Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire le capacità di rigenerazione della lampreda per applicarla all'uomo

Lamprey Regenerated Spinal CordSezione longitudinale del midollo spinale di lampreda 11 settimane dopo l'infortunio, con molti assoni rigenerati (verde) e un canale centrale riparato (struttura tuberosa blu). Il sito originale della lesione è al centro dell'immagine. Fonte: S. Allen e J. Morgan

Il recupero spontaneo da lesioni del midollo spinale è quasi sconosciuto nell'uomo e in altri mammiferi, ma molti vertebrati lo fanno meglio. La lampreda (vertebrato acquatico simile all'anguilla) ad esempio, può rigenerare completamente il midollo spinale anche dopo che è stato reciso: entro 3 mesi la lampreda nuota, si rintana e si gira di nuovo, come se nulla fosse accaduto.


In un nuovo studio, gli scienziati del Marine Biological Laboratory (MBL) riferiscono che le lamprede si recuperano e si rigenerano in modo altrettanto impressionante dopo una seconda lesione completa del midollo spinale, nella stessa posizione. Lo studio apre un nuovo percorso per identificare le molecole pro-rigenerative e i potenziali bersagli terapeutici per la lesione del midollo spinale umano.


"Abbiamo determinato che la rigenerazione del sistema nervoso centrale (CNS) delle lamprede è resiliente e robusta dopo lesioni multiple. La rigenerazione è quasi identica alla prima volta, sia dal punto di vista anatomico che funzionale", ha detto l'autrice senior Jennifer Morgan, direttrice del MBL Eugene Bell Center for Regenerative Biology and Tissue Engineering.


Il laboratorio della Morgan si è concentrato sui neuroni discendenti, che hanno origine nel cervello e inviano segnali motori al midollo spinale. Alcuni di questi neuroni discendenti si rigenerano dopo una lesione al SNC nella lampreda, mentre altri muoiono.


"Stiamo iniziando a isolare i singoli neuroni discendenti e osserviamo i loro profili trascrizionali (attività genica) per vedere se possiamo determinare ciò che rende alcuni di loro migliori nella rigenerazione rispetto ad altri", ha detto la Morgan. "I rigeneratori 'buoni', per esempio, possono esprimere molecole che sono note per promuovere la crescita durante lo sviluppo. Questa è un'ipotesi".


Osservare come i neuroni discendenti rispondono a una seconda lesione del SNC può aiutare il team a mettere a punto i fattori necessari per una rigenerazione ripetuta e resiliente, che potrebbe avere implicazioni per la progettazione di strategie migliori per i trattamenti volti a promuovere la ricrescita del SNC dopo un infortunio o una malattia.


Questo studio è stato condotto dal primo autore Kendra L. Hanslik e da altri ex assistenti di ricerca nel laboratorio della Morgan.


"Questi sono tutti giovani scienziati, molti dei quali da allora hanno frequentato la scuola di specializzazione", ha detto la Morgan. "Questo documento è stato il loro lavoro di passione. Due cicli di rigenerazione nella lampreda richiedono circa 6 mesi di attesa per raccogliere il tessuto [del midollo spinale] e iniziare l'analisi. Sono davvero orgogliosa dei loro sforzi eroici nel portare a termine questo lavoro".

 

 

 


Fonte: Diana Kenney in Marine Biological Laboratory (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kendra L. Hanslik, Scott R. Allen, Tessa L. Harkenrider, Stephanie M. Fogerson, Eduardo Guadarrama, Jennifer R. Morgan. Regenerative Capacity in the Lamprey Spinal Cord is Not Altered After a Repeated Transection. PLOS ONE, 30 Jan 2019, doi: 10.1371/journal.pone.0204193

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)