A volte ci vuole così poco per portare gioia a una persona con Alzheimer. La storia che segue è un esempio calzante.
Un giorno sono arrivata all'Alois Alzheimer Center per visitare Ed, la mia amata anima gemella romena. Appena sono uscita dalla macchina, mi sono resa conto che avevo dimenticato di portare qualsiasi "aiuto" per la visita.
Di solito portavo qualcosa per divertire Ed, come un nuovo animale di peluche, un libro con immagini colorate, alcune delle mie fotografie, un CD con la musica classica o qualcosa di simile. Quelle cose impegnavano la sua mente, nella misura in cui era ancora possibile, e ci dava un punto focale per interagire.
Avrei dovuto essere creativa quel giorno, altrimenti non avremmo fatto altro che guardarci a vicenda, facendo solo chiacchiere goffe. In effetti egli non riusciva più a partecipare a una conversazione significativa, e nemmeno le piccole chiacchiere funzionavano con noi.
Improvvisamente mi resi conto che indossavo una giubbotto con numerose tasche dentro le quali ero sicura gli sarebbe piaciuto rovistare. Ed aveva sempre gradito esplorare tasche e compartimenti di valigie, valigette e borse da donna. Era un piumino corto Calvin Klein con cappuccio, colore grigio-acciaio, con fodera di morbida pelliccia. Prima gli ho mostrato l'interno che lui ha accarezzato con la mano. Poi l'ha strofinato sul suo volto e ha sorriso.
Dopo gli ho mostrato le due tasche laterali. Quasi ogni cappotto ha tasche laterali ma queste erano insolite perché avevano la cerniera. Ha fatto "ooh" e "aah", muovendo le cerniere su e giù, con uno sguardo di stupore sul volto. Era quasi come se non avesse mai visto prima una tasca con zip.
Poi gli ho fatto vedere qualcosa che davvero non si vede spesso. Anche sull'esterno della manica sinistra c'è una tasca con cerniera. Ciò ha preso e trattenuto la sua attenzione per un bel po'. Prima ha cercato di vedere se c'era qualcosa all'interno della tasca (non c'era) e poi ha giocato anche con questa chiusura lampo.
Dopo aver esplorato le tasche, il cappuccio del giubbotto ha attirato la sua attenzione e ha detto con tono di stupore "Che meraviglia è avere una cappuccio in caso che p-p-piova!". Sono rimasta stupita che avesse fatto questo collegamento, considerando soprattutto quanta era avanzata la sua demenza.
Dopo aver completato il giro all'esterno della giacca, abbiamo iniziato a esplorare il suo interno. Proprio in quel momento Angel, la più bella aiutante di tutto l'Alois Center, è entrata solo per chiedere a Ed se avesse bisogno di qualcosa. Che meravigliosa struttura ho pensato. Lui ha detto di no, ma ha accarezzato lo spazio vuoto accanto a lui sul divano, invitandola a sedersi. Lei l'ha fatto e lui con orgoglio le ha mostrato le tasche che aveva scoperto fino a quel momento, dimenticando solo quella della manica. E anche lei: "ooh" e "aah".
Mentre era seduta lì, Ed ha allungato una mano e ha cominciato ad accarezzare delicatamente i suoi capelli d'oro. Lei ha sorriso e le ha messo un braccio intorno alle spalle. E' stato un gesto molto bello e naturale che ha scaldato il cuore. Aiutanti e ospiti erano spesso apertamente affettuosi all'Alois, ma tale comportamento avrebbero fatto arrabbiare Ed nella sua precedente professione di docente universitario. Quando Angel si è alzata per andarsene, lui le ha baciato la mano e le ha chiesto di tornare al più presto. Ha detto che l'avrebbe fatto.
Siamo tornati alla nostra indagine sul giubbotto. Aveva già dimenticato che prima avevamo esaminato le tasche laterali con zip. A volte la sua demenza lo rendeva così facile da intrattenere. Spesso ho potuto fare le stesse cose più e più volte, ma ogni volta sembrava nuova ed eccitante per lui.
In breve siamo arrivati al punto che avevamo esaminato prima e siamo entrati nel nuovo territorio. C'era una tasca all'interno dove dovrebbe esserci il taschino da uomo. Quello era insolito in sé per un giubbotto da donna, ma quello era ancora più originale perché, anch'esso aveva una zip. Ed lo ha guardato per diversi secondi senza parlare e poi ha sussurrato che gli piaceva molto.
Dopo una breve pausa con un po' di caramelle, siamo tornati ad esplorare il giubbotto. C'erano ancora due tasche a sinistra. Erano nell'interno sinistro, in prossimità del fondo. Una era quadrata; l'altra, cucita in cima alla prima, era oblunga e aveva ovviamente lo scopo di contenere un telefono cellulare. A differenza delle altre, che avevano cerniere, queste due erano chiuse con bottoni a pressione. Quando le ha viste, all'inizio era a corto di parole. Uno sguardo di stupore sul suo volto, ha cercato di sbottonarle. Le sue mani tremanti non riuscivano a gestire i piccoli bottoni a pressione, così le ho aperte e chiuse per lui.
Le ha fissate con stupore, poi ha sorriso e mi ha detto due volte quant'era felice che avessi un cappotto così meraviglioso. Ero toccata che fosse felice per me. Ciò era così tipico di Ed. Invece di dire quanto fosse felice di giocare con il giubbotto, ha detto quanto era felice che io lo avessi.
Quando l'ho lasciato mi sono sentita amata. Mi sono anche sentita profondamente gratificata dal fatto che ero stata in grado di portare gioia a Ed con un oggetto così semplice come un giubbotto. Così tante tasche, così poco tempo ...
Fonte: Marie Marley in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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