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Macchie gialle nella retina possono essere biomarcatore di demenza

Macchie gialle nella retina possono essere biomarcatore di demenza

Hai dei piccoli punti gialli negli occhi? Attento, potrebbe essere un indicatore precoce di demenza, secondo un nuovo studio. A parere dei ricercatori, i punti chiamati "hard drusen" (piccoli drusen) sono fatti di grasso e di depositi di calcio che si formano in uno strato sotto la retina e possono essere visti nelle scansioni.


Questi punti, un segno comune di invecchiamento, sono stati ritenuti per lungo tempo innocui. Ma i risultati hanno mostrato che il 25% delle persone con morbo di Alzheimer (MA) ha diversi di questi punti, rispetto al 4% delle persone sane.


"Abbiamo scoperto che c'erano più aree associate alla deposizione di drusen nel MA", ha detto Imre Lengyel della Queen's University di Belfast, nell'Irlanda del Nord. I risultati hanno anche dimostrato che le persone con MA avevano vasi sanguigni più spessi che possono rallentare il flusso sanguigno.


Quindi, la scansione dei punti e l'esame dei vasi sanguigni dell'occhio potrebbero essere uno strumento prezioso nel monitoraggio del MA, hanno detto i ricercatori. Il dott. Lengyel ha aggiunto:

"Una malattia del cervello è difficile da diagnosticare attraverso l'occhio, ma possiamo usare la scansione oftalmologica per tracciare la progressione della malattia e monitorare l'efficacia dei farmaci usati per combatterla.

"Una sessione di scansione oculare dura 20 secondi e non è assolutamente invasiva. È interessante. Speriamo davvero che la scansione dell'occhio diventi un potente strumento per monitorare la progressione del MA".


Nello studio, pubblicato sulla rivista Ophthalmic Research, il team ha condotto test oculari su 117 pazienti di età compresa tra 60 e 92 anni.


I ricercatori sperano che lo studio possa essere utile per la diagnosi precoce della demenza, in modo da prendere presto delle precauzioni per combattere la malattia.

 

 

 


Fonte: Gulfnews.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lajos Csincsik, Thomas J. MacGillivray, Erin Flynn, Enrico Pellegrini, Giorgos Papanastasiou, Neda Barzegar-Befroei, Adrienne Csutak, Alan C. Bird, Craig W. Ritchie, Tunde Peto, Imre Lengyel. Peripheral Retinal Imaging Biomarkers for Alzheimer’s Disease: A Pilot Study. Ophthalmic Research 2018, DOI: 10.1159/000487053

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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