I ricercatori sono d'accordo che l'alcol può produrre variazioni del volume globale e regionale dei tessuti nel cervello e che un suo uso eccessivo è associato a demenza e declino cognitivo.
Un nuovo studio ha esaminato la relazione tra morbo di Alzheimer (MA) - il tipo più comune di demenza - e il disturbo da uso di alcol (AUD, alcohol use disorder), scoprendo i biomarcatori che li collegano. Questi risultati sono stati comunicati mercoledì 26 giugno 2024 a Minneapolis (Minnesota) alla 47a riunione scientifica annuale della Research Society on Alcool (RSA).
"Sapevamo che l'AUD è associato a problemi con la memoria e il pensiero", ha detto Sarah Hartz, prof.ssa di psichiatria della Washington University di St. Louis. "Volevamo estendere quella conoscenza, studiare le associazioni tra consumo longitudinale di alcol (=nel tempo), cognizione e valori di neuropatologia del MA".
La Hartz e i suoi colleghi hanno analizzato i dati del sito di St. Louis del Collaborative Study on the Genetics of Alcoholism (COGA), uno studio fondato nel 1989 e finanziato dal National Institute on Alcool Abuse and Alcolism per identificare i geni che aumentano o riducono il rischio di AUD, la sua progressione e i fattori relativi alla prevenzione, al trattamento e alla remissione/recupero.
"Abbiamo misurato il declino cognitivo e i biomarcatori del MA nel sangue dei partecipanti anziani al COGA", ha affermato la Hartz. "Amiloide e Tau sono proteine che si accumulano nel cervello di MA. Mentre queste proteine si accumulano nel cervello, il nostro corpo cerca di eliminarle. Di conseguenza, possono finire nel liquido spinale - che circonda il cervello e il midollo spinale e li protegge - e nel nostro sangue, che interagisce con il liquido spinale. Sono stati approvati di recente nuovi esami che possono rilevare amiloide e tau nel sangue e sono correlati con la quantità di amiloide e tau nel cervello".
"Le nostre analisi preliminari mostrano forti relazioni tra disturbo da consumo di alcol, declino cognitivo negli anziani e alti tassi di questi biomarcatori del MA", ha affermato la Hartz. "Per quanto ne sappiamo, questo rappresenta il primo studio a integrare i biomarcatori del MA con valutazioni complete e longitudinali del consumo di alcol".
La Hartz ha aggiunto che esiste la preoccupazione che anche il bere moderato possa essere negativo per il nostro cervello, ma ha affermato che ciò ha bisogno di ulteriori studi: "Facciamo tutti molte scelte di vita e l'alcol può essere una scelta dannosa per la salute e il cervello".
Fonte: Research Society on Alcoholism via Newswise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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