Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I mitocondri in salute sono in grado di fermare l'Alzheimer

I mitocondri in salute sono in grado di fermare l'AlzheimerSezioni di emisfero intero del cervello dei topi di Alzheimer, prima e dopo il trattamento con il riboside Nicotinamide (NR) del NAD+. Il contenuto di placca amiloide-beta nel cervello dei topi (a sinistra), chiaramente visibile dalla colorazione verde e associato al danno cerebrale durante la malattia, si riduce dopo 10 settimane di trattamento con NR (a destra). Fonte: Vincenzo Sorrentino, Mario Romani, Francesca Potenza / EPFL.

Con un approccio bioinformatico e sperimentale, gli scienziati dell'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (APFL) hanno scoperto che rendere i mitocondri resistenti ai danni può fermare le malattie causate dalla tossicità dell'amiloide, come il morbo di Alzheimer (MA). Lo studio è pubblicato su Nature.


L'MA è la forma più comune di demenza e neurodegenerazione, in tutto il mondo. Uno dei principali segni distintivi della malattia è l'accumulo di placche tossiche nel cervello, formate dall'aggregazione anormale di una proteina chiamata amiloide-beta tra i neuroni.


L'MA, che è ancora senza cura, rappresenta un onere significativo per i sistemi di sanità pubblica. La maggior parte dei trattamenti si concentra sulla riduzione della formazione di placche amiloidi, ma questi approcci sono stati finora inconcludenti. Di conseguenza, gli scienziati stanno ora cercando strategie di trattamento alternative, una delle quali è considerare l'MA come una malattia metabolica.


Seguendo questa linea di pensiero, il laboratorio di Johan Auwerx all'EPFL ha esaminato i mitocondri, che sono le centrali energetiche delle cellule e quindi centrali nel metabolismo. Usando vermi e topi come modello, hanno scoperto che l'aumento delle difese dei mitocondri contro una forma particolare di stress proteico, consente loro non solo di proteggersi, ma anche di ridurre la formazione di placche amiloidi.


Durante il normale invecchiamento e nelle malattie associate all'età (come l'MA), le cellule subiscono danni crescenti e lottano per proteggere e sostituire i mitocondri disfunzionali. Poiché i mitocondri forniscono energia alle cellule cerebrali, lasciarli non protetti nell'MA favorisce i danni cerebrali, dando origine nel corso degli anni a sintomi come la perdita di memoria.


Gli scienziati hanno identificato due meccanismi che controllano la qualità dei mitocondri: il primo è la 'risposta mitocondriale alle proteine mal ripiegate' (UPRmt), che protegge i mitocondri dagli stimoli di stress; il secondo è la mitofagia, un processo che ricicla i mitocondri difettosi. Entrambi questi meccanismi sono la chiave per ritardare o prevenire un eccessivo danno mitocondriale durante la malattia.


Anche se da un po' di tempo sappiamo che i mitocondri sono disfunzionali nel cervello di MA, questa è la prima prova che essi cercano effettivamente di combattere la malattia aumentando i percorsi di controllo della qualità. "Questi meccanismi di difesa e di riciclaggio dei mitocondri sono essenziali negli organismi, dal verme C. elegans fino all'uomo", afferma Vincenzo Sorrentino, primo autore della ricerca. "Quindi abbiamo deciso di attivarli farmacologicamente".


Il team ha iniziato testando composti consolidati, come l'antibiotico doxiciclina e la vitamina riboside nicotinamide (RN), che può attivare i sistemi di difesa UPRmt e la mitofagia nel verme C. elegans, modello di MA. La salute, le prestazioni e la durata della vita dei vermi esposti ai farmaci aumentavano notevolmente rispetto ai vermi non trattati. Anche la formazione della placca si è ridotta significativamente negli animali trattati.


E, cosa più significativa, gli scienziati hanno osservato miglioramenti simili quando hanno attivato le stesse vie di difesa mitocondriale in cellule neuronali umane coltivate, usando gli stessi farmaci.


I risultati incoraggianti hanno portato i ricercatori a testare la RN in un topo modello di MA. Proprio come nel C. elegans, i topi hanno visto un miglioramento significativo della funzione mitocondriale e una riduzione del numero di placche amiloidi. Ma, cosa più importante, gli scienziati hanno osservato una sorprendente normalizzazione della funzione cognitiva nei topi. Questo ha enormi implicazioni dal punto di vista clinico.


Secondo Johan Auwerx, affrontare l'MA attraverso i mitocondri potrebbe fare la differenza: "Finora, l'MA è stata considerata principalmente la conseguenza dell'accumulo di placche di amiloide nel cervello. Abbiamo dimostrato che il ripristino della salute mitocondriale riduce la formazione della placca, ma, soprattutto, migliora la funzione cerebrale, che è l'obiettivo ultimo di tutti i ricercatori e dei pazienti di MA".


La strategia fornisce un nuovo approccio terapeutico per rallentare la progressione della neurodegenerazione nell'MA e forse anche in altri disturbi come il Parkinson, anch'esso caratterizzato da profondi difetti mitocondriali e metabolici.


Rimane da testare l'approccio nei pazienti umani. "Puntare i mitocondri, la RN e altre molecole che stimolano i loro sistemi di 'difesa e riciclaggio' potrebbe forse riuscire dove hanno fallito tanti farmaci, la maggior parte dei quali mirano a ridurre la formazione della placca amiloide", dice Vincenzo Sorrentino.

 

 

 


Fonte: Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Vincenzo Sorrentino, Mario Romani, Laurent Mouchiroud, John S. Beck, Hongbo Zhang, Davide D’Amico, Norman Moullan, Francesca Potenza, Adrien W. Schmid, Solène Rietsch, Scott E. Counts, Johan Auwerx. Enhancing mitochondrial proteostasis reduces amyloid-β proteotoxicity. Nature, 2017; DOI: 10.1038/nature25143

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.