Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


MicroRNA può essere obiettivo terapeutico per lesioni cerebrali traumatiche

Gli scienziati del Walter Reed Army Institute for Research hanno dimostrato che i biomarcatori microRNA correlati al morbo di Alzheimer (MA) hanno un ruolo nel danno cerebrale causato dalle lesioni cerebrali traumatiche (TBI, traumatic brain injury).


Il trauma cranico deriva da colpi alla testa che portano a interruzioni croniche del cervello e a una cascata di condizioni di salute di lungo termine. I pazienti che soffrono di TBI corrono un rischio molto più elevato di sviluppare malattie neurodegenerative o demenza, in particolare il MA. Il meccanismo alla base di questa relazione è tuttora poco studiato, rendendo difficile lo sviluppo di terapie efficaci.


I miRNA sono piccoli pezzi di materiale genetico che hanno un ruolo fondamentale nell'espressione genica normale. Tuttavia, gli studi hanno anche collegato livelli anormali di miRNA (disregolazione) a una serie di malattie tra cui i disturbi neurodegenerativi e alla morte cellulare dopo TBI, rendendoli un argomento di grande interesse per i ricercatori, che sperano di usarli come biomarcatori e nuovi bersagli di terapie farmacologiche.


Nella loro pubblicazione su Frontiers in Neuroscience, i ricercatori hanno valutato più di 800 miRNA in modelli di TBI, dimostrando che la TBI causava una disregolazione coordinata dei miRNA seguita da aumento della quantità dell'«enzima di scissione dell'amiloide del sito beta» (BACE1, beta-site amyloid cleaving enzyme) e dalla perdita della proteina precursore dell'amiloide.


Il BACE1 scinde l'APP per generare peptidi di amiloide-beta, un segno distintivo di patologia neurodegenerativa e di perdita di cellule cerebrali, che sono al centro di diversi esperimenti clinici per il MA. Il dott. Bharani Thangavelu e il dott. Bernard Wilfred, primi autori dello studio, del Brain Trauma Neuroprotection Branch del WRAIR, hanno affermato:

"Il coordinamento tra miRNA, BACE1 e APP possono essere biomarcatori collettivi che riflettono il danno causato dal trauma cranico, rilevante per lo sviluppo di malattie neurodegenerative" .


La dott.ssa Angela M. Boutte, capo sezione di biologia molecolare e di proteomica all'interno della sezione BTN, ha osservato:

“I miRNA sono sempre più riconosciuti come mediatori di lesione. È piuttosto notevole che BACE1 e APP siano punti centrali dei miRNA colpiti dalla TBI. Questo lavoro deduce che potrebbero esserci caratteristiche comuni sottostanti TBI e MA che non sono state viste prima, senza una variante genetica studiata più di frequente, per i modelli che esplorano le connessioni tra TBI e malattia neurodegenerativa".


È già stata pianificata la ricerca futura per caratterizzare il ruolo diretto di questi miRNA e la loro relazione con l'enzima BACE1 nelle lesioni cerebrali traumatiche.

 

 

 


Fonte: Walter Reed Army Institute of Research (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bharani Thangavelu, Bernard Wilfred, David Johnson, Janice Gilsdorf, Deborah Shear and Angela M. Boutté. Penetrating Ballistic-Like Brain Injury Leads to MicroRNA Dysregulation, BACE1 Upregulation, and Amyloid Precursor Protein Loss in Lesioned Rat Brain Tissues. Front. Neurosci., 18 Sep 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)