Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Potenziamento del cervello indotto dall'esercizio fisico può durare fino a 5 anni

Prof Perry Bartlett Dr Daniel Blackmore University of QueenslandProf Perry Bartlett e dott Daniel Blackmore con un partecipante allo studio. (Fonte: University of Queensland)

Uno studio longitudinale (=partecipanti seguiti nel tempo) condotto da ricercatori dell'Università del Queensland di Brisbane/Australia e pubblicato su Aging and Disease, ha riscontrato che l'esercizio a intervalli ad alta intensità migliora la funzione cerebrale degli anziani per un massimo di 5 anni.


Il professor Emerito Perry Bartlett e il dott. Daniel Blackmore del Queensland Brain Institute della UQ hanno condotto lo studio con volontari che hanno fatto esercizio fisico e hanno avuto scansioni cerebrali. Il professor Bartlett, ha affermato che è il primo studio controllato del suo genere a mostrare che l'esercizio può aumentare la cognizione negli anziani sani, non solo ritardare il declino cognitivo.


Il professor Bartlett ha detto:

"Sei mesi di allenamento a intervalli ad alta intensità sono sufficienti per girare l'interruttore. Nel precedente lavoro pre-clinico, abbiamo scoperto che l'esercizio fisico può attivare le cellule staminali e aumentare la produzione di neuroni nell'ippocampo, migliorando la cognizione.

“In questo studio, una grande coorte di volontari sani da 65 a 85 anni ha seguito un programma di esercizi di sei mesi, ha fatto test dei biomarcatori e della cognizione e ha avuto scansioni cerebrali ad alta risoluzione. Li abbiamo seguiti per 5 anni dopo il programma e incredibilmente avevano ancora una migliore cognizione, anche se non avevano continuato con gli esercizi".


L'invecchiamento è uno dei maggiori rischi per la demenza, una condizione che colpisce quasi mezzo milione di australiani. Il professor Bartlett ha affermato:

"Se potessimo cambiare la traiettoria dell'invecchiamento e mantenere le persone cognitivamente più sane più a lungo con un semplice intervento come l'esercizio, potremmo potenzialmente risparmiare alla nostra comunità gli enormi costi personali, economici e sociali associati alla demenza".


Il professor Bartlett e il dott. Blackmore, lavorando in collaborazione con il professor Stephan Riek e la School of Human Movement and Nutrition Sciences della UQ, hanno valutato l'impatto di tre intensità di esercizio:

  • Basso - funzione prevalentemente motoria, equilibrio e stretching
  • Medio - cammino veloce su un tapis roulant
  • Alto - quattro cicli di corsa al tapis roulant quasi al massimo sforzo.


Il dott. Blackmore ha affermato che solo l'esercizio a intervalli ad alta intensità ha portato al miglioramento cognitivo, che si è mantenuto fino a 5 anni.

"Sulle scansioni MRI ad alta risoluzione di quel gruppo, abbiamo visto cambiamenti strutturali e di connettività nell'ippocampo, l'area responsabile dell'apprendimento e della memoria. Abbiamo anche trovato cambiamenti nei biomarcatori del sangue, correlati al miglioramento della cognizione. I biomarcatori possono essere utili per prevedere l'efficacia dell'esercizio che una persona sta facendo".


Con 1 persona su 3 di 85 anni che ha la probabilità di sviluppare la demenza, il dott. Blackmore ha affermato che l'impatto della ricerca è di vasta portata:

"La nostra scoperta può informare le linee guida per gli esercizi degli anziani e ulteriori ricerche potrebbero valutare diversi tipi di esercizio che potrebbero essere incorporati nelle case di riposo / cura.

"Ora stiamo osservando i fattori genetici che possono regolare la risposta di una persona all'esercizio fisico, per vedere se possiamo stabilire chi risponderà a questo intervento e chi no. Anche l'uso dei biomarcatori come strumento diagnostico per l'esercizio fisico necessita di ulteriori ricerche".

 

 

 


Fonte: University of Queensland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: DG Blackmore, [+16], PF Bartlett. Long-Term Improvement in Hippocampal-Dependent Learning Ability in Healthy, Aged Individuals Following High Intensity Interval Training. Aging & disease, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.