Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le noci possono rallentare il declino cognitivo degli anziani a rischio

Mangiare noci può aiutare a rallentare il declino cognitivo nei gruppi a rischio della popolazione anziana, secondo uno studio condotto da ricercatori in California e Spagna.


Lo studio Walnuts and Healthy Aging (noci e invecchiamento sano), pubblicato questo mese sul The American Journal of Clinical Nutrition, ha scoperto che il consumo di noci da parte di anziani sani ha avuto poco effetto sulla loro funzione cognitiva su più di due anni, ma ha avuto un grande effetto su anziani che avevano fumato di più e avevano punteggi più bassi dei test neuropsicologici al basale (inizio dello studio).


Lo studio ha esaminato quasi 640 anziani che vivevano indipendentemente a Loma Linda in California, e a Barcellona in Spagna. Per due anni, il gruppo di test ha incluso noci nell'alimentazione quotidiana, mentre il gruppo di controllo si è astenuto dal mangiarle.


Le noci contengono acidi grassi omega-3 e polifenoli, che hanno in precedenza dimostrato di contrastare lo stress ossidativo e l'infiammazione, che sono entrambi fattori che portano al declino cognitivo.


Joan Sabaté MD/PhD, professore di nutrizione ed epidemiologia alla Loma Linda University e coautore senior dello studio, ha detto che questo è stato l'esperimento più grande e meglio controllato mai condotto sugli effetti delle noci sulla cognizione:

“Anche se questo è stato un risultato minore, potrebbe portare a esiti più rilevanti se esteso su periodi di tempo più lunghi. Sono sicuramente giustificate ulteriori indagini sulla base dei nostri risultati, in particolare per le popolazioni svantaggiate, che possono avere più da guadagnare dall'aggiunta di noci e altri frutti simili a guscio nell'alimentazione".


Sabaté e il suo gruppo di ricerca della Loma Linda University sono stati i primi a scoprire l'effetto ipocolesterolemizzante del consumo di frutta a guscio - noci in particolare - con l'abbassamento del colesterolo nel sangue. I risultati erano stati pubblicati sul New England Journal of Medicine nel 1993. In seguito, i risultati dei ricercatori Loma Linda University hanno collegato il consumo di noci a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

 

 

 


Fonte: Ansel Oliver in Loma Linda University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Aleix Sala-Vila, Cinta Valls-Pedret, Sujatha Rajaram, Nina Coll-Padrós, Montserrat Cofán, Mercè Serra-Mir, Ana M Pérez-Heras, Irene Roth, Tania M Freitas-Simoes, Mónica Doménech, Carlos Calvo, Anna López-Illamola, Edward Bitok, Natalie K Buxton, Lynnley Huey, Adam Arechiga, Keiji Oda, Grace J Lee, Dolores Corella, Lídia Vaqué-Alcázar, Roser Sala-Llonch, David Bartrés-Faz, Joan Sabaté, Emilio Ros. Effect of a 2-year diet intervention with walnuts on cognitive decline. The Walnuts And Healthy Aging (WAHA) study: a randomized controlled trial. The American Journal of Clinical Nutrition, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)