Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sono le mutazioni nel DNA/RNA a causare le neurodegenerazioni?

double stranded rnaDouble-stranded RNA (RNA a doppio filamento), disegno di Laguna Design / Fine Art America

Scienziati hanno scoperto che le mutazioni nel DNA possono causare malattie neurodegenerative. La scoperta è un passo importante verso un trattamento migliore per rallentare la progressione o l'esordio ritardato di una serie di malattie incurabili come l'Huntington e la malattia del motoneurone, probabilmente attraverso l'uso, in modi nuovi, di farmaci antinfiammatori esistenti.


Il team di scienziati ha dimostrato sperimentalmente, per la prima volta, che le mutazioni alla fine scatenano una risposta infiammatoria simile a quella contro un virus nelle cellule, che porta alla morte cellulare e, nel tempo, a danni neurologici progressivi.


Lo studio, guidato dall'Università di Adelaide e pubblicato su Human Molecular Genetics, è il culmine di oltre un decennio di ricerche del Victor Chang Research Institute di Sydney, dove si sta cercando di capire come le mutazioni del DNA portano a danni neurologici.


Questo studio indaga sugli esiti di una mutazione legata all'Huntington e ad altre 20 malattie neurodegenerative, tra cui alcune forme di malattia del motoneurone. Ma potrebbe anche avere implicazioni per la progressione di malattie neurodegenerative che non sono necessariamente ereditate, come l'Alzheimer e il Parkinson, che secondo le evidenze sono causate da una simile risposta infiammatoria agli scatenanti ambientali.


"Nell'insieme queste condizioni influenzano milioni di famiglie in tutto il mondo, e non ci sono cure o trattamenti efficaci", dice il capo del progetto Rob Richards, professore di Genetica all'Università di Adelaide. "Se il nuovo meccanismo che abbiamo scoperto si rivelerà corretto, trasformerà il campo, fornendo un modo diverso di pensare a queste malattie e offrendo nuove opportunità di intervento medico".


Le cosiddette 'malattie da DNA ripetuto' (chiamate così a causa delle sequenze ripetute nel DNA dei pazienti) condividono molte caratteristiche sintomatiche comuni, ma i meccanismi con cui si presentano i sintomi sono stati precedentemente ritenuti diversi per ciascuna.


"Conosciamo da alcuni anni quali sono le mutazioni coinvolte e l'insieme degli esiti che ne derivano, ma, fino ad ora, non sapevamo come una [mutazione] porta all'esito. Questa nuova ricerca ci mostra come ognuna di queste malattie può essere causata dallo stesso percorso cellulare sottostante".


I risultati dello studio ruotano attorno all'RNA, la molecola nelle nostre cellule che è il passaggio intermedio tra il DNA nei cromosomi e le proteine ​​che sono le principali componenti funzionali delle cellule. Il DNA fornisce un modello per produrre RNA, che è di norma 'codificato a barre' per garantire che le cellule lo riconoscano come 'proprio', distinguendolo dall'RNA di un invasore straniero, come i virus.


Usando il modello sperimentale di moscerino Drosophila, il professor Richards e il suo team hanno dimostrato che l'«RNA a doppio filamento» danneggiato era invece riconosciuto come estraneo al corpo o 'non-proprio'.


"Questo scatena una risposta auto-infiammatoria di tipo anti-virale che porta alla distruzione e alla morte dei neuroni, causando nel tempo danni neurologici progressivi", afferma il professor Richards. "L'RNA anomalo è costituito da regioni di sequenze ripetute di DNA che si trovano in un numero maggiore di persone affette da Huntington e da altre malattie neurodegenerative".


Il professor Richards dice che esistono farmaci per altri tipi di malattie auto-infiammatorie, che possono rivelarsi efficaci nel trattare i sintomi di queste malattie, inibendo la risposta infiammatoria anti-virale.

 

 

 


Fonte: University of Adelaide (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Clare L Eyk, Saumya E Samaraweera, Andrew Scott, Dani L Webber, David P Harvey, Olivia Mecinger, Louise V O’Keefe, Jennifer E Cropley, Paul Young, Joshua Ho, Catherine Suter, Robert I Richards. ‘Non-self’ Mutation: Double-stranded RNA elicits antiviral pathogenic response in a Drosophila model of expanded CAG repeat neurodegenerative diseases. Human Molecular Genetics, 9 May 2019, DOI: 10.1093/hmg/ddz096

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.