Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come aiutare una persona cara ad accettare la sua malattia mentale

Molte persone mi chiedono come possono convincere i loro cari ad accettare la loro malattia. Mi dicono che sembro esibire molta consapevolezza dei miei punti di forza e di debolezza come persona che vive con un disturbo schizoaffettivo e si chiedono come i loro cari possano fare lo stesso.


È vero che per auto-migliorarti, devi avere almeno alcune conoscenze su ciò che devi migliorare. Senza queste informazioni, potresti non essere mai in grado di migliorare. La mancanza di conoscenze e, quindi, la mancanza di accettazione della propria malattia viene definita anosognosia. Può impedire alle persone di prendersi cura di se stesse, portarle a rifiutare i farmaci e costringerle a subire un trattamento involontario (Labovich, 2021).


La capacità di avere informazioni della propria malattia è un predittore di aderenza ai farmaci, di remissione dei sintomi, di conservazione del lavoro e di rischio di violenza verso sé stessi o verso gli altri (Lehrer e Lorenz, 2014).


Arginare gli effetti di questa mancanza di conoscenza è cruciale poiché il tempo in più passato in una psicosi può potenzialmente portare a cambiamenti cerebrali permanenti, motivo per cui un trattamento precoce e regolare può mostrare una prognosi migliore per i primi episodi di psicosi (Lehrer e Lorenz, 2014).

 

La scienza dell'anosognosia

L'anosognosia esiste in più disturbi psichiatrici e neurologici, che comprendono l'Alzheimer e la trauma cranico. È ampiamente noto che colpisce dal 50-57% al 90-98% dei pazienti con schizofrenia, mentre il 40% dei pazienti con disturbo bipolare mostra la mancanza di consapevolezza (Acharya e Sanchez-Manso, 2022; Lehrer e Lorenz, 2014). Rispetto ai disturbi non psicotici, i pazienti con schizofrenia presentano più deficit di autocoscienza (Lehrer e Lorenz, 2014).


La mancanza di consapevolezza può realmente essere vista nel cervello nelle condizioni neurologiche, in particolare nelle regioni dell'emisfero destro, che comprendono le regioni parietali e temporoparietali destre. Tuttavia, per i pazienti psichiatrici, l'evidenza di anosognosia è generalmente non specifica (Acharya e Sanchez-Manso, 2022). Ciò rende difficile sapere quando una persona può essere aiutata; tuttavia, sono state provate diverse strategie nella pratica clinica che hanno mostrato risultati positivi.

 

Come trattare l'anosognosia

Le strategie di trattamento radicale specifico dell'anosognosia sono progredite poco negli ultimi 20 anni, ma un documento pubblicato nel 2004 raccomanda di concentrarsi sui sintomi piuttosto che sulla malattia, per far avanzare le persone nella loro ripresa (Rickelman, 2009).


Spesso, dire a una persona che è malata non è produttivo. Invece, porta l'attenzione sulla sua mancanza di coinvolgimento nell'hobby preferito o sottolinea come ci si sente a non fare la doccia per diversi giorni di fila. Parlare di allucinazioni, manie e del loro processo specifico di pensiero durante quei sintomi può fare di più che dire alla persona che è 'schizofrenica' e che ha 'bisogno di trattamento'.


Invece di convincere le persone con psicosi che la loro paranoia per la CIA che le sta spiando è falsa, i medici suggeriscono di ricordare loro le precedenti capacità di far fronte, che funzionavano durante i loro momenti di angoscia. Potresti chiedere al paziente: "Ricordi quanto prendere le medicine o richiamare le tue allucinazioni ti ha aiutato l'ultima volta che è successo?". Evitare il giudizio sembra essere un suggerimento universale (Rickelman, 2009).


Le persone con schizofrenia hanno un tasso alto di ricovero involontario, che spesso può essere dannoso per le relazioni familiari. I medici suggeriscono questi passaggi per parlare con la persona cara (Rickelman, 2009):

  1. Dichiara qualcosa che indica che sai come si sente, ad esempio "So che devi sentirti arrabbiato con me".
  2. Esprimi il tuo rammarico con l'enfasi sul sentimento: "Sentivo che dovevo farlo" invece di "Dovevo farlo per il tuo bene".
  3. Spiega eventuali paure che avevi avuto se non li avessi ricoverati in ospedale, evitando di sembrare arrabbiato o accusatore.
  4. Evita di chiedere se è d'accordo; cerca di ottenere la sua possibilità di capire e di considerare la tua prospettiva per metterla involontariamente in ospedale.


Guardo questi suggerimenti e mi rendo conto che i miei caregiver stavano usando queste strategie molto prima di imparare cosa significasse 'anosognosia'. Di conseguenza, ho il massimo senso di fiducia nei loro confronti e li chiamo immediatamente dopo essermi sentita instabile per una illusione o un'allucinazione.


Mi ha dato la fiducia che avrei potuto assumere una posizione di guida nella mia ripresa e avere un senso di sforzo collaborativo di squadra con i miei caregiver che si curavano del mio conforto, invece di dirmi cosa sbagliavo sulla mia malattia e sul suo trattamento.


Fiducia e malattia mentale richiedono tempo, ma si può fare. Con questi suggerimenti, spero che tutti possano lavorare per arrivare a capire.

 

 

 


Fonte: Sarah Myers in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • AB Acharya, JC Sanchez-Manso. Anosognosia. National Library of of Medicine, 2022, link.
  • N Labovich. Consent, informed: rethinking informed consent & competency for patients with schizophrenia and anosognosia. BCL Rev., 2021, link
  • DS Lehrer, J Lorenz. Anosognosia in Schizophrenia: Hidden in Plain Sight. Innovations in Clinical Neuroscience, 2014, PMID: 25152841
  • BL Rickelman. Anosognosia in individuals with schizophrenia: Toward recovery of insight. Issues in Mental Health Nursing, 2009, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)