Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un anticorpo rimuove le placche di Alzheimer, nei topi

 Un anticorpo rimuove le placche di Alzheimer, nei topiGli anticorpi anti-APOE (rosso) si legano alle placche amiloidi (blu) nel tessuto cerebrale di persone con Alzheimer. Ricercatori hanno scoperto che l'anticorpo può spazzare via le placche dannose, almeno nei topi.

Anni prima che le persone inizino a mostrare i sintomi caratteristici del morbo di Alzheimer (MA), cominciano a formarsi delle placche appiccicose nel cervello, danneggiando le cellule vicine. I medici stanno cercando da decenni il modo per eliminare queste placche, per prevenire o curare la malattia.


Gli ammassi appiccicosi, chiamati 'placche amiloidi', sono composti principalmente da una proteina del cervello chiamata 'amiloide-beta'. Ma, annidate nelle placche, ci sono piccole quantità di un'altra proteina del MA: l'APOE. Ora, i ricercatori della Washington University hanno dimostrato che un anticorpo non solo punta l'APOE per essere rimosso, ma spazza via le placche.


I risultati, disponibili dal 26 marzo sul Journal of Clinical Investigation, potrebbero portare ad un modo per arrestare il danno cerebrale innescato dalle placche amiloidi mentre la malattia è ancora nelle fasi iniziali, forse prima che compaiano i sintomi.


"Molte persone accumulano amiloide per molti anni e il cervello non riesce a liberarsene", ha detto l'autore senior David Holtzman MD, professore e capo del Dipartimento di Neurologia. "Rimuovendo le placche, se iniziamo abbastanza presto, potremmo fermare i cambiamenti del cervello che portano alla dimenticanza, alla confusione e al declino cognitivo".


Delle varianti del gene APOE sono il più grande fattore di rischio singolo del MA. In un lavoro precedente, Holtzman e colleghi hanno dimostrato che un composto basato sul DNA, che punta l'APOE, può ridurre il danno causato dalle placche amiloidi.


Ma sbarazzarsi delle placche probabilmente proteggerebbe il cervello meglio che smorzare la distruttività delle placche. Per scoprire se le placche possono essere rimosse, Holtzman, i primi autori Fan Liao PhD (ricercatore postdottorato) e Aimin Li PhD (scienziato senior), e i colleghi, si sono focalizzati su anticorpi che riconoscono e si legano all'APOE.


Una volta che gli anticorpi si attaccano al loro bersaglio APOE, attirano l'attenzione delle cellule immunitarie vaganti, che portano via sia l'anticorpo che l'obiettivo per essere distrutti. I ricercatori hanno ipotizzato che l'amiloide nelle vicinanze potrebbe essere spazzata via insieme all'APOE.


I ricercatori hanno testato diversi anticorpi che riconoscono l'APOE umano in topi geneticamente predisposti a sviluppare placche amiloidi. I geni APOE dei topi erano stati sostituiti con un gene APOE umano. Gli anticorpi sono stati sviluppati in collaborazione con Denali Therapeutics.


I topi hanno ricevuto sei iniezioni settimanali di placebo, o di anticorpi contro l'APOE. Quindi, i ricercatori hanno misurato la quantità di placche nel loro cervello. Un anticorpo - chiamato HAE-4 - dimezza il livello delle placche.


Inoltre, l'HAE-4 non ha avuto alcun effetto sui livelli di APOE nel sangue. L'APOE ha un ruolo importante nel trasporto di grassi e colesterolo nel corpo, quindi rimuoverlo dal flusso sanguigno potrebbe creare effetti collaterali indesiderati. Il fallimento dell'anticorpo a livelli inferiori di APOE nel sangue era quindi un buon segno.


Ma è anche un mistero. Perché l'anticorpo ha eliminato l'APOE dal cervello ma non dal sangue? "Si scopre che l'APOE nelle placche ha una struttura diversa dalla forma di APOE presente nel sangue", ha detto Holtzman. "L'anticorpo HAE-4 ha riconosciuto solo la forma attaccata alle placche nel cervello".


Non esiste alcun trattamento per prevenire o ritardare l'inizio - o rallentare la traiettoria - del MA. Ma sono stati valutati in studi clinici alcuni anticorpi che eliminano le placche, colpendo l'amiloide-beta. Anche se tali anticorpi sono promettenti, a volte hanno l'effetto collaterale di infiammare e gonfiare il cervello.


Tuttavia, gli anticorpi che colpiscono l'APOE potrebbero avere successo nel rimuovere le placche nelle persone e un po' meno probabilità di innescare una risposta immunitaria distruttiva, ha detto Holtzman: "Gli anticorpi anti-amiloide si legano alla maggior parte delle molecole presenti nella placca, ma l'anticorpo anti-APOE prende di mira solo un piccolissimo componente della placca. Questo significa che potremmo trovare meno attivazione immunitaria, e potremmo non vedere gli effetti collaterali indesiderati".


I ricercatori stanno pianificando ulteriori studi per determinare se anticorpi simili sono sicuri e possono essere abbastanza efficaci da essere utilizzati nelle persone.

 

 

Nota:  Fan Liao, Hong Jiang e David M. Holtzman detengono un brevetto depositato dalla Washington University e dalla Denali Therapeutics per gli anticorpi anti-APOE concessi a Denali. Holtzman è consulente di Genentech, AbbVie, Eli Lilly, Proclara e Denali.

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari Washington University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Liao F, Li A, Xiong M, Bien-Ly N, Jiang H, Zhang Y, Finn MB, Hoyle R, Keyser J, Lefton KB, Robinson GO, Remolina Serrano J, Silverman AP, Guo JL, Getz J, Henne K, Leyns CEG, Gallardo G, Ulrich JD, Sullivan PM, Lerner EP, Hudry E, Sweeney ZK, Dennis MS, Hyman BT, Watts RJ, Holtzman DM. Targeting of non-lipidated, aggregated apoE with antibodies inhibits amyloid accumulation. Journal of Clinical Investigation, March 26, 2018

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.