Nuove ricerche dell'Università del Lussemburgo dimostrano che l'uso dei social media (Facebook, Twitter, e altri) da parte degli anziani, può offrire un ulteriore, prezioso supporto in caso di malessere e malattie.
In uno studio appena pubblicato, il Dott. Anja Leist dalla Unità di Ricerca INSIDE dell'Università, conclude che le possibilità di una applicazione sistematica nella pratica clinica sembrano promettenti.
Con l'aumento dei dispositivi di uso facilitato come i tablet e gli altri che possono accedere ad Internet, gli anziani sono più presenti sui social media, come ad esempio le reti sociali online, i gruppi di discussione e i forum online. L'evidenza del grande potenziale di utilizzo dei social media nella pratica clinica non era ancora stata approfondita in modo sistematico fino ad ora.
La revisione degli studi esistenti, effettuata dal dottor Leist, associata al gruppo di lavoro "Tecnologia e Invecchiamento" del professor Dieter Ferring, esplora le molteplici possibilità di intervento, come la progettazione di siti web per fornire informazioni sulla prevenzione delle fratture dell'anca, dove gli anziani possono anche discutere le loro esperienze.
Oltre alla possibilità nella pratica clinica e alle altre conseguenze positive nell'uso quotidiano dei social media, i ricercatori hanno anche affrontato le possibili conseguenze negative dell'utilizzo dei social media. Dall'uso ben riuscito del computer o dei dispositivi abilitati per il web, gli anziani riportano una maggiore sensazione di controllo e di auto-efficacia, ma i social media offrono ancora più vantaggi agli anziani.
"E' interessante vedere che ci sono prove del grande potenziale dei social media nella pratica clinica. Gli anziani possono utilizzare i social media per accedere alle informazioni relative alla salute e impegnarsi in conversazioni con altri pazienti o con il medico. Ci sono molti forum online dove le persone in situazioni di vita difficili, come caregiver informali di un coniuge con demenza o individui con depressione, possono scambiarsi opinioni, così come ricevere e fornire sostegno sociale. Altre conseguenze positive sono per gli anziani soli, che possono superare la solitudine attraverso il contatto con familiari e amici e altri utenti con interessi simili", afferma il dottor Leist.
Tuttavia le conseguenze negative dell'utilizzo dei social media per gli anziani devono ancora essere indagati e la letteratura dei settori correlati mostra il potenziale per possibili insidie. Alcuni esempi sono l'accesso a informazioni dannose e l'uso improprio dei dati personali. Altri effetti negativi si sono dimostrati i confronti sociali sfavorevoli a causa dell'auto-rappresentazione oltremodo positiva di altri presenti nelle reti sociali online.
La Dr. Leist solleva il problema della mancanza di chiarezza sulla gestione postuma dei contenuti web on-line, vale a dire dopo che l'utente è morto. Un'altra questione cruciale irrisolta è la gestione dei dati quando un utente sviluppa una malattia che porta alla compromissione della capacità decisionale, come la demenza. Mancando la possibilità di modificare i contenuti online (a meno che l'utente l'abbia preventivamente concordato nella piena capacità decisionale), comportamenti o contenuti inappropriati visibili nel web potrebbero rappresentare un pericolo per gli altri, ma anche ferire la dignità degli utenti.
La revisione evidenzia l'importante uso clinico dei social media, ispirando nel frattempo ulteriori attività di ricerca e di riflessione sulle lacune che esistono attualmente.
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Fonte: Université du Luxembourg, via AlphaGalileo.
Riferimento: Leist, AK Social media use of older adults – A mini-review. Gerontology, in press/April 2013 DOI: 10.1159/000346818.
Pubblicato in Science Daily il 16 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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