Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sostanze nelle piante mediterranee hanno il potere di ritardare le malattie da invecchiamento

Sostanze nelle piante mediterranee hanno il potere di ritardare le malattie da invecchiamentoIl fico d'India e l'alga bruna (coda di pavone), sono comuni nell'area mediterranea (Foto: Stephanie Ghio)

Il Mediterraneo è un paradiso per gli amanti del mare cristallino e dei paesaggi baciati dal sole. Ora, grazie al lavoro di scienziati dell'Università di Malta e del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS / Università di Bordeaux), può acquisire l'ulteriore fascino di essere una vera e propria fontana della giovinezza.


Alzheimer e Parkinson sono classici disturbi legati all'età, caratterizzati dall'accumulo di grumi di proteine ​​adesive che nel tempo danneggiano il sistema nervoso erodendo la mobilità o la memoria. Sono enormi sia la sofferenza umana che provocano, sia la pressione sui sistemi sanitari.


Ma c'è una speranza all'orizzonte. Delle sostanze chimiche estratte dal fico d'India e dalle alghe brune, due piante mediterranee onnipresenti, sono state elevate ad eventuali farmaci candidati per la lotta contro le malattie neurodegenerative.


"Stiamo vagliando da molto tempo le piante sparse in tutta l'area mediterranea per trovare piccole molecole che interferiscono con l'accumulo di aggregati proteici tossici. Gli effetti robusti dei prodotti chimici derivati ​​dal fico d'India e dalle alghe brune confermano che la nostra ricerca non è stata certo vana", ha detto il co-autore Neville Vassallo MD/PhD, professore di fisiologia molecolare alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Malta.


Il team di ricerca ha iniziato eseguendo dei test per determinare l'effetto degli estratti vegetali sul lievito di birra pieno di grumi di amiloide-beta, un segno distintivo dell'Alzheimer. Dopo l'esposizione alle sostanze chimiche, la salute del lievito è migliorata notevolmente, un risultato che ha incoraggiato i ricercatori a valutare le molecole sui moscerini della frutta che erano stati geneticamente modificati per sviluppare sintomi di Alzheimer.


Con il trattamento regolare con l'estratto di alghe marine, la durata mediana dei moscerini malati è stata prolungata di due giorni. Una ulteriore estensione di quattro giorni è stata osservata quando è stato somministrato l'estratto del fico d'India. Considerando che un giorno nella vita di un moscerino della frutta equivale a circa un anno negli esseri umani, i risultati sono drastici. È interessante notare che la mobilità dei moscerini malati è stata migliorata di circa il 18% dopo il trattamento, evidenziando un miglioramento significativo.


Gli scienziati hanno anche scoperto che le sostanze prolungano la longevità dei moscerini con cervelli sovraccarichi di alfa-sinucleina, una proteina gommosa implicata nel Parkinson, evidenziando di conseguenza un effetto sui meccanismi neurodegenerativi condivisi tra Alzheimer e Parkinson. Hanno scoperto che, per raggiungere questo obiettivo, le molecole di origine vegetale interferiscono con l'accumulo di delle proteine ​​amiloide-beta e alfa-sinucleina, facendo generare grumi che sono meno tossici per i neuroni. Lo studio è riportato nel numero di gennaio della rivista Neuroscience Letters.


L'autore senior dello studio Ruben J. Cauchi PhD, membro di facoltà del Centro di Medicina Molecolare e Biobanking dell'Università di Malta, ha sottolineato: "Crediamo che la scoperta di agenti bioattivi che puntano i percorsi colpiti da diverse malattie neurodegenerative sia l'approccio più valido nella nostra attuale lotta contro i disturbi cerebrali. Un vantaggio chiaro dei farmaci usati in questo studio è che, visto il loro eccellente profilo di sicurezza, sono già presenti sul mercato come nutraceutici e cosmeceutici".


In questo momento, il team di ricerca sta lavorando a stretto contatto con la società che estrae le molecole magiche (l'Istituto di Farmacologia Cellulare) per sfruttare al meglio la scoperta. Se i risultati saranno confermati in studi clinici, il Mediterraneo è destinato a diventare la fonte dell'«elisir di lunga vita».

 

 

 


Fonte: University of Malta via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michelle Briffa, Stephanie Ghio, Johanna Neuner, Alison J. Gauci, Rebecca Cacciottolo, Christelle Marchal, Mario Caruana, Christophe Cullin, Neville Vassallo, Ruben J. Cauchi. Extracts from two ubiquitous Mediterranean plants ameliorate cellular and animal models of neurodegenerative proteinopathies. Neuroscience Letters, 2017; 638: 12 DOI: 10.1016/j.neulet.2016.11.058

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.