Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Monitorare come si muove la Tau tra i neuroni per trovare possibili trattamenti

axon neuroscience dementia vaccine tau protein

Nella lotta contro le malattie neurodegenerative, come la demenza frontotemporale, il morbo di Alzheimer (MA) e l'encefalopatia traumatica cronica, la proteina tau è uno dei principali colpevoli. Presente in abbondanza nelle nostre cellule cerebrali, la tau è di norma un giocatore di squadra: mantiene la struttura e la stabilità all'interno dei neuroni, e aiuta a trasportare le sostanze nutritive da una parte all'altra della cellula.


Tutto ciò cambia quando la tau è mal ripiegata. Diventa appiccicosa e insolubile, aggregandosi e formando grovigli neurofibrillari all'interno dei neuroni, interrompendo la loro funzione e infine uccidendoli. Peggio ancora, servono probabilmente relativamente poche proteine ​​tau mal ripiegate da una cellula per trasformare le sue vicine in cellule cerebrali mal funzionanti e morenti.


“Questa forma anomala della proteina tau inizia a diffondersi da una cellula all'altra”, ha detto il neuroscienziato Kenneth S. Kosik dell'UC Santa Barbara. “Ricorda un problema serio che è noto in biologia, chiamato malattia da prioni, come quella della mucca pazza”.


È importante che, a differenza della malattie vere da prioni, che si diffondono attraverso il contatto tra tessuti infetti o fluidi corporei, le malattie di tipo prionico, come la demenza fronto-temporale e le altre taupatie, non sono contagiose, non possono essere diffuse da persona a persona o attraverso il contatto con tessuto infetto.


Tuttavia, la replica è stranamente familiare: una proteina tau mal ripiegata esce da una cellula e viene ripresa da una cellula normale vicina. Qui agisce come modello in quella cellula, che successivamente produce essa stessa tau mal ripiegata, spiega Kosik. Le cellule producono e secernono più e più volte la versione riprodotta tossica di tau, fino a che intere regioni del cervello sono interessate, derubando nel tempo la persona delle sue funzioni cognitive e fisiche.


E se la diffusione potesse essere contenuta? Se rilevata precocemente, il controllo della proliferazione di proteina tau potrebbe impedire alla malattia neurodegenerativa di progredire, e dare al paziente una probabilità di vita normale. Ma per farlo, gli scienziati devono prima capire cosa fa la proteina.


In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, Kosik e il suo team hanno scoperto un meccanismo mediante il quale la tau viaggia da neurone a neurone. Non solo fa luce sulla propagazione della tau nella malattia neurodegenerativa, ampiamente studiata ma poco compresa, ma indica un modo per controllare la diffusione della proteina tau.


“La scoperta di un meccanismo attraverso il quale la tau transita da cellula a cellula fornisce un indizio verso un approccio strutturale profondo per progettare molecole in grado di prevenire la diffusione della tau”, ha detto Kosik, professore di ricerca nelle neuroscienze alla UC Santa Barbara.


Il giocatore più importante in questo meccanismo di assorbimento e diffusione, si scopre, è la lipoproteina a bassa densità chiamata 'proteina 1 legata al recettore della lipoproteina ​​a bassa densità' (LRP1, low density lipoprotein receptor-related protein 1). Si trova sulla membrana delle cellule del cervello ed è coinvolta in diversi processi biologici, tra i quali aiutare il neurone a portare dentro il colesterolo, che viene usato come parte della struttura cellulare.


I ricercatori hanno scoperto che la LRP1 raccoglie la tau nelle cellule vicine dopo che esce da una cellula nello spazio extracellulare. Come uno dei vari recettori delle lipoproteine ​​a bassa densità, la LRP1 è stata individuata da un processo di eliminazione: inibendo sistematicamente l'espressione di ciascuno dei membri di questa famiglia tramite la tecnologia CRISPRi e esponendoli alla tau, i ricercatori hanno determinato che il silenziamento genetico della LRP1 impedisce efficacemente l'assorbimento della tau.


“Questa proteina è interessante di per sé, perché è un po' come un cestino dei rifiuti extracellulare”, ha detto Kosik. “E non si limita a raccogliere tau; se c'è altra spazzatura là fuori, raccoglie anche quella“.


Ma cosa riconosce l'LRP1 della tau? Scavando più a fondo, gli scienziati hanno scoperto che un tratto dell'amminoacido lisina sulla proteina tau agisce come una sorta di stretta di mano segreta che apre le porte al neurone. “Allora questi sono tutti indizi”, ha detto Kosik.

 

Fermare la diffusione

“Dal momento che il nostro lavoro cellulare ha dimostrato che la proteina tau può interagire con il recettore LRP1 sulla superficie cellulare e che questo provoca l'endocitosi della tau, la nostra ipotesi era che se riduciamo l'espressione della LRP1 nei topi, dovremmo ridurre la capacità dei neuroni vicini di assorbire tau”, ha spiegato la prima autrice dello studio, la ricercatrice post-dottorato Jennifer Rauch.


Per confermare i loro studi in vitro, i ricercatori hanno iniettato tau nei topi, alcuni dei quali avevano i geni LRP1 sotto-regolati da un soppressore RNA dell'LRP1. Le proteine ​​tau erano legate da una piccola stringa di aminoacidi per mezzo di una proteina fluorescente verde che aiuta gli scienziati ad osservare la tau dopo che è stata iniettata.


“Non appena questo costrutto è in una cella, il connettore aminoacido viene tagliato, e la proteina fluorescente e la tau si separano una dall'altra”, spiega la Kosik. Quello che hanno trovato era che negli animali con LRP1 normale, la tau aveva la tendenza a diffondersi; nei topi con LRP1-soppressi, la proteina rimaneva ferma, riducendo notevolmente la probabilità di essere presa e replicata da altri neuroni normali. “Questa è la prima volta che abbiamo impedito in toto la diffusione della tau”, ha detto.


“Quando riduciamo l'espressione di LRP1, vediamo una ridotta diffusione di tau negli animali”, ha detto la Rauch, che ha già lavorato in precedenza sul ruolo dei proteoglicani 'solfato eparan' nell'assorbimento della tau. Lei si riferisce ad uno studio recente in cui era coinvolto Kosik e la dottoranda Juliana Acosta-Uribe, che ha descritto una paziente con una grave forma genetica di MA ad esordio precoce, che però non ha avuto la malattia a causa di una seconda mutazione che sembrava evitare la diffusione della tau.


Il team è pronto a imparare come la seconda mutazione di questa paziente può prevenire la diffusione della tau, forse interagendo con l'LRP1. “Il prossimo passo”, ha detto la Rauch, “è concentrarsi sul tentativo di decifrare l'interfaccia dell'interazione tau-LRP1 e capire se questo potrebbe essere un obiettivo per farmaci”.

 

 

 


Fonte: Sonia Fernandez in University of California Santa Barbara (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jennifer N. Rauch, Gabriel Luna, Elmer Guzman, Morgane Audouard, Collin Challis, Youssef E. Sibih, Carolina Leshuk, Israel Hernandez, Susanne Wegmann, Bradley T. Hyman, Viviana Gradinaru, Martin Kampmann, Kenneth S. Kosik. LRP1 is a master regulator of tau uptake and spread. Nature, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.