioni impulsive e si impegnano in azioni incuranti. Spesso mostrano poca simpatia o empatia per gli altri.


È molto comune la perdita di interesse, guida e motivazione a fare qualsiasi cosa. Alcuni individui eseguono compulsivamente movimenti ripetitivi, come spegnere e accendere la luce ogni volta che passano accanto ad essa. Altri mostrano un netto cambiamento nelle preferenze alimentari (spesso preferiscono i dolci), si impegnano in abbuffate, fumo eccessivo o alcol.


Gli individui con demenza frontotemporale non sono in grado di rendersi conto o di capire che qualcosa non va nel loro comportamento; è la famiglia o gli amici che portano il comportamento anormale all'attenzione del medico.


I cambiamenti nella memoria sono legati alla difficoltà di prestare attenzione che impedisce la formazione di nuovi ricordi e la capacità di recuperarli. Svolgere attività complicate diventa difficile, come usare un nuovo programma software, preparare un pasto sofisticato, far quadrare il libretto degli assegni e installare un gadget elettronico.

 

Caratteristiche comuni della demenza frontotemporale

Caratteristiche generali

  • Tre quarti delle persone presentano sintomi tra i 45 e i 65 anni.
  • Un cambiamento prominente nella personalità; l'individuo spesso sembra una persona diversa.

Cambiamenti nel comportamento

  • Comportamento socialmente inappropriato che include osservazioni sociali inappropriate.
  • Perdita di buone maniere.
  • Azioni impulsive, avventate o incuranti.

Apatia o inerzia

  • Perdita di interesse, guida o motivazione.
  • Calo di iniziativa per nuove attività.
  • Trascurare la cura di sé.

Perdita di simpatia o empatia

  • Risposta ridotta ai bisogni o ai sentimenti di altre persone.
  • Minore interesse sociale, interrelazione, cordialità personale e impegno sociale.

Comportamento perseverante, stereotipato o compulsivo / rituale

  • Semplici movimenti ripetitivi.
  • Comportamenti compulsivi o ritualistici.
  • Ripetere le stesse parole.

Comportamento alimentare anomalo

  • Alterate preferenze alimentari.
  • Abbuffarsi o aumentare l'uso di alcol o sigarette.
  • Mettere in bocca oggetti non commestibili.

Problemi di pensiero e memoria

  • Scarsa attenzione.
  • Difficoltà con le attività complicate.
  • Difficoltà nella formazione e nel recupero dei ricordi.

 

Domanda chiave:

D: Hai notato che tua moglie, 57 anni, si comporta in modo strano. Prima era una persona premurosa, ora dice ciò che pensa senza preoccuparsi di ferire i sentimenti di qualcuno. Anche se prima era attenta alla salute, ora vuole mangiare un dessert per colazione, pranzo e cena. Ultimamente, sta rubando cibo dai piatti di altre persone nei ristoranti. Cosa sta succedendo?

R: Se la persona amata si comporta come descritto, assicurati che veda il suo medico. Demenza frontotemporale, ictus o un tumore al cervello sono solo alcune delle possibili cause.

 

 

 


Fonte: Andrew E. Budson MD, professore di neurologia Università di Boston e di Harvard.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.