Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Valutare e trattare la depressione per invertire problemi di memoria e cognitivi nel MCI

Gli individui con depressione e sintomi di umore più gravi hanno maggiori probabilità di sviluppare il Lieve Decadimento Cognitivo (MCI - Mild Cognitive Impairment) e di progredire dall'MCI alla demenza. La valutazione e il trattamento dei sintomi della depressione possono migliorare o mantenere il funzionamento cognitivo in alcuni pazienti anziani con diagnosi di MCI.


L'MCI è uno stato intermedio tra la cognizione normale e la demenza di Alzheimer (MA), in cui l'individuo ha un disturbo soggettivo della memoria e altre difficoltà cognitive e le prestazioni sul test neuropsicologico formale sono anormali per l'età, ma questi problemi non interferiscono con funzionamento indipendente di routine.


La maggior parte delle persone con MCI ha un deterioramento progressivo della memoria e della cognizione e alla fine non è in grado di funzionare indipendentemente nelle attività quotidiane, provocando una diagnosi di demenza.


Tuttavia, alcune persone con MCI non peggiorano progressivamente e alcune migliorano, tornando dall'MCI alla cognizione normale. Questo studio ha dimostrato che misurare i sintomi neuropsichiatrici come depressione, ansia, agitazione e irritabilità, aiuta a prevedere chi passerà dalla cognizione normale a MCI, e quindi chi progredirà da MCI a demenza di MA o tornerà alla cognizione normale.


In questo studio, pubblicato online sul Journal of Alzheimer's Disease, i ricercatori della Boston University hanno analizzato i dati di 6.763 individui che hanno partecipato a studi longitudinali di ricerca in 34 Centri di Alzheimer degli Stati Uniti. I dati di tutti i centri sono inseriti in un database presso il Centro Coordinamento Nazionale Alzheimer.


I partecipanti, la cui età media era di 72 anni, hanno avuto annualmente esami neurologici e valutazioni della memoria, del funzionamento cognitivo e dei sintomi neuropsichiatrici. I partner dello studio hanno anche valutato i sintomi neuropsichiatrici dei partecipanti e il loro livello di funzionamento.


I partecipanti sono stati classificati ad ogni valutazione come cognitivamente normali, con MCI o con demenza di MA da parte di un team di medici. Tutti i partecipanti a questo studio erano cognitivamente normali al momento del loro primo esame e sono stati seguiti da due a 12 anni, in media per 5 anni.


I risultati dello studio hanno mostrato che gli individui con cognizione normale avevano maggiori probabilità di progredire verso MCI se avevano più depressione, ansia e altri sintomi dell'umore. Allo stesso modo, le persone che erano progrediti verso l'MCI avevano maggiori probabilità di passare ulteriormente alla demenza di Alzheimer se avevano più di questi sintomi neuropsichiatrici.


Una scoperta importante è stata che circa un terzo dei partecipanti che erano progrediti all'MCI è tornato alla cognizione normale e che i partecipanti che sono ritornati indietro avevano sintomi neuropsichiatrici significativamente più bassi e una maggiore riduzione dei sintomi della depressione. In particolare, i ricercatori hanno notato che i miglioramenti nella depressione e nei sintomi dell'umore hanno portato a una maggiore probabilità di miglioramento cognitivo.


L'autore senior Robert Stern PhD, professore di neurologia, neurochirurgia, anatomia e neurobiologia alla BU e direttore clinico del Centro Alzheimer, ha spiegato:

"Questo implica che identificare e fornire un trattamento efficace per questi sintomi neuropsichiatrici, inclusa la depressione, può potenzialmente migliorare o mantenere il funzionamento cognitivo in molti anziani.

"Ci sono molte possibili spiegazioni per queste scoperte e sono necessarie ulteriori ricerche per affrontare questo importante problema".

 

 

 


Fonte: Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael A. Sugarman, Michael L. Alosco, Yorghos Tripodis, Eric G. Steinberg, Robert A. Stern. Neuropsychiatric Symptoms and the Diagnostic Stability of Mild Cognitive Impairment. Journal of Alzheimer's Disease, vol. Preprint, no. Preprint, pp. 1-15, 2018, Published: 24 March 2018, DOI: 10.3233/JAD-170527

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)