Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una tecnologia cerebrale sperimentale può 'riavvolgere' l'Alzheimer

Una tecnologia cerebrale sperimentale può riavvolgere l'AlzheimerLa dott.ssa Zahra Moussavi prova un dispositivo che stimola il cervello con impulsi magnetici.

L'Alzheimer è considerato una delle sfide globali del secolo. È un ladro. Viene e toglie i ricordi più preziosi nei quali le persone si identificano. È un ladro molto intelligente. Le persone che colpisce non ricordano nemmeno ciò che hanno perso, si sentono persi; persi nello spazio e nel tempo.


L'Alzheimer può influenzare chiunque: intellettuali, professori, artisti, musicisti e manovali. L'Alzheimer di mia madre mi ha motivato a iniziare il primo trattamento di Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetuta (rTMS) per Alzheimer in Canada.


Il trattamento è una procedura non invasiva che non comporta alcun farmaco. Questa tecnologia è stata usata per trattare con successo la depressione, ed è anche studiata per una serie di altre condizioni neurologiche (ad esempio: Parkinson, commozioni cerebrali e ictus).


Nella rTMS, una bobina elettromagnetica viene posta sul cuoio capelluto e usa impulsi magnetici per indurre i neuroni, le cellule nervose del cervello, ad attivarsi. L'obiettivo è allenare i neuroni in modo che ottengano prestazioni migliori in futuro.


Il trattamento rTMS non ha effetti collaterali o solo lievi: alcune persone riferiscono un lieve mal di testa che si può trattare facilmente con un antidolorifico. E il rischio di attacco epilettico è molto basso. (Gli individui con una storia di epilessia e / o attacchi epilettici sono esclusi dai trattamenti rTMS per questo motivo).

 

'Io ricordo'

Il primo paziente era una donna difficile di 82 anni in una fase relativamente avanzata di Alzheimer, che odiava il trattamento. Ogni volta che le chiedevo se aveva figli, diceva: "Non ancora; ha appena vent'anni!". Il settimo giorno del trattamento, nel mezzo della seduta, ci ha chiesto di smettere. Suo marito ha cercato di calmarla e convincerla a continuare, dicendo: "Non volevi ricordare i nostri figli?". Lei rispose: "Ma io ricordo Susan, Sam e Dona; perché ho bisogno di questo stupido trattamento?".


Quello è stato il momento che avevo sognato di vedere in mia madre: come era prima, anche per qualche minuto. Lo stato cognitivo di questa paziente non ha mostrato alcun miglioramento significativo nel corso del trattamento. Tuttavia, il suo breve momento di recupero della memoria mi ha incoraggiato a continuare lo studio del trattamento rTMS anche su altri - in particolare su quelli con una fase precedente di Alzheimer.


Una cosa da notare e ricordare è che l'Alzheimer è una malattia degenerativa progressiva. Se interveniamo per stabilizzare lo stato del paziente o per rallentare la progressione, quello è realmente un miglioramento e può essere considerato un effetto positivo del trattamento.


Nel nostro studio pilota, abbiamo eseguito un trattamento di mantenimento ogni tre mesi, a sette dei nostri primi 10 partecipanti, fino a un anno e mezzo. I risultati hanno dimostrato che, fino a quando i pazienti ricevevano il trattamento, non peggioravano. Alcuni sono migliorati leggermente.


Non appena abbiamo interrotto il trattamento (a causa della mancanza di finanziamenti), tutti i pazienti hanno cominciato a mostrare un certo declino. Tre di loro sono peggiorati così tanto che, entro tre mesi dalla cessazione del trattamento, sono finiti in una casa di cura e sono scomparsi entro un anno.


Nel complesso, il nostro studio pilota, e quelli simili con campioni di piccole dimensioni in tutto il mondo, hanno mostrato risultati incoraggianti del trattamento rTMS per l'Alzheimer, soprattutto quando è stato applicato in fase precoce e moderata.

 

Passi incoraggianti del nuovo trattamento di Alzheimer

Come risultato di questi studi pilota, il Weston Brain Institute ha finanziato il primo studio controllato in doppio cieco con placebo del trattamento rTMS sull'Alzheimer. Si tratta di una collaborazione di tre università: Università di Manitoba, Università McGill e Università di Monash. Il team comprende ingegneri, psichiatri, psicologi clinici, neurologi e statisti.


Lo studio serve a verificare l'effetto del trattamento rTMS nei pazienti con Alzheimer in fase precoce e moderata. Tutti i partecipanti devono essere diagnosticati da uno dei medici dello studio. E ci sono diverse valutazioni prima e dopo il trattamento per valutare l'efficacia del trattamento e quanto tempo può durare.


Anche se lo studio attuale è un passo incoraggiante verso la ricerca di nuovi metodi di trattamento per l'Alzheimer, ci sono diversi altri parametri nel protocollo di trattamento rTMS, la cui ricerca non è attualmente finanziata. Essi includono: il metodo con cui vengono erogati gli impulsi rTMS, la posizione della stimolazione e la durata del trattamento. Il nostro studio attuale indaga solo il protocollo standard del trattamento rTMS. Dopo alcuni risultati preliminari speriamo di ricevere ulteriori finanziamenti per continuare la ricerca.


Il numero di persone affette da Alzheimer è in aumento. L'Alzheimer non ruba preziosi aspetti solo della vita degli individui colpiti, ma anche dalle loro famiglie. Il morbo fa sì che i parenti di un paziente guardino senza speranza una tragedia progredire per un lungo periodo, giorno dopo giorno.


L'Alzheimer è una condizione multipla che richiede un approccio multidisciplinare per il suo trattamento. Solo attraverso sforzi collettivi possiamo sperare di trovare una soluzione a una malattia così grave e terribile. La disperazione può volare sulle ali del mattino; dal cuore delle tenebre arriva la luce.

 

 

 


Fonte: Zahra Moussavi, professoressa di Ingegneria Biomedica alla University of Manitoba

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)