Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nessun consenso sul modo di interrompere i farmaci per Alzheimer

Anche se le linee guida per iniziare il trattamento dei sintomi dell'Alzheimer (AD) con inibitori della colinesterasi sono ben stabilite, sono invece carenti l'orientamento e il consenso in merito a quando, come, e anche se, interrompere il trattamento.


"Ci deve chiaramente essere più scienza per quanto riguarda la questione della sospensione degli inibitori della colinesterasi", scrive Brenna N. Renn PhD, prima autrice di uno studio sull'argomento, della University of Washington di Seattle. "Abbiamo riscontrato che la maggior parte dei libri di testo non offre alcuna indicazione sulla questione, e i due terzi omettono anche di menzionare come interrompere, e molti meno, se interrompere".


Gli inibitori della colinesterasi sono attualmente gli unici farmaci approvati per il trattamento dei sintomi di AD, e sono molto apprezzati come standard di cura per migliorare la memoria e la cognizione. Poiché l'AD è una malattia incurabile, i pazienti alla fine progrediscono verso una fase in cui i farmaci perdono i loro benefici. Però i pazienti continuano a subire effetti collaterali, che possono includere problemi gastrointestinali ed effetti cardiaci, e c'è un rischio di depressione, come pure la questione dei costi.


"Se il paziente diventa troppo compromesso per avere benefici, allora è sicuramente da prendere in considerazione la sospensione di questi farmaci", ha detto la dott.ssa Renn, che ha riferito i risultati alla Riunione Annuale 2017 della American Association for Geriatric Psychiatry (AAGP). Per valutare lo stato attuale delle direttive sulla questione della sospensione degli inibitori della colinesterasi, la dott.ssa Renn e i suoi colleghi hanno condotto una vasta ricerca di esperimenti sull'interruzione dell'inibitore della colinesterasi, così come sui principali libri di testo e altri materiali rilevanti pubblicati tra il 2005 e il 2016.


I risultati non sono coerenti:

  • su 5 studi randomizzati controllati che hanno rispettato i criteri di inclusione, 3 consigliano nelle conclusioni di non sospendere i farmaci, 1 consiglia di sospendere in alcune circostanze, e 1 indica che la sospensione è sicura, generalmente ben tollerata e non compromette gli esiti neuropsichiatrici o funzionali;
  • delle 17 linee guida sulla questione, il 20% non offerto una guida, il 20% raccomanda contro la sospensione, e il 60% offre indicazioni per l'interruzione;
  • i libri di testo recensiti in sette categorie, che vanno dalla medicina e neurologia di famiglia alla psichiatria geriatrica, il 67% non offre indicazioni, il 5% raccomanda contro la sospensione, e il 28% offre indicazioni per l'interruzione.

Tra le indicazioni principali a favore dell'interruzione c'è una mancanza di risposta o perdita di efficacia del trattamento (n = 6), livello funzionale (n = 4), gravità della compromissione (n = 3), effetti collaterali / eventi avversi (n = 3), e preferenze della famiglia / caregiver (n = 1).


"Nel complesso, nella nostra recensione della letteratura e le prove scientifiche degli studi randomizzati e controllati, l'evidenza è molto limitata in termini di sicurezza per la sospensione degli inibitori della colinesterasi", ha detto la dott.ssa Renn. "Inoltre, la maggior parte degli studi randomizzati e controllati coinvolgono pazienti con Alzheimer da lieve a moderato, il che non ci dice molto su quando i pazienti sono nella fase più avanzata della malattia, quando i medici sono spesso alle prese con questo problema".


Gli autori notano che la loro revisione è la prima del genere a sintetizzare le prove disponibili e le raccomandazioni in una vasta gamma di fonti. "Sono necessarie ulteriori evidenze per giustificare il trattamento prolungato e informare in modo più rigoroso le pratiche di interruzione per chi è nelle fasi più gravi della malattia", concludono.


La dott.ssa Renn ha detto che il consenso è che l'interruzione può essere considerata su base individuale. "Questi farmaci sono progettati principalmente per trattare i sintomi a breve termine e prevenire alcuni dei cambiamenti acuti dell'Alzheimer, così una volta che qualcuno è abbastanza compromesso, probabilmente vale la pena interpellare il medico prescrittore", ha detto. "Se il paziente esce dal farmaco in modo sicuro, allora è un farmaco in meno di cui preoccuparsi in termini di effetti collaterali, di costo, e di ogni sorta di problemi di politerapia".

 

 

 


Fonte: Nancy A. Melville in Med Page Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: American Association for Geriatric Psychiatry (AAGP) 2017 Annual Meeting. Abstract EI 19, presented March 25, 2017.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.