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Nuovo approccio per gestire i sintomi peggiori della demenza e ridurre i farmaci

Un team di esperti afferma che un nuovo approccio alla gestione dell'agitazione, dell'aggressività e di altri comportamenti indesiderati da parte di persone affette da demenza, può aiutare a ridurre l'uso di antipsicotici e altri psicofarmaci in questa popolazione, e rendere la vita più facile a loro e ai loro caregiver.


Pubblicando le loro raccomandazioni con l'acronimo "DICE", facile da ricordare, il gruppo di specialisti in salute mentale degli anziani spera di stimolare meglio il lavoro di squadra di coloro che si occupano di pazienti affetti da demenza a casa, nelle strutture residenziali e negli ospedali e cliniche.


Infatti l'agenzia federale che gestisce Medicare e finanzia gran parte dell'assistenza correlata alla demenza ha fatto dell'approccio DICE una parte ufficiale dei suoi strumenti per ridurre l'uso dei farmaci antipsicotici e altri farmaci di salute mentale nelle persone con demenza. Anche se questi farmaci possono comunque aiutare alcuni pazienti, il nuovo studio pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, dice che anche molti approcci non-farmacologici potrebbero aiutare a ridurre i comportamenti indesiderati, noti anche come sintomi neuropsichiatrici della demenza. Ma ci vorrà un lavoro di squadra e di comunicazione per farlo.


La maggior parte delle persone con Alzheimer e le altre condizioni che colpiscono la memoria diventano di volta in volta anche aggressive, agitate, depresse, ansiose o deliranti, dice l'autore senior Helen C. Kales, MD, capo del Program per Positive Aging della U-M e della Psichiatria Geriatrica all'Università del Michigan Health System e ricercatore del VA Center for Clinical Management Research. Oppure, potrebbero avere deliri, allucinazioni, o perdere le inibizioni.
"Spesso più che la perdita di memoria, sono i sintomi comportamentali della demenza gli aspetti più difficili dell'assistenza alle persone con demenza. Questi sintomi sono sperimentati quasi universalmente, tra le varie fasi e cause della demenza", dice. "Purtroppo, questi sintomi sono spesso associati a scarsi esiti, compreso il posizionamento precoce nella casa di cura, ricoveri in ospedale, stress del caregiver e depressione, e una interruzione del lavoro del caregiver".


I medici spesso prescrivono questi farmaci usati in pazienti con disturbi di salute mentale, nonostante le poche prove reali del buon funzionamento e nonostante i rischi che possono presentare - anche nell'accelerare la morte. Nel frattempo, gli studi hanno dimostrato risultati promettenti degli approcci non-farmacologici nel cambiare il comportamento dei pazienti affetti da demenza e ridurre gli scatenanti dei sintomi comportamentali nel loro ambiente e nella vita quotidiana. Ma un numero troppo basso di team sanitari sono addestrati nel loro utilizzo.


La Kales ed i suoi colleghi Laura N. Gitlin, PhD, e Costantine G. Lyketsos, MD, della Johns Hopkins University, hanno creato il nuovo documento a nome di un gruppo di esperti chiamato «Detroit Expert Panel on the Assessment and Management of the Neuropsychiatric Symptoms of Dementia», che ha sviluppato l'approccio DICE. Sponsorizzato dal programma della Kales, il gruppo multidisciplinare nazionale di esperti si è riunito nel Michigan per creare un approccio globale alla gestione comportamentale.


Il programma, soprannominato "DICE" (Descrivere, Investigare, Creare, Esaminare), dettaglia le considerazioni cruciali dei pazienti, dei caregiver e ambientali, ad ogni passo dell'approccio e descrive gli interventi comportamentali «concreti» e ambientali che dovrebbero essere considerati. In breve, i componenti sono:

  • D: Descrivere - Chiedere al caregiver, e al paziente se possibile, di descrivere il «chi, cosa, quando e dove» delle situazioni in cui si verificano comportamenti problematici e il loro contesto fisico e sociale. I caregiver potrebbero prendere appunti sulle situazioni che hanno portato a problemi di comportamento, per condividerli con i professionisti sanitari durante le visite.
  • I: Indagare - Il fornitore sanitario deve guardare a tutti gli aspetti della salute del paziente, ai sintomi della demenza, ai farmaci attuali e alle abitudini del sonno, che potrebbero combinarsi con fattori fisici, sociali e legati al caregiver per produrre il comportamento.
  • C: Creare - Lavorando insieme, caregiver e fornitore sanitario del paziente, sviluppano un piano per prevenire e rispondere ai problemi comportamentali del paziente, compresa qualsiasi cosa, dalla modifica delle attività e dell'ambiente del paziente, all'informazione e al sostegno del caregiver.
  • E: Esaminare - Dare la responsabilità al fornitore sanitario di valutare come viene seguito e come sta lavorando il piano, o in cosa si dovrebbe cambiare.


Gli autori dicono che i medici dovrebbero prescrivere psicofarmaci solo dopo che il paziente e il caregiver hanno compiuto il massimo degli sforzi per cambiare il comportamento dei pazienti affetti da demenza attraverso modifiche ambientali e altri interventi, con tre eccezioni legate alla depressione grave, alla psicosi o all'aggressività che presentano rischi per il paziente o altri.


Ora, dicono gli autori, gli operatori sanitari di tutti i tipi che si occupano di pazienti affetti da demenza dovrebbero familiarizzare con l'approccio DICE - così come i coniugi, i figli adulti e gli altri che si prendono cura di pazienti affetti da demenza a casa. "Sono necessari approcci innovativi per sostenere e formare i fornitori di prima linea sulla crescente popolazione anziana con sintomi comportamentali di demenza", dice la Kales, professore nel Dipartimento di Psichiatria alla Medical School della U-M e membro dell'Institute for Healthcare Policy & Innovation della U-M. "Crediamo che l'approccio DICE offra ai medici un processo strutturato di ragionamento clinico, sostenuto da prove, che può essere integrato nei diversi contesti della pratica".


Gitlin, che dirige il Center for Innovative Care in Aging alla School of Nursing della Johns Hopkins, aggiunge: "L'approccio DICE è centrato intrinsecamente su paziente e caregiver, perché le preoccupazioni delle persone con demenza e dei loro caregiver sono parte integrante di ogni fase del processo. Il DICE consente inoltre ai medici di prendere in considerazione il ruolo dei trattamenti non-farmacologici, medici e farmacologici contemporaneamente".


Lyketsos, presidente del Dipartimento di Psichiatria alla Johns Hopkins Bayview, sottolinea che l'approccio "ha enorme utilità nelle sperimentazioni cliniche di trattamenti per i sintomi comportamentali, in particolare nella sperimentazione di nuovi farmaci. Il DICE può essere usato per migliorare la sotto-classificazione dei comportamenti, o concentrarsi su particolari comportamenti nella randomizzazione accoppiata ad approcci di trattamento sistematico".

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Michigan Health System  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Helen C. Kales, Laura N. Gitlin, Constantine G. Lyketsos. Management of Neuropsychiatric Symptoms of Dementia in Clinical Settings: Recommendations from a Multidisciplinary Expert Panel. Journal of the American Geriatrics Society, 2014; 62 (4): 762 DOI: 10.1111/jgs.12730

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