Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo studio mette in dubbio idee precedenti sull'Alzheimer

L'aumento della proteina amiloide-beta nel cervello, spesso ritenuto causa diretta dell'Alzheimer, può invece essere un cambiamento generale che avviene con l'età anche nel cervello sano, secondo questo studio.

Un nuovo studio eseguito alla University of Southern California di Los Angeles sfida le idee esistenti sulla correlazione tra l'accumulo della proteina amiloide-beta (Aβ) nel cervello e il morbo di Alzheimer (MA).


"Anche se l'accumulo di proteina Aβ è stato associato alla neurodegenerazione legata al MA, sappiamo poco su come la proteina si collega all'invecchiamento del cervello normale", ha affermato il prof. Caleb Finch, autore senior dello studio e docente di neurobiologia dell'invecchiamento alla USC.


Per esplorare i livelli di Aβ nel cervello umano, i ricercatori hanno analizzato campioni di tessuto di cervelli sani e di pazienti con demenza. I casi di MA più gravi sono stati indicati da punteggi più elevati di 'stadiazione Braak', un valore della diffusione di patologia MA nel cervello.


"L'analisi ha rivelato che i cervelli più vecchi e cognitivamente sani hanno quantità di proteina amiloide non fibrillare solubile che è simile a quella del cervello dei pazienti di MA. Ma, come noi ricercatori ci aspettavamo, il cervello dei pazienti di MA aveva quantità più elevate di fibrille Aβ insolubili, la forma di proteina amiloide che si aggrega per formare le 'placche' caratteristiche della malattia", ha detto Max Thorwald, primo autore e ricercatore postdottorato alla USC.


I risultati sfidano l'idea che avere semplicemente quantità più elevate di proteina amiloide in generale è una causa sottostante di MA, affermano Finch e Thorwald. L'aumento dell'Aβ solubile può essere invece un cambiamento generico correlato all'invecchiamento nel cervello, non specifico del MA, mentre livelli più alti di amiloide fibrillare sembrano essere un indicatore migliore di una salute cerebrale più scadente.


Thorwald spiega:

"Piuttosto che coinvolgere semplicemente un aumento della produzione di proteina Aβ, nel MA la questione più importante può essere una capacità ridotta di eliminare efficacemente la proteina evitando che si crei l'amiloide fibrillare origine della placca.

"Questi risultati supportano ulteriormente l'uso di amiloide aggregata, o fibrillare, come biomarcatore per i trattamenti di MA. Il sito in cui avviene la lavorazione dell'amiloide ha meno precursori ed enzimi disponibili per la lavorazione stessa, il che può suggerire che il problema chiave durante il MA sia la rimozione dell'amiloide.

"Gli aumenti dei livelli di amiloide si verificano durante la prima età adulta e differiscono per regione del cervello. Ulteriori studi, compresi quelli su farmaci che alla fine abbattono l'amiloide, dovrebbero incorporare scansioni PET (tomografia a emissione di positroni) sia negli individui sani che nei pazienti di MA alle varie età, per determinare come e dove cambiano nel tempo la lavorazione e la rimozione dell'amiloide nel cervello.

"La corteccia frontale del cervello produce più amiloide rispetto al cervelletto durante il processo di invecchiamento del cervello umano, che coincide con le patologie correlate al MA nella tarda età. I progetti futuri dovrebbero esaminare l'amiloide nel corso della vita sia dei pazienti cognitivamente normali sia di quelli con MA, modulando sia la lavorazione dell'amiloide che la sua rimozione attraverso gli anticorpi monoclonali usati attualmente negli studi clinici per il trattamento del MA".


Finch ha affermato:

"Il trattamento con l'anticorpo monoclonale lecanemab ha ridotto le placche Aβ negli studi clinici e recentemente ha ricevuto l'approvazione della FDA per il suo potenziale di rallentare il declino cognitivo nei pazienti di MA, ma i risultati giustificano ulteriori ricerche attente al suo impatto a lungo termine.

"Il lecanemab lavora chiaramente per diminuire l'amiloide fibrillare. Tuttavia, siamo preoccupati degli effetti collaterali gravi, come il gonfiore e il sanguinamento del cervello, che [nei pazienti trattati] erano il doppio rispetto ai controlli, con un impatto ritardato o latente sconosciuto".


Imparare di più come il cervello elabora e rimuove proteine come l'Aβ potrebbe fornire importanti intuizioni sul MA e sulle sue cause. Finch ha osservato che ci sono pochissimi casi di demenza con placche amiloidi o masse di proteine Aβ aggregate come unica patologia presente nel cervello dei pazienti affetti. Invece, la maggior parte dei casi presenta anomalie tissutali più complicate, dall'accumulo di ulteriori tipi di proteine a piccoli sanguinamenti nel cervello: "Il cervello che invecchia è una giungla".

 

 

 


Fonte: Beth Newcomb in University of Southern California (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MA Thorwald, ...[+2], CE Finch. Amyloid futures in the expanding pathology of brain aging and dementia. Alzheimer's & Dementia, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.