Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta dei neuroni della 'memoria di oggetti' indica nuovo obiettivo contro l'Alzheimer

Ricercatori dell'Università della California di Irvine, hanno scoperto i neuroni responsabili della 'memoria degli oggetti', approfondendo la nostra comprensione di come il cervello memorizza e recupera i dettagli di 'cosa' è successo e offrendo un nuovo obiettivo per il trattamento dell'Alzheimer.

Complete neuron cell diagram it

I ricordi includono tre tipi di dettagli: spaziale, temporale e oggetto, il 'dove, quando e cosa' di un evento. La loro creazione è un processo complesso che prevede l'archiviazione di informazioni in base ai significati e ai risultati di diverse esperienze e costituisce la base della nostra capacità di ricordarle e raccontarle.


Lo studio, pubblicato su Nature, è il primo a rivelare il ruolo di cellule specifiche nel modo in cui il cervello classifica e ricorda nuove informazioni, in particolare se collegato a ricompense o punizioni.


"Comprendere questo processo è cruciale perché approfondisce la nostra visione del modo fondamentale di funzionare del nostro cervello, specialmente nell'apprendimento e nella memoria", ha affermato l'autore corrispondente Kei Igarashi, professore associato di anatomia e neurobiologia. "I nostri risultati fanno luce sugli intricati circuiti neurali che ci consentono di imparare dalle nostre esperienze e di archiviare questi ricordi in modo strutturato".


I ricercatori hanno studiato cervelli di topi, concentrandosi sugli strati più profondi della corteccia entorinale laterale (LEC), dove hanno scoperto neuroni specializzati, esito-oggetto, essenziali per l'apprendimento. Gli odori sono segnali sensoriali critici per la memoria di oggetti dei topi. Alcuni neuroni si sono attivati quando esposti al profumo di banana, associato a una ricompensa di acqua al saccarosio. Altri neuroni hanno risposto all'odore del pino, associato a un esito negativo di acqua amara. Una mappa mentale divisa in queste due categorie è stata formata nella LEC.


Anatomicamente, i neuroni nello strato profondo LEC sono strettamente collegati ai neuroni in un'altra regione del cervello, la corteccia prefrontale mediale (mPFC). I membri del team hanno osservato che i neuroni della mPFC hanno sviluppato una mappa mentale simile durante il processo di apprendimento.


Hanno anche scoperto che quando l'attività dei neuroni LEC era inibita, quelli nella mPFC non sono riusciti a distinguere adeguatamente tra elementi positivi e negativi, portando a un apprendimento compromesso. Al contrario, quando erano inibiti i neuroni mPFC, la capacità della LEC di mantenere separate le memorie degli oggetti era totalmente interrotta, compromettendo l'apprendimento e il richiamo della memoria degli oggetti. Questi dati ci dicono che LEC e mPFC sono interdipendenti, lavorano insieme per codificare la memoria degli oggetti.


"Questo studio costituisce un progresso significativo per capire come viene generata la memoria degli oggetti nel cervello", ha detto Igarashi. "Questa conoscenza ora apre nuove strade per studiare i disturbi della memoria, come l'Alzheimer. I nostri dati suggeriscono che i neuroni della memoria degli oggetti nella LEC perdono la loro attività nell'Alzheimer. Se riuscissimo a trovare un modo per riattivare questi neuroni, potremmo arrivare a interventi terapeutici mirati".

 

 

 


Fonte: University of California - Irvine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: H Jun, [+4], KM Igarashi. Prefrontal and lateral entorhinal neurons co-dependently learn item–outcome rules. Nature, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)