Il plesso coroideo è, tra le altre cose, un filtro del fluido cerebrospinale.
Si tratta di un ruolo analogo a quello del rene nel filtrare il sangue, anche se i due organi sono molto differenti nella struttura ad ogni livello, e il plesso coroideo produce anche il liquido che filtra.
Come tutti i sistemi nel corpo e nel cervello, il plesso coroideo riduce progressivamente la sua funzionalità con l'età, e i ricercatori hanno motivo di credere che questa riduzione contribuisca a condizioni come l'Alzheimer. Riporta infatti un documento molto interessante della Purdue University: "Un organo del cervello chiamato plesso coroideo gioca evidentemente un ruolo fondamentale nel prevenire l'accumulo di una proteina associata all'Alzheimer. I ricercatori [dell'Università] hanno scoperto che il plesso coroideo agisce come una sorta di 'rete da pesca' che cattura la proteina, chiamata beta-amiloide, e le impedisce di formarsi nel fluido cerebrospinale che circonda e bagna il cervello e il midollo spinale. Tessuto nell'organo è inoltre in grado di assorbire grandi quantità della proteina e può contenere enzimi capaci di digerire la beta-amiloide."
I livelli di beta-amiloide nel cervello sono più dinamici di quanto comporta il loro accumulo lento nel corso degli anni. Si può pensare alla condizione (e anzi all'aumento dei livelli di amiloide nell'invecchiamento in generale) come uno squilibrio da lenta progressione nella creazione dell'amiloide e nei meccanismi di eliminazione piuttosto che un lento e irrevocabile deposito di amiloide. Ciò a sua volta implica che una terapia che funziona potrebbe invertire rapidamente la malattia in tutte le fasi, esclusa l'ultima dove i neuroni muoiono in gran numero.
Lo studio della Washington University School of Medicine apparso su EurekAlert il 9 Dicembre 2010 riporta: "L'aumento dei livelli cerebrali di una sostanza che forma le placche significa che i pazienti ne stanno producendo di più o che non riescono più ad eliminarla dal cervello con l'efficacia di prima? ... L'eliminazione è compromessa nell'Alzheimer. Abbiamo confrontato un gruppo di 12 pazienti con Alzheimer con 12 soggetti di pari età cognitivamente normali. Entrambi i gruppi hanno prodotto beta-amiloide (A-beta) alla stessa velocità media, ma c'è un calo medio di circa il 30 per cento dei tassi di eliminazione nel gruppo con Alzheimer. ... Gli scienziati calcolano questa settimana [che] ci sarebbero voluti 10 anni perchè la riduzione dell'eliminazione potesse causare un accumulo di beta pari a quello osservato nel cervello dei malati di Alzheimer. I risultati hanno importanti implicazioni sia per la diagnosi che per il trattamento."
Un documento più recente rivede ciò che è noto sul ruolo del plesso coroideo (studio Pathological Alteration in the Choroid Plexus of Alzheimer's Disease: Implication for New Therapy Approaches): "Negli ultimi anni, molta attenzione è stata rivolta al ruolo del plesso coroideo nel sistema nervoso centrale (SNC) sia in condizioni normali che patologiche. Questa struttura ventricolare specializzata è emersa recentemente come un attore cruciale in una varietà di processi che monitorano e mantengono la biochimica e l'omeostasi cellulare del sistema nervoso centrale.
Il ruolo principale del plesso coroideo è quello di produrre liquido cerebrospinale (CSF) e di mantenere l'ambiente extracellulare del cervello attraverso il monitoraggio dello scambio chimico tra il CSF e il tessuto cerebrale. Ciò comporta la sorveglianza dello stato chimico e immunologico del fluido extracellulare e la rimozione di sostanze tossiche come pure altri ruoli importanti nei processi rigenerativi a seguito di eventi traumatici. Oltre al CSF, il plesso produce vari peptidi, che possono avere proprietà nutritive e neuroprotettive. ...
Le alterazioni morfologiche del plesso coroideo nell'Alzheimer (AD) sono state ampiamente studiate. Questi cambiamenti includono l'atrofia epiteliale, l'ispessimento della membrana basale, e la fibrosi stroma. Il risultato è l'alterazione significativa delle funzioni di sintesi, secretorie, e di trasporto con conseguente diminuzione del ricambio del liquido cerebrospinale (CSF). Studi recenti discutono il potenziale impatto di questi cambiamenti, compresa la possibilità di ridottuzione della resistenza agli insulti dello stress e la lenta eliminazione di composti tossici dal CSF, con specifico riferimento al peptide amiloide".
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Pubblicato da Reason in FightAging.org il 8 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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