Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come superare il pensiero negativo ripetitivo con la meditazione

Ti ritrovi mai preso in un ciclo di pensieri negativi? Forse rimugini sugli errori passati, ti preoccupi eccessivamente del futuro o immagini scenari peggiori? A volte hai una bella giornata, tutto va bene, e poi il tuo cervello dice: “Ehi, ricordi quella volta che eri imbarazzato davanti a tutti? Riviviamo quel momento per i prossimi 20 minuti". E all'improvviso, il tuo bel giorno si trasforma in cupa vergogna.


Se succede, sappi che non sei solo. Molte persone lottano con il pensiero negativo ripetitivo, e questo può avere un grave impatto sulla salute mentale e sul benessere. Come coordinatrice del caregiving al Center for Research and Expertise in Social Gerontology e membro associato del Center for Study and Research on India, South Asia and its Diaspora, vorrei far luce sull'impatto negativo del pensiero ripetitivo negativo nella salute mentale e fisica dei caregiver.

 

Gli effetti devastanti del pensiero negativo ripetitivo

Il pensiero negativo ripetitivo (PNR) è un processo cognitivo caratterizzato da contemplazione persistente e invadente sugli eventi passati (chiamato di solito 'ruminazione') e apprensione sulle possibilità future (spesso chiamata 'preoccupazione').


Il PNR è un modello di pensiero ricorrente, sgradito e difficile da rimuovere che è stato implicato nell'insorgenza e perpetuazione di diversi disturbi mentali, come depressione, ansia e disturbo post traumatico da stress. Inoltre, si è scoperto che il PNR è associato alla salute fisica ed è stato collegato a una maggiore probabilità di problemi di salute futuri. Il PNR può avere un impatto negativo sulla qualità del sonno, può ridurre l'efficienza e ostacolare le capacità decisionali.


Studi recenti hanno rivelato che la gravità del PNR è collegata ai cambiamenti nella morfologia cerebrale, portando a un declino delle capacità cognitive generali e aumentando il rischio di sviluppare l'Alzheimer. Anche a bassi livelli, il PNR può avere effetti dannosi sui sistemi cardiovascolari, nervosi autonomi ed endocrini.


Quindi, quale sarebbe la strategia più efficace per gestire il pensiero negativo ripetitivo? La ricerca ha dimostrato una correlazione negativa tra PNR e consapevolezza, il che implica che un basso livello di consapevolezza può aumentare la suscettibilità al PNR.

 

Viaggio verso il presente: il potere trasformativo della consapevolezza

La consapevolezza può essere vista come una facoltà mentale o un'abilità che può essere sviluppata attraverso la pratica regolare. Comporta coltivare una consapevolezza non giudicante e non reattiva del momento presente. L'obiettivo è essere pienamente coinvolti in ciò che sta accadendo in questo momento, piuttosto che soffermarsi sul passato o preoccuparsi del futuro.


Esistono due stili principali di pratica della consapevolezza: meditazione focalizzata all'attenzione e meditazione a monitoraggio aperto:

  • La meditazione focalizzata sull'attenzione  prevede la scelta di un oggetto specifico, come il respiro, e la tua piena attenzione su di esso. Ogni volta che la mente vaga, viene semplicemente riportata all'oggetto di attenzione.
  • Al contrario, la meditazione a monitoraggio aperto implica essere consapevoli di tutto ciò che accade nel momento presente. Invece di cercare di concentrarsi su un oggetto specifico, si osserva semplicemente tutto ciò che sorge nell'esperienza, inclusi pensieri, emozioni e sensazioni fisiche.

Ma cosa sta succedendo nel cervello durante queste pratiche? Studi recenti hanno rivelato che solo durante la meditazione focalizzata sull'attenzione esiste una disattivazione della 'rete di modalità predefinita', una rete di aree cerebrali che sono in genere attive quando non siamo concentrati su alcun compito particolare.


Questa rete è implicata nel pensiero 'in stato di riposo', che comporta un pensiero negativo ripetitivo. Disattivando la 'rete di modalità predefinita', la meditazione focalizzata sull'attenzione può aiutare a ridurre questo tipo di pensiero dannoso.

 

Ridurre il PNR: una svolta per i caregiver

Nell'ambito del nostro progetto, svilupperemo ed esamineremo un intervento mirato a ridurre il PNR nei caregiver familiari. Secondo un recente rapporto, oltre 8 milioni di canadesi over-15 (il 25% della popolazione) forniscono assistenza a un familiare o ad un amico con una condizione di salute a lungo termine, con disabilità o esigenze relative all'invecchiamento.


Anche se il caregiving può essere gratificante, può anche essere impegnativo e stressante, in particolare per coloro che forniscono cure estese o complesse. Lo stress cronico è un'esperienza comune per i caregiver familiari e può avere un impatto sulla loro salute e benessere. Un sondaggio sui caregiver ha rilevato che le maggiori aree di necessità per i caregiver erano la salute emotiva (58%) e la salute fisica (32%).


Il PNR è fortemente associato all'onere del caregiver e prevede impatti negativi sulla salute fisica e mentale dei caregiver. Recluteremo 100 caregiver con alti livelli di PNR. L'intervento sarà presentato ai partecipanti sotto forma di video interattivi che li guidano nella pratica della meditazione focalizzata sull'attenzione. Misureremo i cambiamenti di PNR, stress, ansia, depressione e qualità della vita prima e dopo l'intervento, nonché nel seguito dello studio di sei mesi.


Se l'intervento sarà efficace, potrebbe servire da base per lo sviluppo di uno strumento innovativo per il monitoraggio e la riduzione del PNR. Questo strumento potrebbe essere distribuito come app mobile o su piattaforme di realtà virtuale, fornendo ai caregiver l'accesso a un intervento che possono usare a loro piacimento. Ciò potrebbe espandere significativamente la portata dell'intervento, rendendolo più accessibile e conveniente per i caregiver che potrebbero non avere il tempo o le risorse per partecipare a interventi faccia a faccia tradizionali.


Nel complesso, il potenziale dell'intervento di meditazione focalizzata all'attenzione per migliorare la salute mentale e fisica dei caregiver, nonché lo sviluppo di nuovi strumenti innovativi, rappresentano una strada promettente nel campo dei servizi di supporto al caregiver.


Ulteriori ricerche e implementazione di tali interventi potrebbero migliorare significativamente la qualità della vita dei caregiver e delle persone di cui si occupano. Dopotutto, per far eco alle parole del filosofo Marco Aurelio, "La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri".

 

 

 


Fonte: Anna Andrianova, dottoranda ricercatrice in gerontologia sociale, Università Laval (Canada)

Pubblicato in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)