Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Comunicazione cellulare errata porta alla compromissione cognitiva nell'Alzheimer

La prima autrice Neta Rosenzweig PhD e l'autore senior Oleg Butovsky PhD del Brigham and Women's Hospital, condividono i messaggi chiave del loro nuovo studio pubblicato su Nature Medicine.

 

Come riassumeresti il ​​tuo studio per i non addetti ai lavori?

In questo studio, abbiamo chiarito che l'ApoE4, un importante fattore di rischio genetico dell'insorgenza tardiva del morbo di Alzheimer (MA), compromette la comunicazione dei neutrofili delle cellule immunitarie con le cellule immunitarie microglia nel cervello. Questa comunicazione errata porta a una compromissione cognitiva nelle donne con MA.

Uno dei meccanismi identificati era correlato all'espressione indotta di una molecola immunitaria chiamata IL17F nei neutrofili, che fa sì che le microglia non rispondano alla neurodegenerazione. L'effetto del blocco di questa molecola in modelli preclinici del MA (=topi) suggerisce una potenziale base traslazionale per bisogni clinici insoddisfatti.

 

Quale questione stavi indagando?

Ci siamo chiesti come interagiscono sesso, ApoE4 e stato cognitivo nella regolazione del fenotipo e delle funzioni dei neutrofili per compromettere la risposta delle microglia alla neurodegenerazione. Ci siamo anche chiesti se l'ApoE4 regola i neutrofili per singola cellula e se l'eliminazione di ApoE4 nei neutrofili potrebbe influenzare il fenotipo microgliale e la patologia di MA nei topi modello.

 

Quali metodi o approcci hai usato?

Con Reisa Sperling MD e Hyun-Sik Yang MD, entrambi del Dipartimento di Neurologia del Brigham, abbiamo isolato i neutrofili del sangue di controlli sani (HC) e di donatori di MA che esprimevano diverse varianti di ApoE. Inoltre, in collaborazione con Bart Eggen PhD, dell'Università di Groningen (Olanda), abbiamo isolato microglia dal cervello di HC e di donatori MA portatori di diverse varianti di ApoE come guida alla nostra ipotesi originale, che è stata validata in topi modello di AD umanizzato.

Sfruttando la trascrittomica a cellula singola attraverso le varianti di ApoE in entrambi i sessi, la citometria a flusso multiplex e la validazione in due coorti indipendenti di pazienti MA femmine con ApoE4, abbiamo identificato un nuovo sottoinsieme di neutrofili che interagiscono con le microglia associate alla compromissione cognitiva. Abbiamo anche usato topi modello di MA umanizzato progettati per non avere le varianti ApoE solo nei neutrofili, per convalidare meccanicamente i nostri risultati nei campioni umani.

 

Cosa hai trovato?

Abbiamo identificato un nuovo sottoinsieme di neutrofili che interagiscono con le microglia associate alla compromissione cognitiva. Questo fenotipo è definito da un aumento dei moduli genici IL-1 e IL-17 co-espressi nei neutrofili del sangue e nelle microglia delle portatrici di ApoE4 cognitivamente deteriorate, che mostrano una maggiore infiltrazione nel cervello di MA.

I neutrofili IL-17+ di femmine con ApoE4 hanno sovra-regolato le citochine immunosoppressive IL-10 e TGFb e i punti di controllo immunitari associati all'invecchiamento immunitario accelerato, inclusi LAG-3 e PD-1. L'eliminazione di ApoE4 nei neutrofili ha ridotto questo fenotipo immunosoppressivo e ha ripristinato la risposta microgliale alla neurodegenerazione (MGnD), limitando la patologia della placca nei topi con MA.

Meccanicamente, l'IL-17F sovra-regolato nei neutrofili ApoE4 interagisce con IL-17RA microgliale per sopprimere l'induzione del fenotipo MGnD e il blocco di questo asse ha supportato il miglioramento cognitivo nei topi MA.

 

Quali sono le implicazioni?

I nostri dati indicano che puntare l'IL-17F può dare benefici alle portatrici di ApoE4, che sono meno sensibili all'attuale terapia anti-amiloide-beta e sviluppano anomalie di scansione correlate all'amiloide (ARIA) come effetto collaterale comune del trattamento di riduzione dell'amiloide con anticorpi monoclonali. Ciò può comportare interventi terapeutici precisi per il MA secondo il genotipo sesso e ApoE4, fornendo una strategia alternativa per un bisogno clinico insoddisfatto.

 

Quali i prossimi passi?

I prossimi passi includono traslare questi risultati in un potenziale intervento terapeutico per il MA e continuare a studiare il paesaggio immunitario associato alla compromissione cognitiva nei pazienti, per identificare ulteriori obiettivi molecolari.

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Rosenzweig, [+24], O Butovsky. Sex-dependent APOE4 neutrophil–microglia interactions drive cognitive impairment in Alzheimer’s disease. Nat Med., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)