Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza è dovuta a troppo fluido nella testa? Allora è curabile.

A volte i familiari - o anche altri medici - mi chiedono se vale la pena valutare le persone con perdita di memoria perché "c'è così poco da fare per loro".


Non solo credo che ci sia molto da fare per aiutare le persone con perdita di memoria, ma una risposta a questa domanda viene da una storia che ho sentito la scorsa settimana nel nostro gruppo di supporto per caregiver. Ci ricorda che alcune cause di perdita di memoria e demenza sono del tutto curabili.


"L'incontinenza era il grosso problema con mio padre. Quando il suo modo di camminare è diventato più lento e faceva fatica a prestare attenzione e a ricordare le cose, pensavamo che fosse solo una parte della vecchiaia. Ma poi ha iniziato ad avere problemi a controllare la vescica. Doveva correre in fretta in bagno, ma - poiché camminava lentamente - non riusciva a farlo in tempo, e finiva per fare la pipì nei pantaloni. Andammo prima dal suo medico di base e poi dall'urologo. Nessuno dei due è riuscito ad aiutarlo e il problema peggiorava. Alla fine qualcuno ci ha detto che il problema poteva essere dovuto a un eccesso di liquido nella testa. È stato allora che siamo stati mandati dal neurochirurgo".


L'idrocefalo a pressione normale (spesso indicato con le iniziali NPH, da Normal Pressure Hydrocephalus) generalmente inizia con un rallentamento della camminata, piccoli passi e la necessità di correre in bagno per urinare. È causato da un eccesso di liquido nel cervello. Gli studi dimostrano che dopo il trattamento con uno shunt (un tubo che drena il fluido in eccesso) si interrompe il deterioramento del pensiero e della memoria e c'è un miglioramento nell'andatura e nell'urgenza di urinare.


I problemi comuni di pensiero e di memoria presenti nell'idrocefalo a pressione normale includono scarsa attenzione, distrazione facile, difficoltà a svolgere compiti complicati, perdita di interesse nelle attività e lentezza nel pensiero e nel movimento. È difficile prestare attenzione quando si formano e si recuperano nuovi ricordi.


L'idrocefalo a pressione normale è un disturbo raro e, alla fine, tutte le demenze portano a problemi di pensiero, memoria, deambulazione e incontinenza urinaria. Ma, poiché spesso l'idrocefalo a pressione normale può essere trattato con successo, fermando il declino della funzionalità, vale sempre la pena di prenderlo in considerazione.

 

Caratteristiche comuni dell'idrocefalo a pressione normale

Problemi di pensiero e di memoria

  • Scarsa attenzione
  • Facile distraibilità
  • Difficoltà ad eseguire compiti complicati
  • Perdita di interesse nelle attività
  • Pensiero lento
  • Difficoltà a formare e recuperare i ricordi

Difficoltà a camminare

  • Camminata lenta
  • Passi piccoli o corti
  • Svolte lente e con diversi passi
  • Scarso equilibrio
  • Tendenza a cadere all'indietro

Problemi urinari

  • Necessità urgente di urinare
  • Aumento della frequenza urinaria
  • Incontinenza urinaria


Altre cause trattabili della demenza includono la carenza di vitamina B12, la malattia di Lyme, i disturbi della tiroide e la sifilide.


Anche se è solo per assicurarti che il tuo caro non abbia l'idrocefalo a pressione normale o uno qualsiasi di questi altri disturbi, è sempre importante chiedere la valutazione della perdita di memoria.

 

Domanda chiave:

Il modo di camminare della persona cara è diventato molto lento e ha bisogno di correre a urinare. Dovresti parlare con il dottore per verificare se può avere l'idrocefalo a pressione normale?

Risposta: Sì. L'idrocefalo a pressione normale è una delle cause più curabili della demenza. I risultati sono migliori quando rilevati e trattati precocemente, quindi prendi subito un appuntamento con il dottore.

 

 

 


Fonte: Andrew Budson MD, professore di neurologia dell'Università di Boston e della Facoltà di Medicina dell'Università di Harvard.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)