Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppo dell'Alzheimer: studio rivela una possibile causa di infiammazione

Uno studio ha trovato la possibile spiegazione del perché l'APOE4, il fattore di rischio genetico più significativo associato all'Alzheimer, non riesce a proteggere il cervello dall'infiammazione.

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo di placche della proteina amiloide-β (Aβ), da infiammazione cronica e dalla compromissione della funzione neuronale nel cervello. Il fattore di rischio genetico più significativo è l'ApoE4, una variante dell'apolipoproteina E, che è nota, tra le altre cose, per velocizzare l'insorgenza della malattia.


Anche se più della metà degli individui con MA è portatore di questa variante, l'effetto esatto dell'ApoE4 sullo sviluppo della malattia è tuttora sconosciuto. Uno studio completato di recente all'Università di Helsinki ha identificato un legame più accurato tra il gene ApoE4 e la parte del sistema immunitario del corpo umano che sta alla base, tra le altre cose, del MA.


Questo è noto come 'sistema di complemento', contribuisce alla distruzione di cellule estranee e innesca facilmente le risposte infiammatorie nel corpo.


“Abbiamo scoperto che l'ApoE4 si lega male al fattore H, un fattore regolatorio di immunità. La molecola del fattore H è cruciale per prevenire l'infiammazione mediata dal complemento”
, afferma Karita Haapasalo, autrice senior dello studio e guida del gruppo di ricerca su infiammazione e infezioni dell'Università di Helsinki. “Di norma, l'ApoE lega il fattore H agli aggregati di Aβ nel cervello, riducendo così l'infiammazione locale. Ma l'ApoE4 non lo fa, permettendo l'accumulo di aggregati dannosi di Aβ e infiammazione nel cervello".


Secondo la Haapasalo, legare il fattore H all'ApoE4 potrebbe presentare una potenziale soluzione per prevenire i cambiamenti nel cervello che portano all'insorgenza del MA. Verranno presto condotte ulteriori ricerche per cercare una simile molecola ponte.

 

Capire il meccanismo della malattia è cruciale per identificare terapie migliori

Gli aggregati di Aβ associati al MA iniziano a formarsi nel cervello decenni prima della diagnosi del disturbo della memoria. Poiché il meccanismo alla base di questi cambiamenti non è ancora sufficientemente chiaro, lo sviluppo dei farmaci si è concentrato sull'arresto o il rallentamento dei cambiamenti che hanno già avuto luogo.

"I farmaci attualmente in uso non impediscono l'insorgenza della malattia stessa", conferma la Haapasalo.


Il MA è un disturbo della memoria a progresso lento con oltre 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Con l'invecchiamento della popolazione, il numero di pazienti con la malattia aumenterà considerevolmente, aumentando la sofferenza umana, nonché l'onere per la salute pubblica e per l'economia.


"Determinare i meccanismi molecolari che influenzano l'insorgenza del MA è importante per lo sviluppo futuro di farmaci e terapie curative".


Lo studio, pubblicato a maggio su EMBO Reports, è stato condotto sia su modelli di coltura cellulare sperimentale sia su campioni di biopsia cerebrale di pazienti con sindrome di idrocefalo a pressione normale idiopatico (iNPH), in collaborazione con l'Università della Finlandia Orientale, con l'ospedale della Kuopio University e con organizzazioni internazionali di ricerca.

 

 

 


Fonte: University of Helsinki (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L Chernyaeva, [+22], K Haapasalo. Reduced binding of apoE4 to complement factor H promotes amyloid-β oligomerization and neuroinflammation. EMBO Reports, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.