Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelare la vita segreta dei prioni

Una nuova ricerca di David Westaway, PhD, della University of Alberta e Jiri Safar, MD, della School of Medicine alla Case Western Reserve University ha scoperto un meccanismo di controllo della qualità nelle cellule cerebrali che può aiutare a mantenere a bada per mesi o anni le malattie neurologiche mortali.


Pubblicati sul Journal of Clinical Investigation, i risultati,"rappresentano un importante passo avanti nella comprensione della vita segreta delle molecole prioniche nel cervello e possono darci un nuovo modo di trattare le malattie da prioni", ha detto Westaway, direttore del Centre for Prions and Protein Folding Diseases e Professore di Neurologia alla Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell'Università di Alberta.


Le malattie da prioni portano a neurodegenerazioni incurabili come il morbo di Creutzfeldt-Jakob negli esseri umani, il morbo della mucca pazza (encefalopatia spongiforme bovina) e la malattia del deperimento cronico dei cervi e degli alci. Le malattie sono causate dalla conversione di proteine prioniche cellulare dalla forma normale a quella malata.


Per anni, gli scienziati sono stati confusi da due caratteristiche inspiegabili delle infezioni da prioni: periodi asintomatici enormemente differenti (che durano fino a cinque anni), e variazioni notevoli nell'accumulo delle proteine malate (quando i sintomi si presentano). Al contrario, i prioni in provetta si replicano rapidamente, e in pochi giorni raggiungono i livelli presenti nel cervello nella fase finale della malattia. "Il nostro studio ha indagato il meccanismo molecolare di questo puzzle intrigante", ha detto Safar, condirettore del National Prion Disease Pathology Surveillance Center e Professore Associato nel Dipartimento di Patologia e Neurologia alla School of Medicine della Case Western Reserve University.


Per sondare questi misteri, Westaway, Safar, i loro team e altri ricercatori che collaborano negli Stati Uniti, Italia e Paesi Bassi, hanno studiato una molecola chiamata «ombra della proteina prionica». "I cambiamenti drammatici in questa proteina ombra ci hanno portato ad espandere la nostra visione per includere la normale proteina prionica stessa", ha detto Westaway. "Questa è una molecola cruciale nelle cellule cerebrali, perché è scambiata per la materia prima per produrre le proteine ​​prioniche malate".


Produzione e degradazione della proteina prionica normale avevano avuto in precedenza poca attenzione, perché si assumeva che il suo percorso di produzione non variasse. "Il puzzle del lungo periodo asintomatico richiedeva di classificare i diversi tipi di molecole della proteina prionica. Il nostro laboratorio ha sviluppato nuove tecniche per districare queste sottili differenze di forma", ha detto Safar. I ricercatori hanno scoperto una marcata riduzione della quantità di proteina prionica normale in otto diversi tipi di malattie da prioni. Hanno visto con sorpresa che questo calo avviene mesi o anni prima che i modelli animali mostrino sintomi clinici rivelatori della malattia del cervello.


"Siamo convinti che le cellule sotto attacco dai prioni sono più intelligenti di quanto si pensava un tempo"
, ha detto Westaway. "Loro percepiscono non solo il plagio molecolare delle proteine malate, ma adottano anche una risposta protettiva semplice ed almeno parzialmente efficace: riducono al minimo la quantità di materie prime dal cantiere di produzione dei prioni". "Crediamo di poter prendere due piccioni con una fava, perché la proteina prionica normale è anche un recettore della tossicità. Aumentare questa risposta protettiva naturale può essere un percorso preferito per curare le infezioni da prioni", ha aggiunto Safar.


La scoperta della risposta protettiva naturale può spiegare anche il lungo periodo di latenza in altre malattie neurodegenerative più comuni. "La fase pre-clinica della malattia, prima che si evidenzino i sintomi, è il momento per mettere le cose a posto. Potremmo rallentare la malattia e portarla ad un blocco totale", ha detto Westaway. "Dal momento che alcuni scienziati ritengono che la proteina prionica normale sia un accessorio nella morte delle cellule cerebrali dell'Alzheimer, capire le rare, ma letali, malattie da prioni può suscitare nuove intuizioni sulle demenze umane".


Lo studio è stato finanziato dall'Alberta Prion Research Institute, da Alberta Innovates-Health Solutions, dalla Fondazione canadese per l'innovazione, dall'US National Institutes of Health e dai Centers for Disease Control and Prevention, dalla University Health Network e dal Charles S. Britton Fund.

 

 

 

 

 


FonteCase Western Reserve University, via Newswise.

Riferimenti:  Charles E. Mays, Chae Kim, Tracy Haldiman, Jacques van der Merwe, Agnes Lau, Jing Yang, Jennifer Grams, Michele A. Di Bari, Romolo Nonno, Glenn C. Telling, Qingzhong Kong, Jan Langeveld, Debbie McKenzie, David Westaway, Jiri G. Safar. Prion disease tempo determined by host-dependent substrate reduction. Journal of Clinical Investigation, 2014; DOI: 10.1172/JCI72241

Pubblicato in newswise.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.