Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Colesterolo del cervello associato a rischio più alto di Alzheimer

Colesterolo del cervello associato a rischio più alto di Alzheimer

Dei ricercatori hanno dimostrato che il colesterolo - una molecola di norma legata alle malattie cardiovascolari - può avere anche un ruolo importante nell'insorgenza e nella progressione del morbo di Alzheimer (MA).


Il team internazionale, guidato dall'Università di Cambridge, ha scoperto che il colesterolo agisce nel cervello come un catalizzatore che attiva la formazione dei grumi tossici della proteina amiloide-beta, che è un attore centrale nello sviluppo del MA.


I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Chemistry, rappresentano un altro passo verso un possibile trattamento per il MA, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. L'identificazione da parte dello studio di un nuovo percorso nel cervello, in cui l'amiloide-beta si aggrega, potrebbe rappresentare un nuovo obiettivo per potenziali terapie.


Non è chiaro se i risultati avranno implicazioni per il colesterolo alimentare, poiché il colesterolo non attraversa la barriera emato-encefalica. Anche altri studi hanno trovato un'associazione tra il colesterolo e la condizione, dal momento che alcuni geni che elaborano il colesterolo nel cervello sono stati associati al MA, ma il meccanismo alla base di questo collegamento non è noto.


I ricercatori di Cambridge hanno scoperto che il colesterolo, che è uno dei componenti principali delle pareti cellulari dei neuroni, può attivare l'aggregazione di molecole di amiloide-beta. L'aggregazione di amiloide-beta porta infine alla formazione di placche amiloidi, in una reazione a catena tossica che porta alla morte delle cellule cerebrali.


Mentre il legame tra amiloide-beta e MA è ben consolidato, ciò che ha sconcertato i ricercatori fino ad oggi è che l'amiloide-beta inizi ad aggregarsi nel cervello, in quanto di sito è presente a livelli molto bassi.


"I livelli di amiloide-beta presenti di norma nel cervello sono circa mille volte più bassi di quanto abbiamo bisogno per osservarli aggregati in laboratorio - quindi cosa succede nel cervello per farla aggregare?"
, ha detto il professor Michele Vendruscolo del Cambridge's Center for Misfolding Diseases, chi ha guidato la ricerca.


Con un approccio cinetico sviluppato negli ultimi dieci anni dal team di Cambridge e dai loro collaboratori della Lund University in Svezia, i ricercatori hanno scoperto in studi in vitro che la presenza di colesterolo nelle membrane cellulari può fare da innesco per l'aggregazione di amiloide-beta.


Poiché l'amiloide-beta è normalmente presente in quantità molto piccole nel cervello, le molecole normalmente non si trovano l'una con l'altra e non si attaccano. L'amiloide-beta si attacca alle molecole lipidiche, tuttavia, che sono appiccicose e insolubili. Nel caso del MA, le molecole di amiloide-beta si attaccano alle membrane delle cellule lipidiche che contengono il colesterolo.


Una volta bloccate una vicina all'altra su queste membrane cellulari, le molecole di amiloide-beta hanno maggiori possibilità di entrare in contatto l'una con l'altra e iniziare ad aggregarsi; in realtà, i ricercatori hanno scoperto che il colesterolo accelera l'aggregazione dell'amiloide-beta di un fattore di 20.


Quindi cosa si può fare per controllare il colesterolo nel cervello? Secondo Vendruscolo, non è il colesterolo stesso il problema. "La domanda per noi ora non è come eliminare il colesterolo dal cervello, ma come controllare il ruolo del colesterolo nel MA attraverso la regolazione della sua interazione con l'amiloide-beta", ha detto. "Non stiamo dicendo che il colesterolo è l'unico fattore scatenante del processo di aggregazione, ma è certamente uno di questi".


Poiché è insolubile, mentre viaggia verso la sua destinazione nelle membrane lipidiche, il colesterolo non rimane mai in giro da solo, né nel sangue né nel cervello: deve essere portato in giro da alcune proteine ​​dedicate, come l'ApoE, una mutazione della quale è già stata identificata come un importante fattore di rischio per il MA. Con l'avanzare dell'età, questi vettori proteici diventano meno efficaci, così come altre proteine ​​che controllano l'equilibrio (omeostasi) del colesterolo nel cervello. A sua volta, si rompe l'omeostasi dell'amiloide-beta e di centinaia di altre proteine ​​nel cervello.


Mirando il legame recentemente identificato tra amiloide-beta e colesterolo, si potrebbero progettare terapie che mantengano l'omeostasi del colesterolo (e di conseguenza l'omeostasi dell'amiloide-beta) nel cervello. "Questo lavoro ci ha aiutato a restringere una domanda specifica nel campo della ricerca sull'Alzheimer", ha detto Vendruscolo. "Ora dobbiamo capire in modo più dettagliato come viene mantenuto l'equilibrio del colesterolo nel cervello al fine di trovare il modo per disattivare uno scatenante dell'aggregazione dell'amiloide-beta".

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Johnny Habchi, Sean Chia, Céline Galvagnion, Thomas C. T. Michaels, Mathias M. J. Bellaiche, Francesco Simone Ruggeri, Michele Sanguanini, Ilaria Idini, Janet R. Kumita, Emma Sparr, Sara Linse, Christopher M. Dobson, Tuomas P. J. Knowles & Michele Vendruscolo. Cholesterol catalyses Aβ42 aggregation through a heterogeneous nucleation pathway in the presence of lipid membranes. Nature Chemistry (2018), Published: 7 May 2018, doi: 10.1038/s41557-018-0031-x

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.