Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pensiero negativo ripetitivo legato al rischio di demenza

Cerebral amyloid betaPlacche di amiloide-beta. Fonte: Nephron / Wikimedia

Impegnarsi in maniera persistente in modelli di pensiero negativo può aumentare il rischio di morbo di Alzheimer (MA), secondo un nuovo studio guidato dalla University College London.


Nello studio su persone di età superiore ai 55 anni, pubblicato in Alzheimer’s & Dementia, i ricercatori hanno trovato che il 'pensiero negativo ripetitivo’ (RNT, repetitive negative thinking) è legato al successivo declino cognitivo, nonché alla deposizione di proteine ​​cerebrali dannose collegate al MA.


I ricercatori dicono che l'RNT dovrebbe ora essere ulteriormente indagato come potenziale fattore di rischio per la demenza, e si dovrebbero studiare strumenti psicologici, come la meditazione di consapevolezza, per vedere se possono ridurre il rischio di demenza.


La prima autrice dott.ssa Natalie Marchant (UCL Psichiatria) ha detto:

“Depressione e ansia in mezza età e in vecchiaia sono già note per essere fattori di rischio per la demenza. Qui, abbiamo trovato che alcuni modelli di pensiero implicati nella depressione e nell'ansia potrebbero essere una ragione sottostante per cui le persone con questi disturbi hanno più probabilità di sviluppare la demenza.

“Preso insieme ad altri studi, che hanno legato depressione e ansia con il rischio di demenza, crediamo che i modelli cronici di pensiero negativo per lunghi periodi di tempo potrebbero aumentare il rischio di demenza. Non pensiamo che l'evidenza suggerisca che le battute d'arresto a breve termine aumentino il rischio di demenza.

“Ci auguriamo che si possano usare i nostri risultati per sviluppare strategie che riducono il rischio di demenza delle persone, aiutandole a ridurre i loro modelli di pensiero negativo”.


Per lo studio supportato dall'Alzheimer's Society, il gruppo di ricerca di UCL, INSERM e McGill University ha studiato 292 persone over-55 che facevano parte dello studio di coorte PREVENT-AD, e ulteriori 68 persone della coorte IMAP+.


Per due anni, i partecipanti allo studio hanno risposto a domande su come in genere pensano alle esperienze negative, concentrandosi sui modelli di RNT, come la ruminazione sul passato e la preoccupazione per il futuro. I partecipanti hanno inoltre avuto la misurazione dei sintomi di depressione e ansia.


La loro funzione cognitiva è stata valutata misurando la memoria, l'attenzione, la cognizione spaziale e il linguaggio. Alcuni partecipanti (113) sono stati sottoposti a scansioni cerebrali PET, per misurare i depositi di amiloide e tau, due proteine ​​che causano il tipo più comune di demenza, il MA, quando si accumulano nel cervello.


I ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno esibito modelli RNT più alti hanno sperimentato più declino cognitivo nel corso di un periodo di quattro anni, e un declino della memoria (che è tra i primi segni del MA), e avevano più probabilità di avere depositi di amiloide e tau nel loro cervello.


Depressione e ansia sono stati associati con il successivo declino cognitivo, ma non con deposizione di amiloide o di tau, suggerendo che l'RNT potrebbe essere il motivo principale per cui la depressione e l'ansia contribuiscono al rischio di MA. La dott.ssa Marchant ha detto: “Proponiamo che il pensiero negativo ripetitivo può essere un nuovo fattore di rischio per la demenza in quanto potrebbe contribuire alla demenza in modo unico”.


I ricercatori suggeriscono che l'RNT può contribuire al rischio di MA attraverso il suo impatto sugli indicatori di stress, come la pressione alta, visto che altri studi hanno trovato che lo stress fisiologico può contribuire alla deposizione di amiloide e tau.


La coautrice dott.ssa Gael Chételat (INSERM e Université de Caen-Normandie) ha commentato:

“I nostri pensieri possono avere un impatto biologico sulla nostra salute fisica, che potrebbe essere positivo o negativo. Le pratiche di allenamento mentale, come la meditazione, potrebbero aiutare a promuovere schemi mentali positivi, mentre sotto-regolano quelli negativi.

“Curare la vostra salute mentale è importante, e dovrebbe essere una delle principali priorità di salute pubblica, in quanto è importante non solo per la salute delle persone e il benessere nel breve termine, ma potrebbe anche avere un impatto sull'eventuale rischio di demenza”.


I ricercatori sperano di scoprire se la riduzione degli RNT, possibilmente attraverso l'allenamento alla consapevolezza o la terapia mirata della parola, potrebbe a sua volta ridurre il rischio di demenza. Le dott.sse Marchant e Chételat e altri ricercatori europei stanno attualmente lavorando su un progetto di grandi dimensioni per vedere se gli interventi come la meditazione possono aiutare a ridurre il rischio di demenza attraverso il sostegno della salute mentale in età avanzata.


Fiona Carragher, direttrice di Ricerca e Influenza all'Alzheimer's Society, ha dichiarato:

“La comprensione dei fattori che possono aumentare il rischio di demenza è di vitale importanza per aiutare a migliorare la nostra conoscenza di questa condizione devastante e, ove possibile, per sviluppare strategie di prevenzione. Il legame dimostrato tra modelli di pensiero negativo ripetuto e declino cognitivo/depositi nocivi è interessante, anche se abbiamo bisogno di ulteriori indagini per capirlo meglio.

"La maggior parte delle persone nello studio avevano già la conferma di un rischio più alto di MA, quindi avremmo bisogno di vedere se questi risultati sono confermati nella popolazione generale e se il pensiero negativo ripetuto aumenta il rischio di MA in sé.

“In questi tempi di instabilità, nel servizio di consulenza telefonica sentiamo ogni giorno persone spaventate, confuse, o alle prese con la loro salute mentale. Quindi è importante sottolineare che questo studio non dice che il pensiero negativo per brevi periodi causerà il MA. La salute mentale potrebbe essere un ingranaggio fondamentale nella prevenzione e nel trattamento della demenza; più ricerca ci dirà in quale misura”.

 

 

 


Fonte: University College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Natalie Marchant, Lise Lovland, Rebecca Jones, Alexa Pichet Binette, Julie Gonneaud, Eider Arenaza‐Urquijo, Gael Chételat, Sylvia Villeneuve. Repetitive negative thinking is associated with amyloid, tau, and cognitive decline. Alzheimer's and Dementia, 7 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)