Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta firma del gene responsabile delle microglia mangia-placca nell'Alzheimer

Neuron with tangles of tau surrounded by microglia

Il morbo di Alzheimer (MA) è la forma più comune di demenza ed è caratterizzata dall'accumulo di placche di amiloide nel cervello. Le microglia, le sentinelle immunitarie del cervello, non sono solo responsabili dell'eliminazione degli invasori stranieri, ma anche del mantenimento dell'omeostasi del cervello, eliminando i rifiuti tossici come le placche amiloidi.


Tuttavia, il ruolo delle microglia nel MA e la loro relazione con l'accumulo di placca amiloide era finora poco chiara. Ora, un team di scienziati della Duke-NUS (USA-Singapore) e della Monash University (Australia) ha trovato le firme di espressione genica alla base delle microglia associate alla fagocitosi della placca amiloide, cioè l'inghiottimento dei depositi di proteina amiloide-beta (Aβ) nel cervello.


I risultati, riferiti su Nature Communications, offrono un nuovo obiettivo per interventi che mirano ad affrontare il meccanismo sottostante questa malattia incurabile.


Per indagare sulle differenze tra cervelli sani e quelli dei pazienti con MA a risoluzione di singola cellula, il team di scienziati della Duke-NUS e della Monash ha intrapreso un progetto ambizioso per studiare in modo completo i cambiamenti di espressione genica in tipi specifici di cellule cerebrali umane associati alla progressione del MA. Dal momento di quello studio, pubblicato su Nature Neuroscience nel 2019, la squadra si è concentrata sulle microglia.


"Abbiamo cercato di capire i meccanismi molecolari e le differenze tra le microglia che stavano inghiottendo attivamente le placche amiloidi nel MA e quelle che non lo facevano", ha detto il prof. associato Enrico Petretto del Programma Disturbi Cardiovascolari e Metabolici della Duke-NUS, e coautore senior dello studio.


La squadra ha usato un colorante, chiamato Methoxy-XO4, che punta specificamente le microglia che hanno inghiottito le placche amiloidi. Dopo aver applicato il colorante a modelli preclinici del MA, ha poi esaminato l'espressione genetica nelle microglia macchiate. Ha studiato le differenze nell'espressione genica alla base della capacità delle microglia di ingerire particelle (ad esempio placca amiloide) e identificato le molecole regolatorie associate.


"Comprendere questo meccanismo è importante perché ora abbiamo diversi nuovi bersagli da seguire, e in futuro, questi obiettivi possono aprire un nuovo fronte contro questa malattia devastante", ha affermato il professor Jose M. Polo del Monash Biomedicine Discovery Institute, coautore senior dello studio.


L'esame ha rivelato che i modelli di espressione genica delle microglia che non hanno assorbito amiloide sono simili a quelli delle microglia invecchiate, che sono note per essere disfunzionali e un protagonista della patogenesi del MA. Inoltre, dopo che le microglia hanno inghiottito le placche amiloidi associate al MA, sviluppano un modello caratteristico di espressione genica (la firma).


Questo cambiamento nell'espressione genica è indotto, in parte, da un gene chiamato Hif1a. L'espressione genica modificata aumenta la capacità delle microglia di assorbire proteine ​​come l'amiloide, mentre ridurre l'Hif1a produce il risultato contrario, evidenziando l'importanza dell'Hif1a nel controllare questa funzione delle microglia. Questo ruolo regolatorio dell'Hif1a potrebbe anche valere per la funzione microgliale di rimozione delle sinapsi danneggiate.


"È possibile che questo processo sia inizialmente protettivo", ha detto Petretto, "quando le microglia potano efficacemente le sinapsi danneggiate situate vicino alle placche". Gli scienziati sospettano, tuttavia, che questo processo di potatura in seguito si deteriori, mentre la malattia progredisce.


Il team ha anche usato modelli computazionali per prevedere le reti di molecole coinvolte nell'assorbimento delle proteine da parte delle microglia, ​​e ha identificato i potenziali obiettivi di studio per lo sviluppo di un farmaco. Ad esempio la rapamicina, un immunosoppressore ampiamente usato, ha dimostrato di impedire al gene Hif1a di indurre le microglia a inghiottire le placche amiloidi.


"Questa relazione tra Hif1a e il declino cognitivo nel MA deve ancora essere svelato in modo completo", ha detto il dottorando Gabriel Chew, che è un primo coautore dello studio. "Il lavoro futuro potrebbe concentrarsi sull'uso dello strumento di modifica genetica CRISPR per testare l'impatto della manipolazione dell'Hif1a sulla gravità dei sintomi e sulla progressione della malattia".

 

 

 


Fonte: Duke-National University of Singapore (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alexandra Grubman, Xin Yi Choo, Gabriel Chew, John Ouyang, Guizhi Sun, Nathan Croft, Fernando Rossello, Rebecca Simmons, Sam Buckberry, Dulce Vargas Landin, Jahnvi Pflueger, Teresa Vandekolk, Zehra Abay, Yichen Zhou, Xiaodong Liu, Joseph Chen,M ichael Larcombe, John Haynes, Catriona McLean, Sarah Williams, Siew Yeen Chai, Trevor Wilson, Ryan Lister, Colin  Pouton, Anthony Purcell, Owen Rackham, Enrico Petretto, Jose Polo. Transcriptional signature in microglia associated with Aβ plaque phagocytosis. Nature Communications, 21 May 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)